– di Ursula Franco * –
Rosa Bazzi (12 settembre 1963) e suo marito Olindo Romano (10 febbraio 1962) sono gli autori della cosiddetta “Strage di Erba”. L’11 dicembre 2006, i due coniugi hanno ucciso Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef, 2 anni, la madre della Castagna, Paola Galli Castagna, 60 anni, una vicina, Valeria Cherubini, 55 anni, e hanno tentato di uccidere Mario Frigerio, marito della Cherubini.Nel maggio 2011, i Romano sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva per omicidio plurimo pluriaggravato e tentato omicidio.
Il 28 ottobre 2018 il programma televisivo “Le Iene” ha mandato in onda parte di un’intervista a Olindo Romano, autore insieme a sua moglie Rosa Bazzi del quadruplice omicidio. L’intervista trasmessa non è integrale ed è affetta da tagli e ricomposizioni, in ogni caso alcuni stralci risultano analizzabili.
In Statement Analysis partiamo dal presupposto che chi parla sia “innocente de facto” e che parli per essere compreso. Pertanto, da un “innocente de facto” ci aspettiamo che neghi in modo credibile e che lo faccia spontaneamente. Ci aspettiamo anche che nel suo linguaggio non siano presenti indicatori caratteristici delle dichiarazioni di coloro che non dicono il vero.
Un “innocente de facto” non ci sorprenderà, negherà in modo credibile già dalle prime battute.
Un “innocente de facto” mostrerà di possedere la protezione del cosiddetto “muro della verità” (wall of truth), un’impenetrabile barriera psicologica che permette ai soggetti che dicono il vero di limitarsi a rispondere con poche parole in quanto gli stessi non hanno necessità di convincere nessuno di niente.
Da Olindo Romano ci aspettiamo che neghi in modo credibile di aver ucciso Raffaela Castagna, il piccolo Youssef, Paola Galli Castagna, Valeria Cherubini e di aver ferito Mario Frigerio e che possegga il cosiddetto “muro della verità”.
Una negazione credibile è composta da tre componenti:
- il pronome personale “io”;
- l’avverbio di negazione “non” e il verbo al passato “ho”, “non ho”;
- l’accusa “ucciso tizio”.
Una negazione è credibile non solo quando è composta da queste tre componenti ma anche quando è spontanea, ovvero non è pronunciata ripetendo a pappagallo le parole dell’interlocutore.
La frase “io non ho ucciso Raffaele, Paola Galli e Valeria Cherubini, né ho ferito Frigerio”, seguita dalla frase “ho detto la verità” o “sto dicendo la verità” riferita a “io non ho ucciso Raffaele, Paola Galli e Valeria Cherubini, né ho ferito Frigerio”, è una negazione credibile. Anche “io non ho ucciso Raffaele, Paola Galli e Valeria Cherubini, né ho ferito Frigerio, ho detto la verità, sono innocente” è da considerarsi una negazione credibile.
Antonino Monteleone: Perché sei in carcere?
Olindo Romano: Eh non lo so nemmeno io, forse perché c’han pre… c’han scambiati per qualc… per quello non eravamo, c’han scambiati sicuramente.
Olindo Romano è incapace di dire “Sono in carcere perché sono stato accusato di aver commesso una strage e sono stato poi condannato ingiustamente” perché direbbe una menzogna.
“c’han scambiati sicuramente” è un’affermazione indebolita dall’avverbio “sicuramente” che ci induce a pensare l’esatto contrario.
Antonino Monteleone: Gli italiani che ti guardano in questo momento perché dovrebbero crederti?
Olindo Romano: Perché, come dire, i fatti non coincidono.
Olindo Romano è incapace di dire “Perché io non ho ucciso Raffaella, suo figlio, sua madre e la Cherubini”.
Antonino Monteleone: Non coincidono con cosa?
Olindo Romano: Con tutto quello che è successo, con quelle mezze confessioni comprese.
Si noti che poco prima Olindo Romano ha detto che “i fatti non coincidono” e ora aggiunge “Con tutto quello che è successo”, “i fatti” e “quello che è successo” sono in realtà la stessa cosa e non possono che coincidere.
Aggiunge poi “con quelle mezze confessioni comprese”. Che i fatti non coincidano con le loro confessioni è probabile. Durante le confessioni, il Romano e la Bazzi non rievocarono con precisione tutti i dettagli relativi alla strage a causa di un’amnesia di fissazione. Il ritmo con cui si svolsero quei fatti ha impedito che nella loro memoria si formasse una traccia mnestica definitiva o secondaria. Una traccia mnestica primaria, che è temporanea, una volta formatasi, richiede infatti un certo tempo per essere consolidata e quindi ritenuta, se nel frattempo però intervengono nuovi elementi la traccia non si consolida. Peraltro le loro confessioni risultano imprecise non solo a causa di questa amnesia di fissazione ma anche perché sia Rosa che Olindo cercarono di coprire il ruolo l’una di Olindo, l’altro di Rosa, attribuendosi tutti e 4 gli omicidi ed il tentato omicidio di Mario Frigerio.
