AVERSA –Un anno di battaglie. Si è da poco concluso un 2020 che ha visto la sede di Aversa ed agro aversano dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus particolarmente attiva. Il 2 di gennaio del 2020, l’A.I.F.V.S. Onlus e l’associazione “Konsumer Italia” hanno richiesto, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (in particolare all’attenzione del Commissario Prefettizio del Comune di Marcianise, al Prefetto di Caserta ed alla Provincia), “controlli e verifiche di legalità in merito al verbale di contestazione emessi dalla Polizia Municipale di Marcianise sulla SP 335”. In particolare il dubbio delle associazioni fu posto sulla legalità o meno del limite di 60 km/h, che risultava essere pericoloso per la circolazione, dato che, su quel tipo di strada (extraurbana principale) avrebbe dovuto sussistere un limite di velocità che va da 90km/h fino a 110km/h. Inoltre, al centro della segnalazione, fu posta anche l’agibilità del tratto di asse mediano. Seguì la disattivazione dell’apparecchio nello stesso mese.
In un documento protocollato il 27 gennaio del 2020 e posto all’attenzione del Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ed al Procuratore della Repubblica di Tribunale Napoli Nord, la sede di Aversa e dell’agro aversano dell’A.I.F.V.S. Onlus ha richiesto la verifica delle prescrizioni di cui all’art. 208 del Codice della strada. Nello specifico l’azione era legata al controllo dell’utilizzo dei proventi derivanti dai verbali effettuati sui territori di Caserta e Napoli dagli enti preposti alla sicurezza stradale. L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada chiese di “effettuare tutte le opportune indagini e verifiche al fine di stabilire se vi è stato negli ultimi 5 anni e se vi è attualmente, il rispetto di tale dettato normativo, dal momento che lo stesso determina la possibilità di prevenire numerosi incidenti stradali nei quali, assai spesso, si perde la vita o si resta gravemente compromessi nella propria incolumità”. Un appello che si collegò direttamente al Protocollo n. 6729/12B.2//GAB, datato 17/12/2008, posto all’attenzione di tutti gli enti competenti e, più nello specifico, al punto del testo in cui si legge “inoltre, molte amministrazioni comunali ricorrono, per la gestione dei predetti strumenti e l’espletamento di tutte le attività correlate, a ditte private, conferendo aggi di importo che appare difficilmente giustificabile, senza dimenticare che, in ogni caso, i proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie devoluti ai comuni devono essere deputati, in una quota pari al 50%, per le finalità previste dal comma 4 dell’art. 208, previa determinazione annuale, tramite delibera di Giunta, delle quote da destinare alle stesse finalità. Inoltre, appare davvero sproporzionato che in un territorio provinciale disseminato di sistemi elettronici per il controllo della velocità e degli attraversamenti semaforici, si registrano invece evidenti lacune in altre attività di controllo che, ai fini della sicurezza della circolazione, sono non meno importanti, quali l’utilizzo dei caschi da parte di conducenti e passeggeri di motoveicoli e l’impiego delle cinture di sicurezza negli autoveicoli”.
Il 3 luglio del 2020, il responsabile Biagio Ciaramella, in viaggio verso il villaggio Coppola di Castel Volturno per sostenere una famiglia, si imbatté nella rotonda dove, il 31 luglio del 2008 perse la vita suo figlio Luigi. Nell’occasione fu girato un video, visualizzato da oltre 570mila persone (visionabile al link https://www.facebook.com/giustiziaperluigi/videos/3142695945818498/), in cui venne evidenziata la pericolosità del tratto stradale: “Bisogna moderare la velocità dei conducenti creando dei dissuasori in prossimità dei quattro incroci – disse Ciaramella -. La rotonda, a mio parere, è di piccole dimensioni e difficilmente visibile in lontananza. Le protezioni angolari possono attutire l’impatto solo se le vetture viaggiano a velocità ridotta, mentre, negli altri casi, potrebbero rivelarsi un blocco relativo considerato anche il palo pericolosissimo”. Seguì la segnalazione alla Provincia il 6 agosto. Il silenzio assordante è culminato, lo scorso 23 dicembre, in un esposto/denuncia incentrato sui “rischi e la pericolosità per la circolazione stradale, con elevata probabilità di verificarsi di sinistri che compromettano la salute dei relativi utenti”. “Vogliamo che nessuna famiglia viva il nostro dolore – afferma Biagio Ciaramella -, specialmente a causa della strada Ischitella-Madonna del Pantano. Chiediamo alla Procura di prendere in considerazione le nostre segnalazioni al fine di favorire l’incolumità pubblica e per il rispetto delle leggi vigenti”.
A complimentarsi per il lavoro svolto dalla sede di Aversa ed Agro aversano è stato il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti: “Il responsabile Biagio Ciaramella è un faro nella lotta alla strage stradale. Le sue parole vanno ascoltate e hanno il sostegno di tutta la nostra realtà. Dobbiamo garantire sicurezza agli utenti della strada perché solo in questo modo si possono ridurre gli incidenti. L’alta velocità assunta dalle vetture assume un peso fatale nelle tragedie e trovare un modo per far sì che tutti rispettino il codice della Strada è un dovere di ogni cittadino del mondo. Siamo stufi di assistere impotenti a questa mattanza, è ora di cambiare”.