Il Cerusico da mesi ormai, spesso si chiede se per il contrasto all’epidemia da Covid 19, qualora si avesse avuto ben altra regia, quanti danni collaterali si sarebbero potuti evitare? Al di la di quella che è definita “logistica” del tutto assente nel panorama organizzativo, proviamo a chiederci e capire chi e come ha gestito l’intera vicenda. Conosciamo tutti la vicenda legata a Luigi Cadorna, il quale diresse con poteri quasi assoluti le operazioni del Regio Esercito nella prima guerra mondiale dall’entrata dell’Italia nel conflitto, maggio 1915, alla disfatta di Caporetto. Cadorna continuò per oltre due anni a sferrare durissime e sanguinose offensive frontali, le cosiddette “spallate”, contro le munite linee difensive austro-ungariche sull’Isonzo e sul Carso. In questo modo, pur ottenendo alcuni successi locali che misero a dura prova il nemico, logorò l’esercito e scosse il morale dei suoi soldati; sorpreso dall’offensiva austro-tedesca di Caporetto, dovette battere in ritirata fino alla linea del Piave e, ritenuto responsabile della disfatta, da lui invece attribuita alla scarsa combattività di alcuni reparti, venne sostituito dal generale Armando Diaz. Partiamo da qui ed andiamo a leggere qualche riflessione di medici autorevoli attraverso le pagine dei social. “Comprendo l’amarezza del Presidente De Luca, mai poteva pensare che le teste di legno da lui nominate nelle postazioni di comando potessero generare tanti danni….. caro Presidente, la domanda te la sei posta? Come mai tanti contagi tra il personale sanitario? E come mai tanti contagi e soprattutto nelle postazioni non Covid?
L’impreparazione di molti “irresponsabili”, le scusanti che questo Covid ha bloccato tutto per continuare a piazzare principi e principesse abusive, gli abusi di potere, i Batman imperanti, la mancata o addirittura l’errata individuazione dei percorsi, la prosopopea, gli isterismi, il falso trionfalismo e l’ostentato delirio di onnipotenza…..hanno fatto e continueranno a fare contagi e purtroppo morti. La classe sanitaria prima o poi si rivolterà e già si vedono i primi segni. Siamo ancora in tempo? Presidente non è mai troppo tardi”. (Lettera firmata di un Medico di Caserta, n.d.r.). Poche parole, ma perfetta sintesi di quanto si era e si è appalesato a quanti avessero un minimo di logica organizzativa, strategica, di logistica e, soprattutto di capacità manageriale nel sapere distinguere, selezionare i “soldati” utili alla bisogna.Ora, se uno è una testa di legno, non può che concepire (generare) altrettante teste di legno. Queste ultime, a loro volta, non possono che concepire (generare) altrettante teste di legno. O no? Ovvero, si è mai visto un eschimese prodursi nella siesta pomeridiana? Semplici ma indiscutibili equazioni. E non c’è bisogno nemmeno di rifarsi all’antropologia. Come mai tanti contagi tra il personale sanitario? Quanti di questo personale sanitario, fin dall’inizio dell’epidemia è stato tempestivamente e preventivamente dotato di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale)? C’è una testa di legno preposta a questo? Chi è incaricato, preventivamente e tempestivamente a fare opera di “addestramento” sull’utilizzo di questi DPI? C’è una testa di legno preposta a questo? Qual è il Servizio deputato a destreggiarsi tra le malattie infettive? C’è una testa di legno preposta a questo? Persino Luigi Cadorna era munito di un addetto al munizionamento, un addetto al deposito vestiario, di una “santabarbara”, di un istruttore per l’utilizzo delle maschere antigas (NBC). L’impreparazione di molti “irresponsabili”. Chi è la testa di legno che ha individuato questi “irresponsabili impreparati”? Principi e principesse abusive, gli abusi di potere, i Batman imperanti. Teste di legno prescelte e selezionate con la rappresentazione mentale e la “capacità” selettiva di una tipica testa di legno. L’ostentato delirio di onnipotenza. E qui, come Luigi Cadorna, la testa di legno superior, “ritenuta responsabile della disfatta, da lui viene invece attribuita alla scarsa combattività di alcuni reparti….”. Pagine di storia patria, quella minor, però. Quella miserevole, indolente e spocchiosa. Quella che grida al sabotaggio o allo sciacallaggio mediatico, poiché incapace di ammettere di essere solo una testa di legno. Qualora ciò gli importasse qualcosa e, perciò, falegname di altrettante teste di legno.