– di Ursula Franco * –
(LEGGI ANCHE L’ANALISI DELL’INTERVISTA AD OLINDO ROMANO)
Rosa Bazzi (12 settembre 1963) e suo marito Olindo Romano (10 febbraio 1962) sono gli autori della cosiddetta “Strage di Erba”. L’11 dicembre 2006, i due coniugi hanno ucciso Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef, 2 anni, la madre della Castagna, Paola Galli Castagna, 60 anni, una vicina, Valeria Cherubini, 55 anni, e hanno tentato di uccidere Mario Frigerio, marito della Cherubini.
Nel maggio 2011, i Romano sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva per omicidio plurimo pluriaggravato e tentato omicidio.
Nell’aprile 2019, il programma televisivo “Le Iene” ha mandato in onda parte di un’intervista rilasciata da Rosa Bazzi ad Antonio Monteleone. L’intervista trasmessa non è integrale ed è affetta da tagli e ricomposizioni, in ogni caso alcuni stralci risultano analizzabili. Poiché la Bazzi e suo marito desiderano che venga riaperto il caso, ci aspettiamo che, in quest’intervista, Rosa:
- mostri di possedere il cosiddetto “muro della verità”, che è una potente ed impenetrabile barriera psicologica che permette a coloro che dicono il vero di rispondere con poche parole alle domande relative al caso giudiziario in cui sono coinvolti, in quanto non hanno la necessità di convincere nessuno di niente;
- neghi in modo credibile di aver commesso il quadruplice omicidio per il quale sta scontando una condanna all’ergastolo. Ovvero dica: “Io non ho ucciso Valeria, Paola, Raffaella e Youssef, sono innocente, sto dicendo la verità“ o “Io non ho ucciso Valeria, Paola, Raffaella e Youssef, sto dicendo la verità“.
Rosa Bazzi: È megliooo… due stupidi in carcere cheee… (…) ammettere, come si chiama, i propri sbagliati.
Rosa Bazzi: Sono molto, molto nervosa.
Antonino Monteleone: Anche perché l’ultima volta che c’avevi una telecamera in faccia…
Rosa Bazzi: Mi sono beccata anche una bella condanna… almeno se l’avrei fatto.
Si noti che la Bazzi non prende moralmente le distanze dal quadruplice omicidio.
Rosa Bazzi: Con la rabbia che ho addosso non ce la faccio a spiegarvelo perché nn… non parlarne vuol dire che io sono colpevole, non parla-rne più vuol dire: “Va bene, lasciali in galera, sono due stupidi, lasciamoli in galera”; parlarne ancora, la gente è stanca (…) di parlare sempre di noi due, non capisco perché… perché andiamo in cassazione, andiamo eeehm (…) in tutti i posti che vanno gli avvocati, trovano sempre un muro, cioè ma per… cioè, la verità, falla uscire (…) poi se sono colpevole, basta, lasciatemi in galera, sto in galera, ma se c’è proprio veramente tutte queste prove… Perché li hanno bruciate? Perché li nascondete?
Si noti “Con la rabbia che ho addosso”.
“io sono colpevole” è un’ammissione tra le righe.
La Bazzi, dicendo “la verità, falla uscire (…) poi se sono colpevole“, lascia spazio alla possibilità di essere colpevole.
Antonino Monteleone: Quindi, dici, il più grande errore che tu hai fatto, secondo te, in tutta questa storia?
Rosa Bazzi: Sono le mie confessioni, lo sto pagando.
La Bazzi prende possesso delle sue confessioni.
Antonino Monteleone: Cioè, dici, se tu non avessi confessato, non c’era niente.
In seguito a questa domanda ci aspettiamo che, se innocente, la Bazzi neghi in modo credibile.
Rosa Bazzi: No. Sto pagando le mie confessioni, non sto pagando perché son salita, perché non sono salita, sto pagando le mie confessioni.
La Bazzi non coglie l’occasione per negare in modo credibile ma continua a prendere possesso delle sue confessioni.
Prima ammette di essere salita poi lo nega.
Rosa Bazzi: Quello che penso, sono molto, molto arrabbiata.
Si noti “sono molto, molto arrabbiata”.
Antonino Monteleone: Oggi sei arrabbiata?