Antonino Monteleone: Che cosa pensi degli assassini che hanno fatto quella strage?
Una bella domanda.
Olindo Romano: Bhè, sicuramente erano professionisti… se non han lasciato in giro niente.
Si noti che Olindo Romano non riesce ad emettere parole di condanna morale nei confronti degli autori del quadruplice omicidio ma li elogia definendoli “professionisti”, eppure se Olindo e Rosa fossero innocenti proprio a loro dovrebbero la condanna all’ergastolo. E’ chiaro che questa sua benevolenza è dovuta al fatto che lui è uno degli autori della strage.
Antonino Monteleone: Il movente diciamo che voi non li sopportavate più…
Olindo Romano: Eh… bhè… come fai a sopportarli!? Logicamente dopo non lo sopporti più, sei sempre dietro a litigare.
Olindo Romano non nega, anzi conferma che il movente è quello suggerito dal giornalista.
Antonino Monteleone: Però, che non vi sopportavate, l’hai detto anche tu e li avete ammazzati.
Olindo Romano: No (ride) eh… che vai ad ammazzare qualcuno perché non lo sopporti!? Non penso proprio, litigare sì, litigare ci stava.
Olindo Romano non nega in modo credibile, non è capace di dire “Non li abbiamo ammazzati” ma risponde con la domanda/affermazione “che vai ad ammazzare qualcuno perché non lo sopporti!?” e con un debole “Non penso proprio” lasciando al suo interlocutore una eventuale conclusione su una sua estraneità alla strage.
Antonino Monteleone: Secondo i magistrati, voi più volte siete saliti lì nella palazzina perché stavate organizzando gli omicidi.
Olindo Romano: Noo siam… dalla Raffaella, siamo saliti qualche volta…
Ancora una volta Olindo Romano non nega in modo credibile, se fosse stato innocente avrebbe risposto di non aver premeditato né commesso gli omicidi.
Antonino Monteleone: Ma non a prendere il caffè?
Olindo Romano: Sì, anche a prende… qualche volta anche a prendere il caffè.
Antonino Monteleone: Tu ti sei professato innocente, anche in tribunale, perché hai confessato?
Olindo Romano: Eh… come dire ehm ci siamo ritrovati in un contesto che ci portava a quello, ci siamo trovati e… come faccio a spiegarlo? Praticamente ci siamo ritrovati dal… da casa nostra, passando dalla caserma dei carabinieri, ci siamo ritrovati in carcere, nel giro di un’ora, un’ora e mezza, non so neanche quanto tempo ci sia voluto, quando poi ci siamo ritrovati in carcere non sapevano neanche perché eravamo lì e infatti aspettavo che arrivasse qualcuno a dirmi qualche cosa (…).
Antonino Monteleone: Ci sono i carabinieri che vengono a prenderti le impronte e uno di questi carabinieri dice di averti detto: “Guardi signor Romano se c’ha qualcosa da tirare fuori, lo tiri fuori perché poi dopo si sente meglio”, anche perché già era venuto fuori che era stata trovata una traccia sulla macchina che un vicino Mario Frigerio ti aveva riconosciuto.
Olindo Romano: Sì, è per quello che, come dire, ci aveva prospettato, se io confesso, 4/5 anni son fuori, tua moglie va a casa (…).
Olindo Romano conferma di aver confessato perché già era venuto fuori che era stata trovata una traccia sulla macchina e che Mario Frigerio lo aveva riconosciuto.
Antonino Monteleone: Quindi, se io ti chiedessi: è qualcuno che ti ha suggerito di confessare, tu diresti che sono stati i carabinieri o diresti che è stata una decisione tua?
Olindo Romano: Noi praaticamente abbiamo cercato di resistere però poi… dopo (…) eh… un giorno e mezzoo, due, che eri lì senza sapere niente, quelli che ti dicono… eee… se non confessi non vedi più tua moglie… eee… anche quello ha influitoo sul (…) su quel… su quel fatto lì eh (…) se volevo vedere mia moglie in cambio dovevo dirgli qualche cosa, allora io, per vedere mia moglie, li ho seguiti e i magistrati sono arrivati, quando sono arrivati i magistrati io mia moglie l’ho vista, ci siamo anche parlati (…).
Olindo Romano non risponde a tono alla domanda perché non riesce a dare la responsabilità della sua confessione ai carabinieri.
Quando dice “Noi praaticamente abbiamo cercato di resistere” sembra rivolgersi ai suoi sostenitori. Olindo rivela che l’alternativa alla confessione era continuare a proclamarsi innocenti nonostante avessero commesso il quadruplice omicidio.
Nello stralcio “se non confessi non vedi più tua moglie… eee… anche quello ha influitoo sul” è presente il termine “anche”, attraverso l’uso del quale il Romano ci informa che non confessò solo perché gli dissero che non gli avrebbero fatto più vedere sua moglie Rosa ma “anche” per un altro motivo, i benefici.
Antonino Monteleone: Cioè nella tua testa dici: Ha funzionato?
