– di Germán Gorraiz López* –
Il termine utopia (ciò che non è da nessuna parte) fu usato da Thomas More nel XVI secolo e sarebbe “l’instancabile ricerca dell’umanità dall’inizio dei tempi per un luogo o una società ideale” e nonostante la sua natura irreale, permette di riconoscere gli ideali di una società o comunità in un momento specifico del suo percorso storico nonché gli ostacoli che impediscono di cristallizzare il suo sogno idilliaco, con cui l’utopia così concepita, sarebbe la via per realizzare un sogno che implicherebbe il suo potere la capacità di diventare un atto concreto (l’obiettivo è sulla strada), essendo necessario percorrere il sentiero segnato dal pragmatismo politico: “Inizia facendo ciò che è necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso farai l’impossibile”.
Il puzzle disarticolato del caos ordinato può essere delineato dalla cosiddetta “Teoria delle catastrofi” dello scienziato francese René Thom e sarebbe basato su due concetti antinomici per cercare di “comprendere l’ordine gerarchico della complessità biologica”. Quindi, il concetto di stabilità o equilibrio si riferisce a un sistema che rimane stabile anche se registra un cambiamento, un principio che, trasferito alla sfera politica, si tradurrebbe nella Riforma del 78° Regime senza alterarne i principi essenziali (monarchico, giacobino e neoliberista), tesi che difenderebbero i partiti dello stabilimento dominante dello Stato spagnolo (PP, PSOE e Ciudadanos). Dalla parte opposta troviamo il concetto di cambiamento qualitativo o discontinuità che si verifica quando semplici cambiamenti quantitativi diventano qualcos’altro e il sistema si trasforma radicalmente internamente in una nuova realtà che modifica la sua situazione di equilibrio interno e crea una nuova realtà. Situazione nuova (Repubblica Confederale), tesi difesa solo da United We Can e dai gruppi di indipendenza periferica e che viene associata dall’apparato mediatico del sistema dominante (mass media) all’avvento del caos.
L’istituzione dello Stato spagnolo sarebbe composta dalle élite finanziaria, politica, militare, cattolica, universitaria e dei mass media dello Stato spagnolo, eredi naturali dell’eredità del generale Franco che avrebbe inghiottito tutte le sfere decisionali (secondo il lettura del libro “Oligarchia finanziaria e potere politico in Spagna” scritto dall’ex banchiere Manuel Puerto Ducet), e ha anche avviato una deriva totalitaria che avrebbe già reso la pseudo-democrazia spagnola ostaggio dell’establishment e il cui obiettivo finale sarebbe stato quello di attuare la “Late Franco State”, un anacronismo politico che attingerebbe alle fonti del centralismo bonapartista francese e al paternalismo delle dittature morbide.
L’attuale sistema dominante o di stabilimento delle società occidentali userebbe la dittatura invisibile del consumismo compulsivo dei beni materiali per annullare gli ideali dell’individuo originale e trasformarlo in un essere acritico, pauroso e conformista che inevitabilmente ingrosserà i ranghi di una società omogenea e uniforme e facilmente manipolabili attraverso tecniche di manipolazione di massa. Pertanto, la strategia del Bipartitismo spagnolo sarebbe quella di mantenere in vigore il 78° Regime di fronte alla vertigine sollevata dall’utopia di un Nuovo Regime sostenuto da Podemos, con l’obiettivo dichiarato di formare un governo di salvezza PSOE-PP che sarà incaricato di attuare uno Stato monarchico, Bonapartista ed eurocentrico, seguendo la massima del gattopardismo (“Cambia tutto per non cambiare nulla”) in quanto la società spagnola è composta da individui unidimensionali che non esitano a dare la priorità al “panem et circenses”.
Il biologo Lyan Watson nella sua opera “Lifetide” pubblicata nel 1979 afferma che “se un numero sufficientemente grande di persone (Critical Mass) acquisisce una nuova conoscenza o un nuovo modo di vedere le cose, questo si diffonderà in tutta l’umanità”, per cui è necessario che un certo numero di persone (Critical Mass) raggiunga una coscienza superiore, momento in cui l’individuo è già in grado di fare un salto evolutivo e realizzare un cambio di mentalità, tesi nota come “Teoria della Centesima Scimmia”. L’entrata in recessione dell’economia a causa della pandemia provocherà la comparsa di un nuovo individuo (Multidimensional Individual) riaffermato in una solida coscienza critica e sostenuto da valori caduti in disuso come la solidarietà e lo sdegno collettivo per la corruzione e l’ingiustizia e la volontà prevalenti. infrangere le norme e le leggi imposte dalla “monarchia delle tenebre” dello Stato spagnolo e che finalmente realizzerà l’utopia di una Repubblica Confederale dopo un periodo traumatico in cui il vecchio agonizzerà senza che il nuovo sorga.
Così, l’aggravarsi della crisi economica, la disaffezione politica della società spagnola motivata dai gravi casi di corruzione dell’élite politico-economica e dagli scandali della monarchia borbonica, faranno rivedere la validità della Costituzione del 78 in cui sostiene l’attuale status quo e dopo un processo che sembra inevitabile di catarsi e successiva metanoia collettiva in tutto lo Stato spagnolo, non sarebbe da escludere l’istituzione della Terza Repubblica all’orizzonte del 2025, scenario in cui il disegno della una nuova cartografia dello Stato spagnolo con l’implementazione di uno Stato confederale.
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* Analista spagnolo di Economia e Geopolitica. Collabora, oltre a Diario SIGLO XXI, in altri media digitali spagnoli e latinoamericani come Bottup, España Liberal, Libre Pensador, Socialdemocracia.org, Alainet, CubaNuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.