Rosa Bazzi: Molto, perché… pensavo di… di credere nella giustizia e invece su di me la giustizia italiana non ha fattooo… ha fatto proprio un buco nell’acqua.
Antonino Monteleone: C’è chi pensa che arrestando te e Olindo, invece, la giustizia italiana abbia fatto centro.
Rosa Bazzi: Sì, hanno fatto centro, peròòò… non siamo stati noi due.
La Bazzi, dicendo “Sì, hanno fatto centro”, ci comunica che lei e suo marito sono i responsabili del quadruplice omicidio e poi, ancora una volta, cerca di correggersi. “non siamo stati noi due” non è una negazione credibile.
Rosa Bazzi: Non hanno svolto bene il lavoro che hanno fatto… se lo fa… se lo facevano bene… cioè… come mai spar…spariscono le cose adesso e che potevano andare a controllarliii allora…
La Bazzi non riesce a concludere la frase “se lo facevano bene…”. Rosa Bazzi dice che se gli inquirenti avessero lavorato bene sarebbero giunti a conclusioni diverse, perché mentirebbe.
Rosa Bazzi: Faccio un po’ fatica a credere (…) nella giustizia.
“Le Iene” hanno tagliato ciò che la Bazzi ha detto tra “Faccio un po’ fatica a credere” e “nella giustizia”.
Se Rosa Bazzi fosse vittima di un errore giudiziario e si riferisse alla giustizia, dopo la condanna definitiva all’ergastolo non farebbe solo “un po’ fatica a credere nella giustizia”, non ci crederebbe proprio più.
Rosa Bazzi: I reperti sono andati a bruciarli (…) adesso ditemi un po’ voi se io, cioè, devo ancora avere fiducia, a quel punto qui la fiducia… a quel punto qui la fiducia è persa, è morta.
Si noti che la Bazzi è vaga, non fa seguire al termine “fiducia” le parole “nella giustizia”, perché non riesce a mentire. Questo stralcio, peraltro, ci aiuta a capire il perché “Le Iene” abbiano artificiosamente costruito la precedente risposta della Bazzi “Faccio un po’ fatica a credere (…) nella giustizia”.
Antonino Monteleone: Voi non eravate arrabbiati con Raffaella?
Rosa Bazzi: No, arrabbiati no, eravamo solamente… che i problemi c’erano ma non potevamo arrivare eee… alle mani.
Si noti che la Bazzi non dice “non potevamo arrivare ad uccidere” per evitare lo stress che le provocherebbe il confrontarsi con un termine tanto evocativo.
Antonino Monteleone: Perché uccidere anche la Cherubini, è una domanda?
Si noti che Monteleone tiene a precisare alla Bazzi che le sta facendo una domanda. La precisazione dell’intervistatore lascia intendere che lo stesso abbia contaminato l’intervista, quantomeno con sue personali affermazioni.
Rosa Bazzi: Ma noi non l’abbiamo fatto, non siamo saliti, noi.
“Ma noi non l’abbiamo fatto, non siamo saliti noi” non è un modo credibile di negare un quadruplice omicidio.
Rosa Bazzi: (…) non abbiamo fatto niente.
“non abbiamo fatto niente” non è una negazione credibile.
Antonino Monteleone: Rosa, perché hai confessato?
Rosa Bazzi: Bella domanda… lo chiediamo all’Olindo, lo chiediamo ai carabinieri.
Una risposta evasiva.
Antonino Monteleone: Cioè, possibile che pur di stare insieme, voi due vi accollate quattro omicidi, pur di non essere separati?
Rosa Bazzi: Allora era così, cioè, io, non sapendo… perché non mi era mai successo una cosa del genere (…) allora le cose erano così, adesso le cose sono cambiate ee…
Antonino Monteleone: Tra te e Olindo.
Rosa Bazzi: Sì, nel senso che abbiamo capito lo sbaglio, abbiamo capito ma nn…
Antonino Monteleone: Qual’è stato lo sbaglio, uccidere quattro persone?
In seguito a questa domanda ci aspettiamo che, se innocente, la Bazzi neghi in modo credibile.
Rosa Bazzi: No (…) accollarci quello che c’hanno detto i carabinieri.
La Bazzi non nega in modo credibile di aver commesso l’omicidio, ma ci riferisce solo di aver sbagliato a confessare.