Olindo Romano: Ha funzionato, solo che… baa… io avevo raggiunto il mio scopo, diciamo, no? Di vedere mia moglie, ma loro non avevano raggiunto il loro e allora cos’è successo? Ci han chiamati uno alla volta… per farci confessare qualche cosa (…) qualcosa in cambio per vedere mia moglie.
Si noti che il Romano si mostra orgoglioso di aver temporaneamente ingannato i magistrati, se ne fa bello.
Antonino Monteleone: Cioè Rosa è il tuo punto debole, in qualche modo?
Olindo Romano: Sì, perché loro in pratica han fatto leva sui nostri sentimenti, han fatto leva e lì si è… si è, come dire, è saltato fuori tutto, è saltata fuori tutta la storia (…) Non so neanch’io come sia successo, è saltata fuori tutta quella storia lì, è saltata fuori.
“è saltato fuori tutto” è un’ammissione. Che cosa sarebbe dovuto saltar fuori se non la verità nascosta dai due coniugi fino a quel momento?
Antonino Monteleone: Eh, ma salta fuori da voi, hai capito?
Olindo Romano: Sì.
Olindo è spiazzato, non può che confermare.
Antonino Monteleone che ad Olindo se ricordi di una frase pronunciata da Rosa all’indomani del quadruplice omicidio, un sorta di “Hai visto Olindo come si dorme bene adesso!? (in realtà Rosa disse: “adesso c’è più tranquillità”) e poi aggiunge: molti questa frase l’hanno interpretata come “Hai visto come si dorme bene adesso che li abbiamo fatti sparire dalla circolazione”.
Olindo Romano: Ah… bhè… sì. sì, sicur… sì, sicuramente l’hanno interpretata così.
Antonino Monteleone: Chiunque la interpreta così.
Olindo Romano: Sì, sì, eh… bhè… è logico.
“è logico” è un’altra ammissione.
Antonino Monteleone: Cosa pensi del fatto che Carlo Castagna abbia detto di avervi perdonati?
Olindo Romano: Eh, non… non lo so.
Olindo Romano non riesce a dire “Carlo Castagna non doveva perdonarci nulla, noi non abbiamo ucciso sua figlia, sua moglie e suo nipote”.
Antonino Monteleone: Tu avresti perdonato gli assassini di tua moglie e di tuo figlio?
Olindo Romano: Eh, io penso di no. Io penso di no.
Con questa risposta Olindo conferma di essere l’autore della strage.
Olindo Romano: Io con Frigerio non ce l’ho mai avuta, non ho mai avuto nessun risentimento (…) nonostante ci abbia riconosciuti, eccetera, eccetera, perché (…) praticamente come c’hanno manipolati noi, hanno manipolato anche lui (…) quindi (…) non posso prendermela con una persona che hanno girato come una patata.
Si noti che Olindo Romano non dice “nonostante (Frigerio) abbia detto di averci riconosciuti” ma “nonostante (Frigerio) ci abbia riconosciuti” mostrando di credere al povero Mario Frigerio.
“una persona che hanno girato come una patata” è una frase interessante; l’impressione di Olindo durante il tentato omicidio di Frigerio, vista la differenza di stazza, potrebbe essere stata proprio quella di averlo “girato come una patata”.
Antonino Monteleone: Non ce l’hai con Frigerio, non ce l’hai coi giudici.
Olindo Romano: No, eh, insomma…
Antonino Monteleone: Ma tu t’incazzi ogni tanto?
Olindo Romano: Sì, m’incazzo sì, m’incazzo, no, no, m’incazzo, eee ho qualche verbale con… con le guardie l’ho beccato.
Antonino Monteleone: Ma su questa storia…
Olindo Romano: No…eh… su questa storia è andata così, nonn… e cosa vuoi fare?
Olindo Romano non riesce ad incolpare nessuno e si mostra rassegnato perché riconosce a se stesso gli errori difensivi. Lo hanno infatti convinto che avrebbe potuto farla franca se solo fosse stato più preparato ad affrontare il post strage, lo si evince da una precedente affermazione “Noi non eravamo all’altezza della situazione”.
Olindo Romano: (…) di case non ne voglio più sentir parlare, intesa come condominio, basta (…) Se io esco me ne vado in un campeggio (…) me ne vado in un campeggio che lì stai tranquillo.
Ancora riferimenti al movente, ancora ammissioni.
Antonino Monteleone: Se avessi un minuto per dire a questo spettatore: Ammazza che ci fa l’assassino in televisione!, che cosa gli diresti?
Olindo Romano: Eh cosa gli direi… bhè eee…. Che non tutte le cose sono come sembrano e poi dopo (…)
Olindo mostra di essere incapace di negare. Olindo Romano non riesce a dire: “gli direi che io non ho ucciso Raffaella Castagna, Paola Galli, Youssef Marzouk e Valeria Cherubini”. Olindo Romano non riesce a negare in modo credibile perché è uno degli autori della strage.
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* Medico chirurgo e criminologo, allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari