– di Davide Fusco – Il fattaccio è accaduto il venti dicembre mattina. Da allora le nostre mani smaniano dal desiderio d’afferrare una tastiera, digitare tutto il nostro sdegno, e vomitarlo in rete. A trattenerci è stato soltanto il santo Natale. Il suo passaggio ha avuto il pregio d’imporre la bonomia persino a noi povere anime miscredenti. La testa ci duole, lo stomaco pure, le mani non smettono di smaniare, e, or che il natal più non la trattiene, la lingua sente l’insopprimibile bisogno di tornar a malignar. I signori in foto facevano parte del club Napoli la Rotonda 1987. Il venti dicembre mattina si sono radunati presso la loro amata rotonda per ricordare i vecchi tempi ed esporre lo striscione che negli anni Ottanta portavano allo stadio San Paolo. Una banalissima rimpatriata. Piccolo dettaglio: siamo nel bel mezzo d’una pandemia globale! A ricordarcelo sono le rade mascherine che vediamo sotto al mento d’alcuni di questi signori. La loro violazione delle regole imposte dall’emergenza pandemica sembrava destinata alla formidabile divulgazione orale delle linguacciute comari sannicolesi. Sembrava, per l’appunto. A mutarne la sorte è stato niente poco di meno che il signor sindaco in persona. Alle 13:30 di domenica venti dicembre pubblica sulla sua pagina facebook le foto della rimpatriata di questi signori e scrive: “un tuffo nel passato; un breve momento di sana allegria tra tifosi sfegatati”. Sono affermazioni che, dato il momento, non esitiamo a definire criminali. Probabilmente se ne rende conto egli stesso. Tant’è che il ventiquattro pomeriggio, sempre sulla sua pagina facebook, scrive: “ciascuno si rifugi nel calore familiare; si preservino le nostre tradizioni nell’attesa di poterci riabbracciare”. Par che parli un bipolare. In sostanza fa due inviti: il primo è ad assembrarsi, il secondo a restare a casa. Ai sannicolesi facoltà di scegliere quale sindaco seguire.