Rosa Bazzi: E non era successo niente.
“non era successo niente” non è una negazione credibile.
Antonino Monteleone: Il RIS di Parma battuto da Rosa Bazzi, cioè i carabinieri del RIS di Parma non trovano una traccia di Rosa e e Olindo perché come pulisce Rosa, cioè più forte tu di 15 carabinieri?
In seguito a questa domanda ci aspettiamo che, se innocente, la Bazzi neghi in modo credibile.
Rosa Bazzi: Beh però non… non c’era neanche niente da trovare, perché, su una cosa del genere, penso che scendevi che eri in un lago di sangue, (…) vedendo le foto era una cosa indescrivibile… era.
La Bazzi non nega di aver commesso il quadruplice omicidio, né di aver pulito, anzi, il “Beh però” e il “neanche” la tradiscono.
Antonino Monteleone: Soprattutto fa arrabbiare le persone comuni che dicono, ma come hanno fatto una donna ed un uomo ad ammazzare in quel modo un bambino di due anni e mezzo?
In seguito a questa domanda ci aspettiamo che, se innocente, la Bazzi neghi in modo credibile di aver ucciso il piccolo Youssef.
Rosa Bazzi:……… Non lo so, non ci sono salita e non l’ho vi… non… non so… mmmm… non so come spiegargliela questa cosa.
La domanda è sensitiva, la Bazzi aspetta a lungo prima di rispondere, si autocensura e prende tempo con ripetizioni e pause.
“non ci sono salita” non è una negazione credibile.
“non so come spiegargliela questa cosa” è un’ammissione tra le righe, la Bazzi mica è un’esperta, perché dovrebbe sentirsi in dovere di spiegarci “questa cosa” se non perché ha ucciso lei il bambino. Peraltro, con l’uso dell’aggettivo “questa” mostra vicinanza all’omicidio.
Antonino Monteleone: Quale cosa?
Rosa Bazzi: Di avere ucciso un bambino, perché… devi andare praticamente… ce l’hai con… la mamma o il papà, non c’entra niente lui, cioè nnn…
“Di aver ucciso un bambino” e “ce l’hai con… la mamma o il papà” sono ammissioni tra le righe.
Antonino Monteleone: Tu ce l’avevi con la mamma e col papà?
Rosa Bazzi: No, non ce l’avevo con nessuno dei due, non ce l’avevo, cioè, non potevo arrivare a questo punto.
La Bazzi prima nega, poi dicendo “non potevo arrivare a questo punto” ammette tra le righe che ce l’aveva con Raffaella e Azouz.
Si noti che ancora una volta la Bazzi non riesce a dire “non potevo arrivare ad uccidere”. Non pronuncia la parola uccidere per evitare lo stress che le produrrebbe.
Rosa Bazzi: Chi l’ha fatto veramenteee è stato atroce (…) cioè ha avuto proprio addosso una rabbia fortissima.
Si noti che la Bazzi non è capace di condannare l’autore dell’omicidio di Youssef, infatti, con il termine “atroce” definisce l’omicidio, non il suo autore. La sua disposizione linguistica nei confronti dell’autore dell’omicidio del bambino è neutra perché è stata lei ad ucciderlo.
Vi ricordo che, in precedenza, la Bazzi ha detto: “Con la rabbia che ho addosso”, “sono molto, molto arrabbiata” e, alla domanda del giornalista: “Oggi sei arrabbiata?”, ha risposto: “Molto”, ed adesso ci dice che ci uccise Youssef “ha avuto proprio addosso una rabbia fortissima”, non “avrà avuto”, ma, si badi bene, “ha avuto”.
Rosa Bazzi: Loro perché sono giudici, loro sono… avvocati, sono ministri, sono che cosa, nascondono e io sto pagando… ma vado avanti a pagare… ma vado avanti a pagare a testa alta, vado avanti, perché s… pago i miei sbagli, ma loro come si sentiranno stasera? Come si sentirà il Maresciallo Gallorini a dire: “Ah, sì, ho messo due stupidi in carcere”?
Rosa Bazzi è credibile quando dice “pago i miei sbagli”, in parole povere, la Bazzi ci dice di meritare il carcere.
Antonino Monteleone: L’avvocato Troiano* non era proprio contento di vedermi.
