OSPEDALE SAN ROCCO, DIMETTONO DISABILE PSICHIATRICO E NON AVVISANO LA FAMIGLIA 

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SAN ROCCO stefania fornasier OSPEDALE SAN ROCCO, DIMETTONO DISABILE PSICHIATRICO E NON AVVISANO LA FAMIGLIA (f.n.) – Le notizie che arrivano dall’Ospedale San Rocco di Sessa Aurunca, di qualunque natura siano, sostanzialmente non meravigliano più di tanto, ma meritano sempre e comunque un’attenzione particolare, poiché il loro significato non è mai limitato a ciò che appare e le strategie di mantenimento del potere, sono talmente articolate da trarre vantaggio da ogni evenienza. Il racconto sovente sconcertante di quanto avviene all’interno del San Rocco, delle diverse ed altrettanto sconcertanti gestioni sanitarie che si sono succedute, dei valvassini senza investitura ufficiale, ma con il potere de facto, che fanno il buono ed il cattivo tempo, nel silenzio assenso della direzione generale dell’Asl ci hanno abituato a tutto e al contrario di tutto. Pertanto, la decisione del neo direttore sanitario del San Rocco, di ripristinare le attività di elezione nei locali del dipartimento di Chirurgia e Ortopedia, da circa due mesi riservato ai pazienti in attesa di ricovero e quindi del risultato del tampone molecolare, non può non invitare alla riflessione. Nonostante la Regione abbia previsto la ripresa graduale delle attività di elezione, il livello di guardia non può e non deve essere abbassato, perché la fine della pandemia sembra essere ancora lontana, ciò nonostante il Ds Fornasier ha ritenuto opportuno cedere alle pressioni dei direttori delle U.O. di Chirurgia e Ortopedia che “fremono” per riprendere le loro attività. Ovviamente i pazienti in attesa del tampone torneranno nei locali adiacenti al Pronto Soccorso, in cui, secondo la Ds saranno assistiti e sosteranno per un “breve” periodo…Ovviamente tutto è relativo…compreso il tempo…e al momento opportuno c’è sempre qualcuno sul quale scaricare le responsabilità e che alla resa dei conti paga per tutti….ed a proposito di responsabilità, ci si chiede a chi attribuirne il peso e se non sarebbe il caso di suddividerlo, quando accadono episodi come quello che si è verificato l’altro giorno, al Presidio Ospedaliero aurunco e che avrebbe potuto avere risvolti drammatici. Un 65enne, D.S., in preda ad agitazione psicomotoria, viene ricoverato tramite il 118, intorno alle 2 del 18 gennaio u.s. al P.S. del San Rocco. Non si tratta di un episodio isolato per D.S. che ha problemi di schizofrenia, come del resto si evince dalla scheda compilata in P.S. Dalla consulenza specialistica, risulta inoltre, che sovente il D.S. ha episodi di disorientamento ed improvvise cadute al suolo. Apprendiamo da altre fonti, che il 65enne usufruisce dell’accompagnamento, quindi appare evidente, che l’uomo non possa essere lasciato in balia di sé stesso. Nel corso delle visite D.S. è apparso tranquillo e gli esami clinici sono risultati soddisfacenti e quindi, come se tutto ciò che era stato scritto in precedenza riguardo le patologie pregresse, non fosse stato comunicato o non se ne fosse tenuto conto e si dovesse procedere in automatico, secondo lo stato di salute riscontrato nell’immediato, il 65enne alle 16.30 dello stesso giorno in cui è stato ricoverato, viene “tranquillamente” dimesso…L’uomo ha indossato il cappotto sopra al pigiama e le ciabatte ai piedi, ma la cosa sembra non destare meraviglia alcuna…infatti al San Rocco siamo sempre e comunque nella normalità…D.S, si mette le carte in tasca e si avvia a piedi sulla strada che dovrebbe portarlo verso Carinola…e cammina per chilometri finché alcune persone lo notano, lo riconoscono, si avvicinano e rendendosi conto dello stato di malessere e di confusione dell’uomo, avvisano la persona che si prende cura di lui e lo accompagnano nella casa in cui vive. La signora ovviamente ha avvertito le forze dell’ordine ed ha presentato una regolare denuncia dell’accaduto… Pare che proprio in queste ore i Nas si siano recati al San Rocco per sequestrare la cartella clinica di D.S.  Ci si chiede se sia normale dimettere un paziente disabile psichiatrico, senza avvertire la famiglia o la persona che si prende cura di lui e che peraltro, in questo caso, è la stessa che ha fornito informazioni sullo stato di salute pregresso del paziente? Ci si chiede ancora una volta quali siano i criteri seguiti da un medico o dai vari medici, attraverso la cui valutazione un malato psichiatrico passa?, se esiste un filo conduttore che colleghi le varie esperienze e diagnosi sul paziente…se esista un denominatore comune a tutti gli specialisti che preveda la tutala fisica innanzitutto di un paziente disabile psichiatrico, che talvolta deve essere difeso anche da se stesso…se esista qualcuno che si sia posto il problema nel caso specifico, dalla prima visita all’accettazione, all’ultima prima delle dimissioni che, ad un uomo con un cappotto sopra al pigiama e le ciabatte ai piedi e un piccolo bagaglio di vissuto preoccupante, di cui i precedenti specialisti dovrebbero aver trasferito notizia,  non si potevano consegnare quattro fogli e…tuttappost…stat bbuon!, senza minimamente porsi il problema, umano più che medico, di avvisare la famiglia…Il cuore scollegato dal cervello è esattamente quello che non perde un battito, quando si lega una scimmia viva al tavolo e si procede con il bisturi….in nome della scienza ovviamente…In nome di cosa sarebbe successo se per caso D.S. fosse finito nel fiume? Hasta la verguenza!

1 commento

  1. Questo è lo schifo della sanità che ci hanno ridotto i nostri politici. Hanno distrutto gli ospedali per fare i soldi con le cliniche con figli, nipoti, fratelli e sorelle
    Si devono vergognare…specialmente il sessano, quello che vuole il duca di sessa

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