IL COVID NON SPEGNE IL FUOCO DI SANT’ANTUONO

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           –         di Davide Fusco           –                         

È il diciassette gennaio mattina. Per le vie di Macerata gira un carro vuoto le cui casse riproducono la musica di Sant’Antuono. La tradizionale festa in suo onore c’è giunta dal lontano 1300. Un cammino lungo sette secoli nei quali la festa è saltata solo per le guerre. L’ultima interruzione risale al 1942/1945. Dall’ora nessun ostacolo s’è più frapposto alla passione dei maceratesi. Chi ha visto il sacrato di San Martino vescovo trasformarsi in un’arena non poteva certo immaginare un Sant’Antuono così silente. Macerata è a lutto. A testimoniarlo sono gli umori che gli scorsi giorni abbiamo raccolto per voi.

Antonio D’amico

Ha fatto la storia della festa. Cominciò nei primi anni Ottanta suonando sul carro del fratello. Nel 1984 fondò “La compagnia del punto esclamativo”; battaglia che ha guidato per trentacinque anni. Ecco quanto ci ha detto: “Quando abbiamo capito che quest’anno non ci sarebbe stata nessuna festa ci ha preso un grande sconforto; poi però, impegnandoci per la realizzazione di questo carro simbolico, siamo riusciti a dare un senso anche a questo Sant’Antuono. Aver trovato un modo per festeggiarlo è stato importante per dare continuità ad una festa che per noi, come il battito del cuore, non si può fermare”.

Donato Capuano

È stato presidente del consiglio comunale tra il 2010 e il 2015. Nel novembre 2012 presentò una delibera con cui Macerata Campania divenne ufficialmente il paese della past’ e ‘llesse. A otto anni già suonava la falce sul suo primo carro. Nel 2005 fondò i past e ‘llesse sound group; una battuglia con cui ha cantato in tutt’Italia sui ritmi di Sant’Antuono. Della mancata festa, tra l’altro, ci ha detto: “mi manca il calore delle persone che accoglievano l’ingresso del carro  la domenica sera sul sacrato della chiesa e il diciassette sera in piazza per l’esibizione finale”.

Antonio Visconte

Se ne sta sempre con un berretto girato in testa, gli occhiali da sole ed una scanzonata allegria sul volto. Eppure quando gli telefono al terzo squillo risponde e mi fa che tristezza! A nove anni era già sul carro. 5 anni dopo, coi suoi amici, fondava “I Ragazzi del 2000”. è una battuglia che ha dato un tocco house alla festa. Qualcuno, anni fa per quella loro ritmica dai tratti discotecari, li chiamava i Metropolis. Antonio dirige questa battuglia da vent’anni. Quando lo chiamo è abbastanza sconfortato: “fino ad ora sono riuscito a far finta d’essere forte, mo’’ sono crollato; da giorni mi sveglio alle 4 del mattino pensando alla festa”.

Michele Antonio Piccirillo

È la voce storica del carro “A Cantenella”. A metà anni Ottanta la sua battaglia rivoluzionò la musica antoniana reintroducendo l’uso degli strumenti a corde sui carri. Ciò in principio suscitò un mare di critiche. Col tempo, però, l’abilità nello sperimentare della sua battaglia riuscì a far breccia nei cuori maceratesi. Ci parla lungamente di quel che la festa rappresenta per la città: “Noi pensiamo a Sant’Antuono 365 giorni l’anno; per cui, questa situazione, la stiamo vivendo come un lutto; il 2020 è stato il nostro anno sabbatico   per il 2022  pensiamo di ritornare”.

Raffaele Piccirillo

È il capo battuglia dei “Suoni Antichi” dal lontano 2000. Cominciò suonando il triccheballacche col carro “I ragazzi di via Galilei”. Qui rimase fino a quando, nel 2000, assieme a Simmaco Ciarmiello, fondò quelle ombre colorate che nel 2005mutarono il loro nome in Suoni antichi. Hanno   portato la musica di Sant’Antuono in tutt’Italia. Raffaele ha una gran voglia d’approfittare di questo momento in cui abbiamo più tempo per riflettere: “Questo per noi deve essere l’anno zero; è il momento d’incontrarci e pensare al modo in cui poter migliorare la festa. Da circa un mese lo stiamo facendo e siamo certi che, con le migliorie che stiamo pensando di apportare, la prossima sarà più ricca e meglio organizzata”.