Negli ultimi mesi non si è fatto altro che parlare della Cina, del suo popolo, la loro cultura, il loro stile di vita. La cultura orientale, così diversa da quella Europea, racchiude un patrimonio di tradizioni millenarie, ma per conoscerle a fondo è importante non essere prevenuti, io, a forza di sentirne di tutti i colori, a forza di sentire sparare giudizi spietati e sentenze atroci, ho finito per incuriosirmi e andare a metterci il naso, documentarmi un po’ e sinceramente a me è venuta solo voglia di visitarla.
Innanzitutto credo sia da stupidi, come per qualsiasi altra cosa, parlare della Cina basandosi solo su stereotipi, preconcetti e pregiudizi.
Ma chissà poi qual è il Paese Europeo più educato e civile, io direi di farcelo dire proprio dai cinesi: tra tutti sono gli unici ad essere dei veri lavoratori modello, sono molto più attenti ed ogni cinese è ligio al proprio dovere e non importa quale lavoro svolgano, credo abbiano un’umiltà di fondo che ormai l’occidente non ha quasi più, e proprio grazie a questa umiltà e dedizione al lavoro che pian piano nel corso dei decenni sono diventati una potenza economica. Fin da piccoli sono educati nella competizione e se ci riflettete non è cosa da poco, io li trovo più gentili e anche più efficienti di noi. Così come mentre il negozietto d’alimentari italiano tratta il cliente con superficialità e alle 20 abbassa la serranda, nelle grandi città c’è sempre un emporio cinese aperto anche alle 23, dove vieni accolto sempre con un sorriso anche dopo una giornata di lavoro.
Parliamoci chiaro, i cinesi sono gli unici immigrati a non essersi dovuti integrare a noi, siamo noi che ci siamo integrati a loro, perché ci hanno dato tutto quello di cui avevamo bisogno, e soprattutto tutto quello di cui non sapevamo di avere bisogno. Tuttavia, noi occidentali che riteniamo sempre di dare lezioni di civiltà agli altri, o a lagnarci dell’inciviltà altrui, per esempio dei turisti che sporcano in giro lasciando carte e bottigliette di birra ovunque, siamo stati reputati poco civili da Gobee. Per chi non lo sapesse Gobee è una società cinese di bike sharing, e a mio parere non hanno affatto torto, siamo incivili e poiché il vandalismo subito dalle loro biciclette erano davvero troppi, nel 2018 hanno lasciato Roma, Firenze e Torino. Che figuraccia di merda. Non siamo stati nemmeno capaci di prendere una bicicletta in un punto della città, pedalare e lasciarla al punto d’arrivo senza devastarla. Comunque non è una novità: in effetti a pensarci bene qui non esiste nessuna opera pubblica capace di restare integra a lungo senza, col tempo, riempirsi di scritte o altro. Ricordo che vent’anni fa c’erano ancora le cabine telefoniche in strada ed era difficile trovarne una senza la cornetta sradicata. Dunque Gobee nel 2018 lascia l’Italia, e non solo, anche l’educatissimo Belgio e la civilissima Francia, meno civili comunque dei cinesi, che alla fine hanno molto da insegnarci.
Spero solo che gli italiani si comportino bene almeno nei centri massaggi cinesi: se ne dovessero andare pure loro, sarebbe una vera rovina, una storia tristissima senza più un happy ending.
PepPe Røck SupPa