OSPEDALE, TERAPIA INTENSIVA CARDIOCHIRURGICA E PAZIENTI….A DISTANZA

0

TERAPIA INTENSIVA scaled OSPEDALE, TERAPIA INTENSIVA CARDIOCHIRURGICA E PAZIENTI....A DISTANZA (f.n.) – Se l’incoscienza e l’approssimazione di alcuni dirigenti medici, non destasse seria preoccupazione, avremmo a disposizione ben più di uno spunto per commissionare vignette, che mettano in evidenza le “perle lucenti”, che spiccano nel collier delle pericolose decisioni, che quotidianamente si infliggono al mondo circoscritto di un reparto ospedaliero. Accade dunque che, in un reparto “sensibile” come quello della Terapia Intensiva Cardiochirurgica, dell’Aorn di Caserta, vi siano attualmente nove pazienti affetti da diverse patologie. Dal momento che l’attività chirurgica urgente non si ferma ed i pazienti aumentano, accade che non vi sia posto nella Terapia Intensiva per il decimo paziente e neanche per l’undicesimo ma, fortunatamente, in quel reparto come del resto in altri, brilla il genio dell’improvvisazione e così una dirigente, decide di utilizzare la stanzetta della preanestesia, fino a quel momento riservata alla preparazione dei pazienti che devono subire un intervento. Probabilmente, ignorando una delle norme fondamentali dell’assistenza ad un paziente in rianimazione, che prevede l’attenzione costante da parte del personale addetto e possibilmente un ambiente unico, per favorire una visione panoramica, la dirigente decide di sistemare un paziente all’interno della suddetta stanzetta. Il problema, a prescindere dalla originalità della decisione,  nasce nel momento in cui i cinque infermieri in turno, devono fare i conti con il fatto che non hanno ancora il dono dell’ubiquità…Infatti, ogni infermiere assiste due pazienti e per assistere il paziente sistemato a distanza dalla sala di T.I. dovrebbe appunto, avere il dono dell’ubiquità…ma non finisce qui, perché qui finisce sfolgorando, soltanto il genio della dirigente…ed è appena il caso di evidenziare, che tra la stanzetta della preanestesia alla T.I., vi sono ben due porte d’acciaio, insonorizzate, pertanto… ci si chiede come sia possibile che il paziente e relative apparecchiature, siano sotto controllo costante, visivo ed acustico da parte del personale…Ma evidentemente, per la dirigente in causa, il fatto non costituisce un problema; forse la brillante e speranzosa dirigente, ritiene che tra le molteplici doti di un infermiere rientri anche la possibilità di gettare “fisicamente” un occhio oltre le pareti, dare uno sguardo e tornare in sede, a destra o a sinistra del naso, secondo i giorni dispari o pari della settimana in corso. Noi potenziali utenti, come il resto del mondo, siamo comunque preoccupati e riteniamo di averne ben donde, o no? Hasta la vista e Viva el oso!