Dietro i coriandoli, i tappeti rossi, le bottiglie di champagne, i frizzi e lazzi dell’apparato burocratico regionale, si nascondono, però, un paio di amare verità: la prima è che c’è un vero e proprio buco nero nei conti del Policlinico che supera i 20 milioni di euro.
La seconda è che c’è il rischio concreto che i lavori potrebbero nuovamente fermarsi già febbraio o marzo. Ma andiamo per ordine. La somma di 20.393.160,67 milioni di euro non se la inventa Casertakestè né tantomeno Ciro Guerriero che ci ha segnalato il caso, ma la commissione straordinaria di liquidazione che ha gestito il fallimento di Condotte Spa, la società incaricata di realizzare il Policlinico tramite la sua controllata Con.cor.su. Scarl (al 99% di Condotte e l’1% del gruppo Cardioli).
La cifra emerge dalla valutazione degli atti effettuata dai commissari Giovanni Bruno, Matteo Uggetti e Gianluca Piredda, incaricati dalla Giudice Francesca Vitale del Tribunale di Roma.
Tra i creditori ci sono lavoratori e dipendenti ma anche le ditte che hanno rifornito, di materiali edili, il cantiere di ConCorSu/Condotte. Tutte le cifre risalgono al periodo 2015-2017 e rappresentano gli ‘insoluti’ del fallimento.
Questi sono stati completamente dimenticati dal Governatore Vincenzo De Luca e dall’amministratore regionale malgrado le proteste. Nella bozza di accordo (quella annunciata a settembre a poche ore dall’apertura delle urne), di cui abbiamo preso visione e di cui parleremo, più compiutamente domani, non c’è riferimento ai ‘sospesi’ ma si è voluto rassicurare i fornitori ‘futuri’. L’università si è fatta responsabile economica dei debiti di ConCorSu/Condotte verso i fornitori che laveranno da gennaio al cantiere.
Ma chi deve avere i soldi? Poco meno di 8 milioni e mezzo, il debito più grande, la ditta del Policlinico ce l’ha con la Banca Ifis, il gruppo della famiglia Furstenberg specializzata nella gestione di crediti da rottamare, ma anche, ad esempio, la Fas srl di Sant’Antimo che si è occupata della vigilanza del cantiere e che deve avere 242.590,95 euro.
O ancora la X Fire Sistem di San Marco Evangelista, che vanta 1.019.201,19 euro. Non è tanto lo scorrere dei nominativi dei fornitori che illumina la mente in un ragionamento più ampio, ma il genere di spese sostenute.
In buona sostanza, grazie all’elenco completo dei creditori si scopre che la gestione economica del Policlinico è stata, a dir poco, lacunosa e poco attenta, per non dire, non vuole essere un’offesa a Condotte e a Vincenzo De Luca ma è l’amara impressione che si ricava dalle carte, truffaldina.
In buona sostanza scopriamo che Condotte, ad esempio, tramite Concorsu e la X Fire ha già comprato tre anni fa, tutti gli estintori del Policlinico. Che se ne faranno degli estintori senza Policlinico? Difficile a dirsi.
Come che cosa se ne saranno mai potuto fare degli infissi, già acquistati, fatturati e non saldati, se ancora non si sono posati i pavimenti? E a che cosa servono i vetri per le finestre acquistati alla Saint Gobain di Milano (che deve ancora ricevere il pagamento di 48.300,59 euro di fatture) già tre anni fa? E’ a cosa è servito, nel 2017, il macchinario per gli impianti elettrici acquistato dalla ditta Psc di Maratea (totale fatture non pagate 599.527,99 euro) se per gli impianti se ne parlerà, se tutto andrà bene, tra tre anni? Non è servito ad un tubo se non, grazie alla distrazione del direttore dei lavori, a riversare un mare di denaro nelle casse di Condotte, ma di tutto questo, ne parleremo domani quando vedremo perchè, i lavori, potrebbero fermarsi di nuovo”.