Gennaro Mona, presidente uscente dell’OPI replica, giustamente indignato, al comunicato diffuso questa mattina dalla CISL fp che contravvenendo alle più elementari regole del buon gusto e del buon senso, ha addirittura dedicato un titolo alle condizioni di salute di Mona.
“La querelle tra gli infermieri firmatari della petizione contro le elezioni all’Opi e la presidenza dell’ordine continua, ma non certamente per volontà del sottoscritto. È vergognoso, ma doveroso, dover rispondere al recente ed ennesimo attacco alla mia persona da parte della lista “Infermieri in Cammino”, lista esclusa dalle ultime elezioni all’Opi per aver presentato al momento della candidatura documentazione inesatta. Ritengo innanzitutto giusto che la lista “Infermieri in Cammino” sia identificata, perché non parla a nome di tutti gli iscritti all’ordine, ma soltanto di 32 persone su 7000. Aver fatto circolare a nome della lista, la mia positività al Covid, ed averla artatamente attribuita alle elezioni, vuol dire che 32 persone, 32 infermieri per l’esattezza, sono responsabili di quanto diffuso a nome della lista di cui fanno parte. I candidati, esclusidalle ultime elezioni, rispondono ai nomi di Franco Crisci, Marco Natale, Raffaele Ciaramella, Antonietta Mastropietro, Angelo Giaquinto, Vincenzo Golino, Luigi Di Giovanni, Lucio Rotunno, Vincenzo Cioffi, Antonio Caliendo, Luigi Maccarone, Carlo Sciarretta, Maria Pia Romano, Annamaria Cardinale e Francesco Crisci. A loro si aggiungono i candidati alla commissione Rosa De Simone, Amalia Della Rosa, Lorenzo Guida, Annarita Iannotta, Maristella D’Abronzo, Pietro Marra, Lorenzo Gaglione, Giancarlo Menale, Guido Alfano; ed ancora gli infermieri pediatri candidati Rosaria Cangiano, Mariarosaria Cerbone, Rossana Crispino, Patrizia De Ninnoe Anna Chirico. Vanno aggiunti per completezza i candidati a revisori dei conti: Salvatore Allocca, Pasquale Folgieri e Fabio Gentile. A loro, a tutti e 32, non risponde la lista ‘Noi Infermieri’, ma Gennaro Mona in persona, nella qualità di presidente uscente e prima di tutto di infermiere contagiato dal Coronavirus. È squallido aver ripreso una sola parte della nota Facebook che il sottoscritto ha diramato per rendere nota la sua positività. Quel post sul social più seguito soprattutto dai giovani, aveva l’unico obiettivo, (che dovrebbe essere insito ad un qualsiasi operatore delle professioni sanitarie), di mettere in allerta sulla pericolosità del Covid. Non si è fatta menzione, nell’intervento della lista Infermieri in Cammino, al fatto che io stesso affermavo di non aver partecipato alle elezioni, proprio perché sospettavo il contagio, e lo sospettavo perché ho dubitato di un incontro avuto nei giorni precedenti che nulla ha a che fare con le elezioni ed in seguito al quale mi sono immediatamente ritirato. È squallido che 32 infermieri, che per professione dovrebbero essere superiori ad una bega politica, abbiano invece sottoscritto un comunicato che sfrutta il contagio al virus di una persona per dimostrare l’indimostrabile. A tutti voi dico e grido, nonostante il Covid mi dia poca voce in questo momento: “Cari colleghi non vi fa onore, ma anzi disonora un’intera categoria, l’aver tentato di sfruttare la malattia di una persona (peraltro Vostro collega), per avere l’ultima parola su una querelle che vi ha bocciato in ogni dove (voi stessi ammettete che anche la prefettura non ha inteso dar seguito alle vostre richieste)”. Devo ammetterlo, come presidente uscente dell’ordine non voglio e non posso esprimermi, ma come persona (contagiata dal virus che tutti combattiamo in questo momento), mi vergogno di voi che state infangando un’intera categoria soltanto perché esclusi da una tornata elettorale”.