CHI HA TEMPO, NON PERDA TEMPO

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           –      di Nicolò Antonio Cuscunà     –                 caserta cuscunà scaled CHI HA TEMPO, NON PERDA TEMPOIn campo nazionale e locale si fa un gran parlare della scadenza elettorale amministrativa di primavera. Capoluoghi di regioni e di provincia, pandemia permettendo, saranno chiamati a rinnovare il Consiglio.  Governo Conte prolungato, annacquato, riciclato o tramontato le elezioni locali dovranno tenersi. In Campania il capoluogo di regione Napoli e tre provincie su quattro andranno a voto. Con largo anticipo sono iniziate le manovre d’avvicinamento, prima fra tutte, la città della Reggia è in autentico fermento elettorale. In evidenza le annunciate ed attive candidature a sindaco di tre diversamente conosciuti personaggi. Il già sindaco (cdx) Pio Del Gaudio – con liste d’area e d’ispirazione professionale -; la sig.ra Rosi Di Costanzo col simbolo di Speranza per Caserta -lista uscente dei non ricandidati Naim e Apperti-; ed il dr. Ciro Guerriero animatore della lista Kest’è. A sinistra l’uscente avv. Carlo Marino tenterà di bissare l’elezione, anche se gravato da polemiche provenienti dall’area di riferimento (PD) e da una conduzione amministrativa scialba oltre che arrogante. In politica, il dire, il sentito dire, il non dire o il fatto intendere è condimento essenziale per confezionare minestroni. Amministrare non è assemblare condimenti con cipolla, carota, sedano e fagioli; amministrare servizi per le collettività umane non è un minestrone, non può avere condimenti troppo grassi, sconditi, insipidi o pepati. L’amministrazione pubblica è tutt’altra cosa. Le buone pietanze si preparano scegliendo bene le materie prime, dosando bene i condimenti abbinati con tempistica alla cottura. L’arte della cucina è nobile, antica e non consente errori, commetterli causa danni al portafogli, alla salute e si rischia il digiuno. L’autentica politica è anch’essa “arte nobile”, costretta nel fango da “guitti, ignoranti, arrivisti e nullafacenti illuminati dall’uno vale uno. Orbene, la tanto di moda cucina italiana, nello specifico la “mediterranea” di alta qualità, non ha il correspettivo nella “politica”. Sappiamo tutti quant’è importante scegliere la materia prima per confezionare un buon piatto. Non tutti i formaggi a pasta filata diventano “mozzarella”. Può fregiarsi di tale nome solo il prodotto fatto con latte fresco, al 100% di bufala di razza mediterranea, prodotto nelle aree geografiche riconosciute con uno specifico disciplinare di produzione. I disciplinari di produzione, oramai, sono indispensabili alle fortune dei prodotti di nicchia e di eccellenza italiani – DOP- DOC- IGP ecc.-. Regole, disciplinare di garanzia auspicabile nel “confezionare” i prodotti politici e amministrativi della “res publica”. Quanto accade nel nostro Paese dimostra la scarsa o inesistente attenzione prestata, dai residuali contenitori partiti, alla selezione della materia prima.

Caserta è il luogo dove emerge tracotantemente l’insipienza e il menefreghismo dei partiti rispetto alle scelte da farsi per il rinnovo dell’amministrazione della città. Perdere tempo, non informare gli elettori, non renderli partecipi, relegarli al di fuori delle scelte – candidati e programmi – è autentica negazione di democrazia.  Il buon giorno si vede dal mattino, e se tanto mi darà tanto, Caserta rischia di cadere dalla padella Carlo Marino nella brace del centrodestra del nulla.  O meglio, di chiacchiericcio se ne sente tantissimo, favorito dalle tre formazioni, F.I., F.d.I. e Lega. I loro rappresentanti non disdegnano far trapelare nomi d’ipotetici candidati sindaco, sguinzagliano porta voci, portaordini, cani segugi per braccare e da fiuto per la ferma. Candidati a sindaco cambiati come si cambia la biancheria intima, nomi da dare in pasto alla muta latrante. Ogni gruppo dice e promette in proprio, chiacchiere sovrapponibili a consumate costumanze da prima repubblica. Nessun accenno a futuri programmi, assenza di strategie e di riferimenti al risanamento dei “dissesti finanziari”, pendenti sull’Ente Comune.  Insomma, niente da proporre almeno per attirare l’attenzione e per cui valga la pena tentare per cambiare, senza correre il rischio di finire in peggio. I cosiddetti leader del centro-destra locale, ognuno per conto proprio o con delegati “uomini di fiducia”, vecchi, nuovi o riciclati, s’affannano a confezionare ipotetiche liste di candidati senza sapere ancora il nome del “candidato sindaco“. Non badano alla selezione, fatta di competenze professionali, morali e politiche. Importante è accaparrarsi il “possessore di voti”. Li “voti” da raccogliere per eredità di famiglia, per designazione lobbystica, per investitura divina, più o meno come i “capizona” del centrosinistra. Rastrellare i voti non come si raccoglievano tanti anni fa le olive, a coccio a coccio; duro certosino lavoro posto in essere col sacrificio della dedizione al “servizio del prossimo Tuo”. Oramai dedicarsi alla politica è un vero, autentico, mestiere, pari all’assunzione in fabbrica o al concorso vinto. I risultati sono noti, quotidianamente all’attenzione a Roma, Napoli o Caserta.

Signori del centrodestra, programma elettorale e nomi dei candidati si scelgono alla “luce del sole“, coinvolgendo l’intero corpo elettorale. Il vostro operato, colpevolmente omissivo, nuoce alla città in cronico declino per la sindacatura Marino (PD & C.). Il nascondervi temporeggiando vi condurrà all’accusa di “OMISSIONE di SOCCORSO alla CITTA’ “. Avendo tempo, non perdete tempo. La fiducia si conquista col chiaro operato espressione di onesti programmi, chiari intendimenti per selezionare liste di cittadini perbene, preparati, competenti, affidabili, qualificati e che abbiano dimostrato amore per Caserta. Ricorrere a liste civiche, osannanti amore e dedizione per la città, serve solo a rafforzare il potere personale di chi la politica non la concepisce quale servizio. Unificare le forze sane, politiche di coalizione, dell’associazionismo di area dev’essere il vero lavoro dei leader. questa e solo questa condizione, dichiarerà i sani proponimenti per salvare Caserta.  continuare sulla strada intrapresa condannerà Caserta ad occupare le ultime posizioni nazionali per non vivibilità.  Anteporre gli interessi civici ai personali, il bene collettivo alla carriera, investire buona politica guardando al futuro e non perseguire l’appagamento di bramosie di potere personale, dev’essere il vostro agire. I cosiddetti politici passano, Caserta resta.

Tutto il resto è fuffa per imbecilli.