– di Francesca Nardi – Quanto tempo dovrà passare affinché, anche quelle colonne semi assiderate che ondeggiano e si accasciano sulla Via Balcanica, costruendo monumenti rigidi e pietre miliari per la nostra solidarietà di cartone, abbiano diritto alla memoria…alle celebrazioni che si devono ai martiri, purché siano morti…ed anche sulla qualità e l’estrazione politica dei morti, questo popolo buono, che oggi trema di commozione, avrà avuto qualcosa da obiettare. Liliana Segre, sopravvissuta allo sterminio del suo popolo, ricorda la marcia della morte che l’ha vista tredicenne sfinita alla ricerca disperata di una vita che sembrava essere negata da un orrendo disegno, mentre un‘altra marcia della morte, sta sfilando sulle nostre coscienze asfittiche…Per ricordare l’orrore di ieri, dovremmo essere consapevoli del dramma di oggi. Ma…immemori dei nostri limiti e dei nostri doveri, oggi affogheremo nella commozione, presa in prestito dall’anno scorso, rappezzando la bassa qualità della materia di cui siamo fatti, simulando scenicamente per un giorno, la necessità del ricordo, offendendo la tragedia di tutte le tragedie, che ancora una volta diventerà lo strumento, l’occasione e il mezzo per accatastare consensi. Perché continuare a bluffare?, una tragedia immane, smisurata come la Shoa, rivendica autenticità di dolore e una continuità di memoria che si estrinsechi nei fatti, nella solidarietà quotidiana, nella difesa e tutela di coloro che le nostre cialtronesche contraddizioni, hanno reso “ultimi”. Ogni anno, imbalsamando il pensiero di questa inconsapevole umanità, qualcuno infanga il giorno sacro della memoria, arrogandosi il diritto della commemorazione in esclusiva …mentre ignora la tragedia che si consuma altrove e che non è ancora memoria ed il martirio delle cui vittime, qualcuno in un prossimo grigio futuro, si intesterà, glorificandosene …Di cosa è fatta la buona fede di chi commemora l’eccidio del popolo ebraico e fa finta di non vedere i profughi che ai confini della Bosnia, faticosamente raggiunti, vengono ricacciati indietro, con violenza dalle guardie croate…maltrattati, picchiati e affamati lungo i confini di questa Europa “unita” e spietata…Come ogni regime, ogni silenzio ha la sua logica economica, in questo agglomerato che si autocertifica “umano”…una logica perversa che impedisce la comunicazione e la condanna e chiude la porta sul respiro ghiacciato di una madre innevata che si trascina nel vento con i suoi figli…La vergogna si addensa in questo grumo di mondo che si è perso di vista e che calpesta il dolore…i famosi corridoi umanitari sono ammuffiti, nei grafici immaginari delle buone intenzioni millantate ed una colonna di circa ventimila profughi, cerca di sopravvivere attraversando il cuore dell’Europa, come una lunga striscia di sangue…Nessuno parla, nessuno prega …nessuno si mette in ginocchio…nessuno… E questo nessuno che naviga altrove fingendo ignoranza è il popolo buono che si bea della propria sensibilità e che oggi commemora la Shoa, convinto di averne il diritto…