– di Nicolò Antonio Cuscunà –
CASERTA – Alle ore 9,30 del 3 dicembre in 1° convocazione e 24 ore dopo in 2° convocazione, il Consiglio Comunale del capoluogo da riunirsi in “remoto” e con 15 punti all’O.d.G.
I primi 14 argomenti sono pendenti e non trattati da mesi se non addirittura da anni, mozioni e atti di sindacato ispettivo presentati da consiglieri di minoranza, il 15° punto, l’unico fresco di giornata, è proposto dall’assessore Emiliano Casale. Ad onore del vero, gli argomenti da discutere figuravano in precedenti adunanze e mai trattati per la “prematura” interruzione dei lavori, causa la mancanza del numero legale. Il ricorso alla fuga dai lavori del CC, della maggioranza mariniana -PD + vari ed eventuali-, è costumanza abitudinaria e ricorrente. Strategia ordita non solo per svilire gli oppositori, ma per eludere argomenti spigolosi e difficili da digerire da Marino e dalla sua risicata, ondivaga e fluttuante maggioranza. Strategia violenta e antidemocratica quella di fare mancare il “numero legale”. Evidente segno di debolezza politica della compagine mariniana, oltre al non tenimento della presidenza del Consiglio. Non è superfluo rammentare che il Consiglio è l’organo democratico rappresentativo d’indirizzo e di governo della città, sindaco e assessori sono organi esecutivi del VOLERE del CONSIGLIO.
Riusciranno i Consiglieri Credentino, Desiderio, Bove, Naim, Apperti, Mariano e Comunale a svolgere il PROPRIO DOVERE? Vogliamo credere e sperare in un “ritrovato orgoglio democratico”. Per cui, l’avvicinarsi del rinnovo del Consiglio, della ricandidatura di Marino alla poltrona di sindaco, induca il Presidente De Florio e la maggioranza a svolgere i propri doveri.
Staremo a verificare. Un’anticipata interruzione del C.C. per assenza di Consiglieri li condannerebbe definitivamente al pubblico disprezzo.