– di Ciro Esposito – Tutto cambia o tutto si trasforma? Non sono de Lavoisier e, quindi, non mi permetto di cimentarmi in tale disquisizione, però, posso dire che alla luce di quello che si vede e si sente tentano, col politicamente corretto, e le assurde correzioni che vogliono imporre al nostro modo di pensare e parlare, di occultare il nostro passato manco se ne vergognassero… incominciando “dal modo di profferir verbo“. Gli antichi detti, tanti vocaboli e molti termini vengono sostituiti con nuove espressioni ; un parlare definito politicamente corretto, ma la cosa più grave, è l’abuso degli anglicismi che relegano il corrispettivo e esatto termine, da sempre in uso nella NOSTRA LINGUA, nel ciarpame: Chiusura diventa lockdown, smistamento diventa triage, il telelavoro smart working mentre il giorno della astrusa celebrazione delle vaccinazioni anticovid 19 è stato definito il vaccine day che non è il giorno della vacca. La lingua italiana, è difficile, chiara e va accuratamente coltivata; essa rende l’esatto significato di quello che si vuole dire. Oggi invece hanno apportato “le mutazioni”… Incominciamo dal punto: quello interrogativo che viene definito di domanda …ma la sua funzione è forse mutata? NO!! E allora? Col vecchio linguaggio, quelli che non vedevano erano denominati ciechi, oggi sono definiti non vedenti ma… sempre ciechi sono; quelli che non sentivano erano classificati sordi mentre oggi li definiscono non udenti ma, se non usano le protesi, sempre sordi restano; i netturbini, tempo fa, erano “‘e scupaturi“, oggi invece, se non li definisci operatori ecologici sono uccelli senza zuccheri…ma semp’ a munnèzza trattano…con i guanti, magari. Quelli che un tempo si chiamavano infermieri, oggi sono operatori sanitari mentre i bidelli si offendono se non li chiami collaboratori scolastici…I termini sono cambiati, le mansioni sono le stesse ma i lavoratori denominati con altro termine non fanno più un tubo. A questo ci ha portato il politicamente corretto. Anche la Chiesa si è adeguata ai tempi e ha modificato IL PADRE NOSTRO. Vi ha aggiunto un “come anche” noi perdoniamo ai nostri debitori e al sostantivo fratelli vi ha “congiunto” sorelle… per la parità di genere? La CEI ha considerato che il “fratelli” di un tempo era detto in senso lato e si rivolgeva alla umanità, però, la stessa CEI non ha sostituito il vocabolo servo, che per me significa schiavo e che nei vangeli ricorre spesso, con l’adeguato termine di collaboratore. I vescovi hanno seguito la moda correggendo finanche S. Girolamo! lo sarò anche il signor nessuno ma dico ciò che penso … è il potere della democrazia?! Il nuovo modo di parlare, infiocchettando i termini; il voler esporre la frasca, danneggia la lingua madre, ne svilisce l’importanza e ci priva della nostra identità…l’Oste che ho conosciuto, “o` cantiniere”, mi diceva sempre: Oi Gi, ‘o vin bbuòno se venne senz’a frasca. Concludo e sostengo che i termini che vengono usati oggi sono effimeri e deteriori…potenza e stupidità del politicamente corretto. E adesso, le dolenti note, senza avere la pretesa di voler insegnare ai “giovani di oggi” il mestiere di Amministratore della cosa pubblica ma col solo intento di dare un contributo, spero utile, perché le cose migliorino. Di questi baldi giovani ne conosco uno, che a mio sommesso avviso, deve essere indirizzato sulla giusta via iniziando con una domanda. Cosa vuol dire fare il Consigliere Comunale o anche l’assessore? Oggi il Consigliere viene ancora eletto mentre l’assessore può essere nominato dall’esterno…vi è una grande differenza, perché una testa di rapa, per la sua amicizia con chi comanda, va a servirsi di una scrivania di cui non conosce nulla e fa danni alla città. L’Assessore, per ogni provvedimento attinente al ramo di sua competenza (non solo sulla carta) deve conoscere TUTTO…non deve permettere che “IL PROBLEMA” venga studiato e curato da altri che a sua insaputa fanno il bello e il cattivo tempo…La Comunità lo paga per quello che dovrebbe fare. Egli ha la responsabilità politica è deve farla valere; è vero che la legge ha sostituito le delibere di Giunta con la determina dei “dirigenti” ma l’ultima parola, se l’assessore è intelligente, spetta alla politica …l’assessore deve controllare se tutte le firme apposte dal dirigente sono messe nel modo giusto perché il provvedimento adottato sia di utilità alla comunità; diversamente, il dirigente ne deve subire le conseguenze penali e l’assessore deve cambiare mestiere. Per adesso vi voglio parlare di un caso “fresco” di nessuna utilità…la cattedrale nel deserto, ovverossia la pista ciclabile …È sicuro l’assessore che, per come è stata realizzata non contrasti con le norme del Codice della Strada? Un provvedimento di tale portata, se necessitava, andava inquadrato in un progetto più ampio insieme a quello della rivisitazione dei parcheggi sotterranei, della sosta a raso e di tutta la mobilità veicolare cittadina …chi ha fatto quel progetto ha valutato male, ma l’errore grave, lo ha fatto il politico che l’ha approvato. Ne ho voluto controllarne il beneficio facendo quello che facevo “allora” per i provvedimenti che portavo in Giunta. (nulla era improvvisavo) Ho sostato in via Fulvio Renella (via Napoli), vi ho passato circa 4 ore della mia mattinata di pensionato e ho fatto i funghi. Ho visto passare un solo ciclista, un extracomunitario a cui abbiamo pagato la bicicletta e il telefonino che adoprava. Ho chiesto a me e chiedo ai cittadini che con le loro tasse pagano lautamente sia i dirigenti, sia i politici che dovrebbero governarci: ma per un solo ciclista andava realizzato quel Progetto? I ciclisti esistono ma non a Caserta, solo a Marcianise dove è stato costruito un velodromo mai andato in funzione e nell’hinterland napoletano. La domenica e nei giorni festivi, in modo repentino, quei ciclisti attraversano, per diporto, la città. Questa quisquiglia giustifica la spesa per l’opera …ma nessuno controlla?