BENEVENTO – “Nemmeno la pandemia ha permesso al nostro territorio di rappresentarsi in maniera diversa, magari più adeguata alle gravi ed inimmaginabili circostanze che stiamo vivendo. – dichiara il consigliere comunale di Benevento, Renato Parente – Dalla mia quarantena fiduciaria, ‘guadagnata’ sul posto di lavoro e non certo in discoteca, utilizzo la prospettiva forzatamente più attenta per osservare le dinamiche che solitamente mi avvolgono. E’ così che cresce una seria preoccupazione quando mi rendo conto che, pur nel cambiamento mondiale della vita quotidiana, nel confronto politico e sociale di Benevento sembra quasi non esserci alcuna differenza rispetto al passato.
Non è che il Coronavirus non abbia catalizzato tutte le attenzioni e gli interventi, anzi, chiunque ne discetta magari dispensando consigli o additando colpe e responsabili. Comprensibile che ciò avvenga all’epoca dei tribunali social. Molto meno tollerabile, invece, il fatto che anche in questo esercizio sterile gli interlocutori politici abbiano mantenuto le stesse identiche posizioni. Parlano della pandemia ma lo fanno sempre dalle posizioni fino ad oggi occupate: non un centimetro ci si sposta dalla trincea occupata, anche se il mondo fuori è già totalmente cambiato.
Che si propongano idee o si lancino accuse, comunque tutti gli interlocutori non rinunciano al proprio vestito dell’opposizione o della maggioranza, della destra o della sinistra, dei 5 stelle o del populismo generico.
Mi permetto di segnalare ai protagonisti della vita politica locale odierna che, spesso anche loro malgrado, potrebbero restare nella storia di questo territorio proprio per le peculiarità del momento che viviamo. Sarebbe il caso di affrontare le responsabilità con ben altro atteggiamento.
Si invocano intese istituzionali quasi solo per potersi lamentare di non averle raggiunte. Oppure si critica ferocemente De Luca, anche un attimo dopo la sua larghissima riconferma.
Anche se si parla della manutenzione del verde lo scontro raggiunge velocemente livelli da guerra civile, e se in altre città il taglio degli alberi pericolosi è invocato, da noi è motivo di discordia e divisione. Si tratta di un atteggiamento distruttivo e autolesionista valido un po’ per tutto, dai trasporti scolastici che prima sono pochi e poi troppi, all’acqua che il giorno prima delle elezioni non è buona ma tutto il resto dell’anno sì, fino a tutti i progetti di riqualificazione che hanno sempre un motivo per essere avversati, non modificati o migliorati, ma azzerati.
L’obiettivo è quasi sempre attaccare, denigrare o comunque segnalare le mancanze altrui. Insomma, niente di nuovo, solo che c’è da registrare anche di fronte al Corona l’assenza di ogni freno per la politica guerreggiata che ai nuovi mali di questo periodo può aggiungere il suo solito peggio.
Un esempio arriva dalla recente nuova colorazione della Campania che illumina l’assenza di considerazione per il Sannio all’interno del contesto regionale. Come sottolineato dal sindaco Mastella, il Sannio è tutt’altra realtà rispetto al napoletano, eppure allo stesso destino le due province sono state destinate.
La mancata sensibilità nel cogliere questa profonda differenza è agevolata dall’impatto demografico, dalle dimensioni dei due contesti: una storia lunga e che non conosce differenze di colore. Eppure stavolta c’è anche una precisa responsabilità della politica ed il territorio che non sono riusciti a trovare un’univoca rappresentazione, nemmeno sull’esigenza di sollecitare attenzioni diverse.
Certo la partita non è del tutto chiusa visto che la fase di provincializzazione potrebbe caratterizzare le prossime settimane di gestione dell’emergenza, ma con queste premesse è davvero possibile immaginare un diverso epilogo? Ci sarà qualcuno che ammetterà, oltre le proprie, anche le ragioni altrui? Riusciremo ad uscirne migliori e magari orgogliosamente uniti anche se diversi? Gli elettori di qualunque parte ne sarebbero entusiasti: finalmente una forma di tutela che ciascuna parte politica potrebbe rivendicare come proprio merito, in ragione dell’interesse collettivo raggiunto. Il timore è che Benevento per via di questo immobilismo, che tanto è utile ai territori limitrofi, anche in questa occasione resti fermo al palo, magari convinta di aver difeso un pino”.