PIANO VACCINALE: I SINDACATI IN ALLERTA SI RIVOLGONO ALL’UNITÀ DI CRISI CAMPANA

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I Segretari Generali dei sindacati SPI-CGIL Campania Napoli, FNP-CISL Campania e UILP Campania Napoli hanno diffuso una nota in merito alla gestione del programma vaccinazione Covid-19.

“Da più parti giungono notizie di procedure anomale nella somministrazione dei vaccini, con percorsi privilegiati e non previsti, nella loro tempistica, dall’attuale fase di somministrazione.

Occorre quindi a tutti i livelli innalzare la vigilanza e il controllo affinché le dosi vaccinali siano distribuite e somministrate tenendo rigorosamente in considerazione quanto dettato dalle linee guida emanate dal Ministero della salute.

Apprendiamo, altresì, che l’unità di crisi regionale della Campania si appresterebbe a vagliate l’accordo sottoscritto tra il Direttore generale Tutela della Salute Regionale, i tre Direttori Generali delle ASL della Città Metropolitana, ed i rappresentanti degli Ordini dei Medici e delle professioni Sanitarie.

L’accordo prevede che tutti gli iscritti agli ordini citati rientreranno tra coloro ai quali è possibile somministrate il vaccino nella prima fase del programma, la decisione è estesa anche agli iscritti attualmente in pensione.

Come a tutti noto vi sono numerosi professionisti sanitari che pure essendo collocati in pensione continuano ad esercitare la loro attività e quindi nel rispetto delle linee guida ci sembra ovviamente opportuno che questi rientrino nella prima fase di somministrazione. Tuttavia ci preme evidenziare che non tutti i professionisti sanitari collocati in pensione continuano ad esercitare l’attività professionale.

Vi sarebbe quindi una platea numerosa che riceverebbe la somministrazione del vaccino pur essendo semplicemente in pensione e con un grado di rischio assolutamente assimilabile agli altri pensionati che risiedono nella nostra regione

Estendere inoltre a tutti i pensionati iscritti all’albo la somministrazione del vaccino nella prima fase, risulterebbe in contrasto con le linee guida del Ministero, che identifica la priorità nelle categorie degli operatori sanitari e socio sanitari esposti in prima linea all’infezione da Covid-19.

Tale priorità viene altresì estesa al personale dei presidi residenziali per gli anziani (RSA); il tutto al punto 2 della linea guida ministeriale.

Risulta quindi che ove si accogliesse quanto stabilito nel verbale di accordo sottoscritto in data 11 gennaio 2021, sarebbe in palese contrasto con i criteri di gradualità previsti dal governo nazionale. Non manchiamo di evidenziare che si creerebbe in tale modo un vero e proprio privilegio a favore di una categoria di pensionati, il cui unico requisito sarebbe quello di un’iscrizione ad un Ordine professionale.

Per quanto esposto facciamo appello all’Unità di crisi di non dare attuazione al citato accordo e ci riserviamo eventuali e successive iniziative ove i termini di quell’accordo non venissero modificati”.