IL NUOVO MES RIFORMATO…È PEGGIO DI QUELLO VECCHIO?

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–         di Michele Falcone           –           

Non credo sia inutile per comprendere ciò che è riservato ai giovani, quello che il plenipotenziario, capo del MES a Varoufokis, che gli faceva presente di non avere soldi per pagare la rata nei termini stabiliti, diversamente non avrebbe potuto pagare stipendi e pensioni, così rispose: “E allora non pagare stipendi e pensioni”.

Non va dimenticato che in un appello sottoscritto da più di 30 economisti e giuristi, è così detto: il MES non è uno strumento di aiuto, ma di controllo, un controllo affidato a funzionari senza nessuna legittimazione democratica e il cui compito statutario è “agire nell’interesse del creditore”, indipendentemente dalle conseguenze che ciò può provocare nel paese. Come se non bastasse, la “riforma” prevede che anche in caso di ECCL, cioè di una linea di credito rafforzata, il MES potrebbe intervenire solo a favore di Stati il cui debito viene giudicato “sostenibile”, arrivando a prevedere, nel caso di valutazione negativa, una vera e propria ristrutturazione preventiva del debito, che, pur non essendo automatico, diverrebbe di fatto una precondizione per accedere al prestito. Non a caso la riforma prevede anche l’introduzione di nuove regole per facilitare proprio le procedure di “istrutturazione del debito pubblico”.