*L’avvocato Troiano è stato il primo difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Rosa Bazzi: Beh, ha fatto propriooo… un bel po’ di danno, o sbaglio?
Rosa Bazzi: Quando siamo stati interrogati lui dice che c’era, ma non c’era mai.
Rosa Bazzi: Devo dire grazie al signor Picozzi, glielo dico veramente e questo pezzettino non avete da tagliarlo (…) Grazie signor Picozzi* che ci hai proprio dato l’aiuto, nom non ci hai dato l’aiuto, ci hai dato lo spintone di rimanere in carcere per tutta la nostra vita.
*Il dottor Massimo Picozzi era consulente della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi.
Il fatto che la Bazzi dica a Monteleone “e questo pezzettino non avete da tagliarlo”, ci rivela che è al corrente della tecnica “taglia e cuci” de “Le Iene”.
Rosa Bazzi: Lui mi faceva le domande e mi spiegava quello che avevo da dire, mi spiegava “Rosy, fai questo fai quello, devi dire così devi fare così, quando è il momento ti devi agitare, cioè muovi le braccia così” (…) Lui aveva spento la telecamera… mi aveva detto come muovere le mani come agitarmi, cioè… tutte queste cose. Questo me l’aveva detto Picozzi. (…) Fa: “Guarda che lo faccio per aiutare voi (…) perché questo video vi serve”.
Antonino Monteleone: Vi è servito, infatti.
Rosa Bazzi: Ci è servito, sì, è vero (…) con il fiocchetto ci ha servito l’ergastolo.
Antonino Monteleone: Questa intervista, che stiamo girando, indispettirà i fratelli di Raffaella Castagna che quando vedranno Rosa che spiega le sue ragioni, loro diranno questa cosa ci fa soffrire, perché loro sono sicuramente colpevoli e noi siamo le vittime incolpevoli di questa strage.
Rosa Bazzi: Beh, hanno ragione perché gli è morta una sorella, gli è morta una mamma e un nipotino.
“Beh, hanno ragione” è un’ammissione.
Antonino Monteleone: (la domanda non è andata in onda)
Rosa Bazzi: Però proprio colpevoli (…) non devono proprio dire (…) che siamooo colpevoli, devono devono sedersi a tavola con me (…) e vedereee (…) poi Pietro deve sedersi a tavola con me e vedere s… chi è colpevole di noi due.
Poiché la domanda di Monteleone non è presente, non possiamo analizzare la risposta della Bazzi perché potrebbe essere stata contaminata.
Antonino Monteleone: Mmm…
Rosa Bazzi: Non la tagliare questo pezzettino.
Ancora una volta, si noti il suggerimento della Bazzi a Monteleone “Non la tagliare questo pezzettino”.
Nel corso della stessa intervista, in altre due occasioni, la Bazzi suggerisce al giornalista: “Tagliala anche questa” e “Taglia”.
Rosa Bazzi: Beh, se era qui, glielo dicevo (a Frigerio) (…) stai puntando proprio il ditoooo addosso a me che io nnnon ho fatto niente.
“io nnnon ho fatto niente” non è una negazione credibile.
Antonino Monteleone: Cioè, qual è il problema? Ti dico se io fossi Pietro Castagna, no? Direi ma io non ho fatto le indagini, le ha fatte qualcuno al posto mio, sì, io non ho giudicato, qualcun altro ha giudicato per me. Perché io non dovrei fidarmi di quello che dicono i giudici, che sono la massima autorità che può occuparsi di risolvere un caso di omicidio del genere? Cioè se i giudici mi hanno detto che Rosa Bazzi e Olindo Romano sono colpevoli… il fatto che loro siano in galera per noi è motivo di soddisfazione. Chi ha tolto la vita ai miei cari, marcisce in galera.
Rosa Bazzi: Giusto.
Un’ammissione.
Antonino Monteleone: Eh tu adesso però… mi fai capire che punti l’indice contro Pietro, è un po’ impegnativa come cosa.
Rosa Bazzi: Ah, mah…
Antonino Monteleone: Perché dici questa cosa?
Rosa Bazzi: Perché erano sempre in guerra, erano sempre a litigare, forse litigavamo di più loro che noi due, io e la Raffaellaaa (…) per il casino.
Antonino Monteleone: Ma l’hai visto Pietro, ti pare uno che ammazza quattro cristiani?
