ASL E PANDEMIA, LA FABBRICA DEL FUMO E PAROLE IN LIBERTÀ

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Parole in libertà o Paroliberismo è uno stile letterario introdotto dal Futurismo in cui le parole che compongono il testo non hanno alcun legame sintattico-grammaticale fra loro e non sono organizzate in frasi e periodi. “Ora supponete che un amico vostro dotato di questa facoltà lirica si trovi in una zona di vita intensa (rivoluzione, guerra, naufragio, terremoto e/o pandemia) e venga, immediatamente dopo, a narrarvi le impressioni avute. Sapete che cosa farà istintivamente questo vostro amico lirico e commosso? Egli comincerà col distruggere brutalmente la sintassi nel parlare. Non perderà tempo a costruire i periodi. S’infischierà della punteggiatura e dell’aggettivazione. Disprezzerà cesellature e sfumature di linguaggio, e in fretta vi getterà affannosamente nei nervi le sue sensazioni visive, auditive, olfattive, secondo la loro corrente incalzante. L’irruenza del vapore-emozione farà saltare il tubo del periodo, le valvole della punteggiatura e i bulloni regolari dell’aggettivazione. Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io” (Filippo Tommasi Marinetti). Non potevamo trovare similitudine più appropriata rispetto a quanto sta accadendo all’Asl di Caserta fin dall’insediamento del Dr. Ferdinando Russo. Potremmo fare un’elencazione ben dettagliata di esempi rispetto al Paroliberismo avvalendoci, peraltro, della nostra raccolta privata. Ultimo esempio in ordine di tempo, incominciando dal suo “Oggetto” e via via fino al suo “contenuto” è la Delibera n. 67 del 15.010.2021. Andiamo per gradi ed analizziamo il ”Futurismo” burocratico-amministrativo ed applicativo dell’Asl di Caserta.Immagine 5 scaled ASL E PANDEMIA, LA FABBRICA DEL FUMO E PAROLE IN LIBERTÀProseguiamo, non prima però di rammentare quanto accaduto nel giugno 2017 allorquando una 17enne olandese muore facendo bunjee jumping in Spagna. All’atto del comando di saltare, la ragazza capisce “now jump” invece di “no jump”: l’istruttore fu accusato di omicidio: per i giudici la morte poteva essere evitata se la pronuncia in inglese fosse stata corretta – la corda non era attaccata e Vera Mol è morta sul colpo. La Delibera di cui trattiamo, insomma, e per giunta volta a prevedere, prevenire e/o attrezzarsi per contrastare una mortale pandemia, seppur gravemente in ritardo rispetto all’insorgere della pandemia stessa, risultando un marchiano copia e incolla, al suo interno non si trova uno, che si dica uno, riferimento a chi fa cosa e come e quando. Un mero e ridicolo esercizio narcisistico, se non un vero e proprio plagio. “Me la suono, me la canto” insomma. Jast to show (tanto per fare vedere). Infatti, vi troviamo quelle che dovrebbero essere: C) le modalità di comunicazione con i pazienti Covid 19 in trattenimento residenziale; D) le modalità di comunicazione con i familiari dei pazienti Covid 19 in regime di ricovero; E) le modalità di comunicazione esterna in fase pandemica. Argomenti di indubbia valenza socio-sanitaria, ma che all’Asl di Caserta, forse non sanno che presuppongono una formazione di chi le deve mettere in atto, perlomeno di alcuni mesi per essere generosi. Una formazione che si avvalga di professionalità ben specifiche e competenti in materia. Ovvero, come ben esplicitato dal Nuovo Piano Pandemico Nazionale 2021-2023, bisogna Garantire l’esistenza di risorse economiche e professionali per lo sviluppo di un’azione proattiva di sensibilizzazione del pubblico in risposta a situazioni di emergenza per la salute pubblica…. Disporre di un sistema strutturato di ruoli e responsabilità da attivare tempestivamente per la diffusione delle comunicazioni in risposta ad eventi e comportamenti minaccianti per la salute pubblica……. Tutto ciò è impossibile per una Asl che, allo stato, e per il passato, non ha saputo (non ha voluto?) e non sa attuare quanto previsto dalla normativa vigente in materia di Comunicazione Istituzionale. Una Asl che si trova, allo stato, in assenza di quelle “figure professionali” atte ad applicare un Piano di Comunicazione Aziendale, già codificato e normato. Una Asl, in poche parole che, fino ad oggi, in materia di quanto “Adotta dell’Adottato” altro non è che una “Fabbrica del Fumo e di Parole in Libertà”. Chi fa cosa, come e quando. Non è dato sapere. Non saranno stati concepiti a caso certi detti popolari come il famoro: “Faje ‘o gallo ‘ncoppa ‘a munnezza”!? Paroliberismo e Futurismo.  Alla stessa maniera di quell’istruttore che ha invitato la ragazza con il “now jump”. E la ragazza saltò. E la ragazza morì.