– di Alessandro Alfano* –
Sta per essere varato il più organico ed incisivo piano d’investimenti in ambito digitale della storia dell’Italia.
Più di 48 miliardi di Euro sono stati previsti per gli investimenti nel digitale e nell’innovazione tecnologica dal Recovery Plan Italiano denominato “Piano nazionale di ripresa e resilienza” – PNRR
Oltre a misure quali l’attuazione di politiche di espansione monetaria attuata dalla BCE, e l’introduzione di clausole di flessibilità per le politiche di bilancio dei singoli Paesi, per contrastare i nefasti effetti della crisi pandemica, il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo storico per varare un piano europeo di Ripresa e Resilienza, il Next Generation EU (NGEU), finanziato con 750 miliardi
Gli obiettivi del PNRR italiano sono duplici ma al contempo simbiotici fra loro: contrastare le conseguenze della pandemia ed al contempo risolvere i problemi strutturali del Paese che da troppo tempo rappresentano una zavorra per il rilancio del tessuto economico e sociale.
Il Piano, finalmente, coglie l’importanza di investire nella digitalizzazione, nell’innovazione tecnologica e nella sostenibilità ambientale, per rilanciare lo sviluppo economico ed aumentare la coesione sociale del Paese.
Lato Pubblica Amministrazione, il PNRR evidenzia l’improcrastinabile necessità che sia rinnovata dalle radici, al fine di migliorarne l’efficienza attraverso la digitalizzazione dei processi e dei servizi, investendo nella realizzazione di modelli cloud riservati alla PA ed al contempo nella sicurezza dell’ecosistema digitale del Paese. Le parole d’ordine per un nuovo modello di PA saranno semplificazione delle procedure amministrative, connettività ed interoperabilità, anche investendo nella valorizzazione del capitale umano.
Nel Piano viene dato risalto al concetto di resilienza come capacità del nostro Paese di far fronte ai grandi cambiamenti che sempre più spesso ci troviamo ad affrontare; non possiamo più farci trovare impreparati di fronte ad eventi quali effetti del cambiamento climatico, calamità naturali, epidemie. Occorre investire nell’ammodernamento e nel potenziamento delle strutture del Paese.
Tra le riforme previste in ambito fiscale, anche alla luce delle eccellenti performance ottenute dalla fatturazione elettronica in termini di crescita delle entrate tributarie e di contrasto alle frodi fiscali, si prevede un piano nazionale per la realizzazione di una “cashless community” finalizzata all’abbattimento del tax gap che da troppo tempo affligge il nostro paese.
Per le PMI è previsto il varo di una serie di misure per accelerare la fase di transizione al digitale quali nuovi crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali, potenziamento del regime opzionale di tassazione “Patent Box”, incentivi specifici per le imprese operanti nel settore dell’editoria, finanziamenti volti a favorire l’internalizzazione delle imprese, investimenti finalizzati al completamento del progetto banda ultra larga e per la promozione dei servizi 5G.
Interventi specifici sono previsti anche per i settori Cultura e Turismo che sono stati fra i maggiormente colpiti dalla crisi pandemica.
Complessivamente, un programma molto ambizioso, ma quanto mai indispensabile per il nostro Paese.
*Commercialista e Socio Fondatore AIDR