SANITÀ, TUTTI GLI UOMINI DEL RE…CARO DE LUCA, CHE PENA…

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               –        di Francesca Nardi        –                  De Luca coscioni postiglione SANITÀ, TUTTI GLI UOMINI DEL RE…CARO DE LUCA, CHE PENA…Tutti gli uomini del re!…l’immagine è bellissima …evoca eroici cavalieri chiomati, in sella a focosi destrieri…e mentre ti aspetti coreografie all’altezza dei consigliori di De Luca in materia di sanità, angeli suggeritori in odore di santità,  Report su Rai3 rilascia le immagini di tre uomini in fuga…inseguiti da un coriaceo giornalista, che non demorde: tutti gli uomini del re:  uno, magrolino e grigio, un po’ curvo, con lo zainetto da liceale che gli piega le spalle gracili, il mitico Enrico Coscioni, plurincaricato, controllore e controllato, intoccabile genio della cardiochirurgia, a proposito del genio, purtroppo smentito, dolorosamente ma ufficialmente, dal suo ex direttore e fondatore della Cardiochirurgia del Ruggi d’Aragona, Giuseppe Di Benedetto; Antonio Postiglione, l’immarcescibile direttore generale di “tutte le sanità campane e possibili”, pulloverino azzurro, come un cielo d’estate, che correndo libera tutto il sussiego e la puzza sotto al naso, tenuti sotto vuoto spinto, nel corso delle frequenti ed umilianti, frecciate urticanti del governatore ed infine, tocco d’autore, il geologo prestato alla sanità, Italo Giulivo, che non desidera essere disturbato, perché è ora di “fare la pappa”…deve andare, altrimenti si raffreddano sia il cuoco che la minestrina…Caro De Luca, tra uno che millanta qualità personali, come un venditore di pentole, porta a porta, e l’altro che non riesce neppure a mangiare un pasticcino, inorridito dall’invadenza scomoda della “verità” e l’incombere greve dei sospetti su un sistema, che stai covando, come una chioccia fuori misura, qualcuno oggi in Campania, forse non te ne sei accorto, ma… si vergogna un po’. La tua legge è un piano regolatore della nostra libertà, che si articola in funzione della tua volontà, un piano regolatore della nostra esistenza, che cancella a priori il diritto di parola e viviseziona le intelligenze, un piano regolatore del nostro tempo,  in cui il silenzio è la condizione primaria per sopravvivere, la genuflessione, la seconda; il finto compiacimento del sacrificio e della rinuncia, la terza; l’offerta del deretano, la quarta e la simulazione del piacere masochistico per la sofferenza subita, la quinta. Caro De Luca, la tua legge è una dimensione parallela alla ragione e soprattutto estranea all’intelligenza…non si incontreranno mai. E adesso invitiamo alla riflessione i  naviganti, al di qua della barricata:  Pensare che, se vuoi vincere il prossimo concorso, devi tollerare, sorridendo, di essere scartato in questo, per far posto ad un incapace raccomandato, è allucinante… Accettare di tacere, sperando negli eventuali privilegi poi, significa essere consapevoli che il nostro silenzio carrieristico di oggi, potrebbe consentire ad uno qualsiasi di entrare in sala operatoria con licenza di uccidere, e che nell’eventualità di un dramma, resterà impunito…perché il bello della raccomandazione doc è la continuità…protetti prima dopo e durante. Fine della trasmissione per esaurimento scorta antiemetici.