È curioso come la maggior parte della gente si riempia quotidianamente la bocca di parole scientifiche senza che queste però significhino un cazzo, eppure le ripetono sempre, forse le sentiranno in tv o le leggono sui social o al supermercato. Chissà.
Comunque due tra tutte: la differenza tra biologico e chimico. C’è molta confusione, soprattutto con il sempre più crescente numero di vegetariani, vegani, ristoranti specializzati, alimentari con il bollino Bio e fanatici del chilometro zero. Tutti che ignorano, innanzitutto, come tutta la vita sia biologica e tutto il biologico sia chimico, e non solo! Non sanno che il “naturale” è solo chimica non testata ed elevata a dogma e religione più di moda, che oltre alle vere religioni, è proprio quella del naturale, insomma predicano Bio al posto di Dio: ciò che è naturale è buono e ciò che non è naturale no. Cazzate!
Anzi… cavolate. A cominciare proprio dal cavolo. Come spiega il grande scienziato Steven Pinker nel suo bellissimo saggio, Come funziona la mente, ormai un classico di divulgazione scientifica: «al cavolo, creatura darwiniana, non piace essere mangiato più di quanto piaccia a noi, e siccome non ha altri mezzi per difendersi con l’azione, ricorre alla guerra chimica». Eh già, proprio chimica. Chimica come tutto ciò che respira. Tutta l’esistenza è una guerra chimica.
Nel successo di questi luoghi comuni pesa comunque da decenni la propaganda anticapitalista, il mito del buon selvaggio, l’idea di una modernità guidata da complotti occulti. Infatti fateci caso, gli unici messaggi scientifici che passano sono quelli antimoderni, come il global warming, perché colpa dell’Uomo. Tuttavia se gli stessi scienziati che denunciano il surriscaldamento globale consigliano il rimedio del nucleare, l’energia al momento meno dannosa e più pulita, restano inascoltati, gli si preferisce la decrescita felice di Georgescu-Roegen, Serge Latouche e infine pure quella dei nostri sfigati Grillini cinque stelle. Il ritorno beato e scemo al Pleistocene.
Per cui ci si affida volentieri allo stregone di turno, senza accorgersi di cadere proprio lì nella controinformazione e nel business naturalistico, i famosi “rimedi antichissimi”. Certo, tanto antichi che anticamente si crepava prestissimo.
Perfino un vegetariano convinto come Umberto Veronesi faticava a convincere la gente a non mangiare il mais naturale, il quale contiene aflatossine cancerogene. Meglio il mais OGM, il geneticamente modificato, da cui le tossine sono state tolte, e si accusava Veronesi di fare gli interessi di chissà quale industria, preferendo gli interessi degli agricoltori naturali.
Insomma, se mettessero i bugiardini a cavoli e mais ci sarebbero moltissime controindicazioni. Da non prendere troppo seriamente è anche tutto il discorso degli “antiossidanti” (ormai tutte le mamme ripetono «mangia…ci sono gli antiossidanti… e mangia!»), messi sempre sotto accusa da studi poco graditi pubblicati su riviste autorevoli come Science e Nature.
Più in generale non è solo il mondo degli intellettuali ad essere scientificamente ignorante, ma tutto ciò che ancora, nelle scienze umane e sociali, non si aggancia alla biologia evolutiva, alla genetica, alla biochimica molecolare, perfino per quanto riguarda il nostro cervello.
Un pezzo da museo ormai è la psicanalisi, con Freud e Jung e infinite scuole derivate, ancora con un vasto seguito popolare. Eppure basterebbe leggere qualsiasi saggio di un qualsiasi neurologo per rendersi conto di come una minima lesione al lobo frontale possa cambiare completamente la vostra personalità, impedirvi di provare emozioni, non farvi neppure riconoscere vostra moglie (a volte è anche un bene). Oppure basterebbe sapere cosa sia il Connettoma umano, lo spiega benissimo il neuroscienziato Sebastian Seung, che illustra come funziona un nostro pensiero a livello di sinapsi e connessioni neurali, con qualche limitazione del nostro libero arbitrio. Morale della favola: tra non molto sarà sconsigliabile andare da uno psicanalista, ma affidarsi ad un neuroscienziato.
D’altra parte, soprattutto negli ultimi vent’anni, nessuna ricerca neurologica seria può fare a meno della biologia evolutiva, e gli psicologi seri studiano psicologia evoluzionistica. Il nostro cervello di Homo Sapiens si è adattato alla modernità utilizzando l’hardware di duecentomila anni fa, a sua volta derivato dal cervello di ominidi e primati vecchi milioni e milioni di anni.
In ogni caso, caso strano, tutti i fanatici della natura, diffidenti dalla Scienza e dediti a ogni medicina alternativa (alternativa soprattutto alla conoscenza), non vivono sugli alberi, come i loro antenati. Forse quando vanno in un’erboristeria sospettano senza saperlo che la vita media delle civiltà prefarmacologiche era meno della metà della loro. Per carità, possono anche non prendere un betabloccante, perché secondo loro è un rimedio artificiale e umano e quindi dannoso, e curarsi con erbe e tisane. Sono morti presto per duecentomila anni curandosi così. Come tutti gli scemi convinti ci si ammali a causa dei farmaci o dei vaccini. Moriranno prima, ma di morte naturale, felici e contenti, e alla fine a me importa un cazzo, anzi un cavolo, perché saranno cavoli darwiniani loro.
PepPe Røck SupPa