Rosa Bazzi: Questo non lo so. Lei ha visto meee… eee… Olindooo che ammazziamo quattro cristiani?!
Rosa Bazzi: Anche se vai a litigare, non vai ad ammazzare una persona.
Rosa Bazzi: Più di una volta si sentiva cheee (…) che Raffaella aveva ancheee… chiuso i rapporti con suo fratello.
Antonino Monteleone: Ed è un buon motivo per ammazzare quattro persone?
Rosa Bazzi: Non lo so, questo non lo so peròòò…
Antonino Monteleone: Tu cosa pensi del fatto che Carlo Castagna, il papà di Raffaella Castagna vi ha perdonati?
Rosa Baazzi: È una barzelletta, non puoi perdonare (…) uno che ha fatto t… questo male (…) dentro di se stesso forseee… ci odiava a morte (…) non ci credo… è una cosa troppo grande, non ci credo, non ce la fai, non ce la fai a perdonare una persona che ti ha portato via una figlia, una moglie e un nipote (…) forse eee… non dovrebbe perdonare me, dovrebbe perdonare la persona che gli ha fatto del male, a me proprio non… non deve perdonarmi (…) perché io non gli ho fatto del male (…) ma neanche l’Olindo, perché non siamo stati noi a fargli del male (…)
“non puoi perdonare (…) uno che ha fatto t… questo male” è un’ammissione.
Si noti che quando la Bazzi dice “forse eee… non dovrebbe perdonare me” lascia spazio al dubbio.
Minimizzare è tipico degli autori di un omicidio: “perché io non gli ho fatto del male” e “perché non siamo stati noi a fargli del male” non sono negazioni credibili. La Bazzi non dice “perché io non li ho uccisi” perché mentirebbe.
Rosa Bazzi: Il mondo intero sa che siamo stati noi.
Si noti che la Bazzi dice “sa”, non “crede” o “ritiene”.
“Il mondo intero sa che siamo stati noi” è un’ammissione equiparabile ad una pietra tombale.
Rosa Bazzi: (…) E se trovavano un DNA, hanno bruciato una sigaretta e se su quella sigaretta lì c’è il DNA?
Si noti che la Bazzi parla genericamente di DNA, non del DNA dell’assassino.
Rosa Bazzi: (…) può darsi che c’è gente che adesso vede questo video si convince di più che sono io quella che ho sb… che ha sbagliato (…)
“sono io quella che ho sb… che ha sbagliato” è l’ennesima ammissione.
Antonino Monteleone: Mi fa più paura pensare che tu non c’entri niente.
Rosa Bazzi: Ma non c’entro niente.
“Ma non c’entro niente” non è una negazione credibile.
Antonino Monteleone: Queste mani qui non sono le mani di un’assassina.
Non una domanda ma un invito a negare di essere un’assassina.
Rosa Bazzi: No, no, non hai visto le mani di un’assassina, hai visto le mani che una persona che è molto debole, che eeee (…) che è molto debole, cioè, che è stata strumentata.
La Bazzi non nega in modo credibile di aver commesso la strage ma afferma semplicemente di essere stata strumentalizzata senza dirci da parte di chi e per fare cosa. Il fatto che abbia palesemente preso le distanze da Olindo, ci aiutai a svelare l’arcano.
CONCLUSIONI
Nonostante gli innumerevoli “taglia e cuci”, l’intervista rilasciata dalla Bazzi si è rivelata un clamoroso autogol.
Rosa Bazzi non è riuscita a dire “Io non ho ucciso Valeria, Paola, Raffaella e Youssef, sto dicendo la verità“, né “Sono in carcere perché sono stata accusata di aver commesso una strage, ma la verità è che io non l’ho commessa e sono stata condannata ingiustamente”, perché avrebbe mentito.
Rosa Bazzi non è riuscita ad emettere parole di condanna morale nei confronti degli autori del quadruplice omicidio, eppure, se Olindo e Rosa fossero innocenti, proprio a loro dovrebbero la condanna all’ergastolo. Rosa Bazzi non è riuscita a scagliarsi contro gli assassini di Valeria, Paola, Raffaella e Youssef, perché lei è una di quelli.
In più occasioni Rosa Bazzi ha ammesso di aver commesso la strage.
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* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari