“UNITI PER MATESE”, IL TAR RESPINGE IL RICORSO

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CASTELLO MATESE – (mi.ma.) – Ricorso respinto. Risultato elettorale confermato, anche sul piano giudiziario, con il ritorno della minoranza in comune dopo un’assenza di cinque anni.

Vediamo in concreto sul piano giuridico e poi su quello politico- amministrativo.

Il Tar Campania (seconda sezione) ha respinto il ricorso presentato da due candidati della lista “Uniti per Castello” (lista vincitrice alle comunali di settembre con l’elezione a sindaco di Salvatore Montone), non eletti, nella vertenza davanti al regionale. Non vi è alcun obbligo di rispetto della quota femminile nei comuni al di sotto dei cinquemila abitanti è il contenuto essenziale della sentenza che stoppa ancora una volta le aspirazioni dei ricorrenti (e della maggioranza): Alfonso Frasca e Leonardo Di Lullo avevano lamentato la mancata candidatura di donne nella lista della minoranza “Le due Torri” chiedendo la sanzione della illegittimità. La seconda sezione del tar – presidente Corciulo – ha rigettato la tesi dei due candidati, esclusi dal voto popolare (una terza candidata non eletta non ha   partecipato al ricorso).

Nella sentenza   è stata richiamata anche la mancata sanzione della sottocommissione elettorale a seguito del reclamo presentato dalla lista “Uniti per Castello” dopo la consegna delle liste nei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti. Inoltre viene anche ricordato che, in quella categoria di comuni, non vi è l’obbligo di rispettare le pari opportunità (presenza di donne) negli organi esecutivi. Insomma accoglimento pieno della tesi della minoranza.

Nella causa si è costituita l’amministrazione comunale dopo un silenzio iniziale ed una diffida a presentare la documentazione oggetto del ricorso e la prefettura di Caserta. Spese processuali compensate per la particolarità e novità del contenuto processuale.

Sul piano più propriamente politico- amministrativo vi è da registrare, ovviamente, la soddisfazione del gruppo di opposizione esplicitato sullo spazio facebook della lista ed il silenzio dei ricorrenti e dell’amministrazione.