“MINE VAGANTI”: ÖZPETEK E IL CINEMA DEI SENTIMENTI AUTENTICI

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di Mariantonietta Losanno

“…le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare piani”.  

%name “MINE VAGANTI”: ÖZPETEK E IL CINEMA DEI SENTIMENTI AUTENTICITommaso Cantone torna nella Lecce natia, deciso a fare una rivelazione alla sua famiglia: è gay. Prima di annunciare la notizia, si confida con suo fratello Antonio che lo spiazza, anticipandolo. Il padre viene colpito da un infarto, e tutta la famiglia è sotto shock; vista la reazione della parentela, allora, Tommaso è costretto a tacere e, anzi, a rimanere a Lecce per occuparsi del pastificio di famiglia, piuttosto che a dedicarsi al suo sogno di diventare uno scrittore. 

%name “MINE VAGANTI”: ÖZPETEK E IL CINEMA DEI SENTIMENTI AUTENTICILa commedia corale di Özpetek (un esperimento ormai già collaudato, e ripreso in “A casa tutti bene”), è un’opera intelligente e brillante -in alcuni punti un po’ retorica- che mette in luce, probabilmente più di altre sue opere, la capacità del regista italo turco di dipingere affreschi delicati, coinvolgenti ed umani. Özpetek, infatti, pur cambiando registro, non cambia mai mentalità: la sua attenzione si focalizza sempre sui sentimenti (quelli nostalgici in “Rosso Instanbul”, una pellicola sofisticata e profondamente intimista, o quelli più cupi e intrisi di passione come in “Napoli velata”), sulle paure, sull’accettazione di se stessi. Oltre la storia in sé c’è sempre una sotto trama con diversi colori, interpretazioni, suoni ed intenti. Attraverso “Mine Vaganti”, Özpetek cerca di far cadere tutti i luoghi comuni insiti in una mentalità medio borghese (ma non solo); lo spettatore ha come l’impressione che sia tutto un po’ eccessivo, ma il regista calca appositamente la mano per mettere in luce l’arretratezza che sebbene sia sconcertante è ancora reale. 

ED9E4689 2BC8 4FC5 9408 BEDA252F1B39 300x134 “MINE VAGANTI”: ÖZPETEK E IL CINEMA DEI SENTIMENTI AUTENTICIIl cinema di Özpetek è elegante, sincero, profondo: “Mine Vaganti” colpisce la morale perbenista con ironia ed astuzia, incoraggiando il pubblico a non rimpiangere opportunità mancate o passioni celate. La pellicola, muovendosi tra la commedia e il dramma, rompe con maestria le convenzioni stilistiche di quell’idea di “famiglia tradizionale” che, solo a sentirne la definizione, vengono i brividi. Özpetek si diverte a deridere quei finti equilibri del pensiero “comune”, senza il bisogno di presentare una critica demolitrice: beffeggia quel perbenismo senza sforzarsi di esporne i motivi, già palesemente chiari a tutti. I suoi personaggi sono delle vere “mine vaganti”: controversi, obsoleti, sensibili, sagaci. L’impronta di Özpetek è ormai nota a tutti: cast di grande livello, temi importanti come la famiglia e i suoi difficili (o impossibili?) equilibri, l’amore; colonne sonore suggestive, intrecci tra presente e passato.