“IL SORRISO ARCAICO”: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI YANNIS SOULIOTIS, TRADOTTO E CURATO DA JOLANDA CAPRIGLIONE

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135665527 1360456334305001 2030988567692767977 o IL SORRISO ARCAICO: PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI YANNIS SOULIOTIS, TRADOTTO E CURATO DA JOLANDA CAPRIGLIONEE’ in corso, in diretta dalle 17:30 sulla pagina facebook “Campo archeologico Campi Flegrei”, il terzo e ultimo incontro della rassegna “Eppur si legge. Segna Lib(e)ri di Natale”.
Protagonista il libro di Yannis Souliotis “Il sorriso arcaico” (Edizioni Saletta dell’Uva).
Il sorriso è un’espressione facciale con le labbra rivolte verso l’alto in maniera obliqua. Muto, generalmente esprime simpatia e piacere. Ma questo labbro sottile che si leva lascia comunque un mistero intorno a sé. Il sorriso è il risultato (la conseguenza) di emozioni, esperienze, significati, contrazioni di muscoli e sistemi nervosi ai lati della faccia e intorno agli occhi mentre mostra piacere, gioia, ma anche ironia. E un dono di natura, predefinito geneticamente, tant’è che lo vediamo nei bambini sordi e ciechi fin dal giorno della loro nascita.
E’ un libro di poesie corredato di foto suggestive e ancora Arte, Arte preziosa che gli Amici pittori hanno deciso di offrire ad una figura arcaica perfetta e unica: il kouros, caratterizzato da un preciso ritmo scultoreo e dal sorriso ‘misterioso’, enigmatico, come scrive lo stesso autore:
“Tanti enigmi sono rimasti/sulle labbra./La loro soluzione/
non ha a che fare/con lo sguardo,/ma continua a dirigersi/verso il corpo./Dovunque ti porti un sorriso”.
Ma cosa vuol dire oggi l’espressione sorriso arcaico? Come si caratterizza questo particolare stile distintivo della scultura greca arcaica, ricordato dalla storiografia, che troviamo soprattutto nella Grecia continentale, nelle isole Egee e la costa dell’Asia Minore nel VI sec. a. C
Con l’autore sono in collegamento il direttore del Parco Fabio Pagano, la professoressa Jolanda Capriglione (traduttrice e curatrice del libro) e Paolo Giulierini (direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli che ne ha scritto la postfazione).