– di Michele Falcone – Così scriveva nel 1933 un ex maestro di scuola, figlio di un fabbro.
“Giunto a questa fase il supercapitalismo trae la sua ispirazione e la sua giustificazione da questa utopia: l’utopia dei consumi illimitati. L’ideale del supercapitalismo sarebbe la standardizzazione del genere umano dalla culla alla bara.
Il supercapitalismo vorrebbe che tutti gli uomini nascessero della stessa lunghezza, in modo che si potessero fare delle culle standardizzate; vorrebbe che i bambini desiderassero gli stessi giocattoli, che gli uomini andassero vestiti della stessa divisa, che leggessero tutti lo stesso libro, che fossero tutti degli stessi gusti al cinematografo, che tutti infine desiderassero una cosiddetta macchina utilitaria.
Questo non è un capriccio, ma è nella logica delle cose, perché solo in questo modo il supercapitalismo può fare i suoi piani”