“Giorno dopo giorno si delinea un quadro sempre più grave e complesso, diverso da territorio a territorio, ma ovunque difficile e denso di problematiche che vanno ben al di là del rischio contagio. Regioni del Nord flagellate dalla carenza di infermieri. Lombardia e Veneto in pieno allarme personale. Ma non va certo meglio al sud, dove si verificano episodi scabrosi ed ai limiti della sopravvivenza umana.
Il nostro nuovo report è agghiacciante: l’area metropolitana di Milano e l’hinterland soffrono pesanti lacune di organico. Non va bene nemmeno per Veneto e Piemonte. In Campania invece, aumentano i contagi dei colleghi, mentre arrivano dalla Sardegna notizie che non vorremmo mai ascoltare e riportare”.
ROMA 23 OTT 2020 – «Se la sanità pubblica della Campania vive una situazione disastrosa e rischia di implodere da un momento all’altro, vittima anche e soprattutto di se stessa e di un sistema dove le carenze causate dai tagli al personale rischiano di rendere improba la lotta contro il Covid, regioni come Lombardia, Veneto e Piemonte non stanno certo meglio. La mancanza di personale sta portando la sanità pubblica del Nord allo stremo. E in pieno clima di ritorno prepotente della pandemia, il timore è che noi per professionisti della sanità la situazione possa solo peggiorare da qui alle prossime settimane».
Esordisce così Antonio De Palma, Presidente del Sindacato Nursing Up, che si sta attivando, giorno dopo giorno, attraverso i suoi referenti, per promuovere indagini all’interno di ogni singolo territorio e comprendere le problematiche che affliggono gli infermieri, non solo per denunciare quanto accade agli organi di informazione, ma anche per sostenere da vicino i colleghi impegnati in prima linea.
«Non è sempre facile riportare le denunce degli infermieri, in Campania ad esempio la paura di ritorsioni condiziona e impedisce spesso di parlare e raccontare la verità fino in fondo. Proviamo però a costruire nuovamente un quadro di quanto sta accadendo, partendo stavolta dal Nord, ma ritrovandoci, nostro malgrado, nuovamente, a raccontarvi di episodi ai limiti della sopravvivenza umana al Sud».
REPORT INFERMIERI AL FRONTE DA NORD A SUD
Lombardia 1 – Ospedale Niguarda: le criticità sono elevatissime. Ci sono nuovi posti in rianimazione ma poco personale. Infermieri allo stremo. E come se non bastasse i pannelli del padiglione Rossini, quelli del controsoffitto, cadono a pezzi.
Lombardia 2 – Ospedale Sacco: dopo la chiusura del reparto di Cardiologia per i 20 infermieri contagiati si chiede come sia possibile che un reparto con connotazioni anti-covid abbia potuto subire questo. La speranza è che sia un episodio isolato, ma la gravità resta, ci sono anche 10 pazienti contagiati. In attesa di accertare i fatti, ci sono tanti colleghi si chiedono , insistentemente, se si è certi che il cluster non sia stato originato da mascherine non medicali arrivate dalla Regione. Tutto questo, ovviamente, nonostante la smentita dei vertici dell’ospedale, insomma il dubbio atroce resta.
Lombardia 3: mancano infermieri in tutta la Regione. Le aziende sanitarie non hanno personale sufficiente a cui attingere. Situazione difficilissima in particolare nell’area metropolitana di Milano e nell’hinterland.
Veneto: Santorso di Vicenza nel pieno caos. Non ci saranno nuove assunzioni a fronte di un nuovo aumento di ricoveri, la denuncia arriva dal consigliere comunale di Schio, Carlo Cunegato. Che fine hanno fatto i promessi 108 operatori sanitari di cui almeno una buona metà dovevano essere infermieri? Ci sono 4 infermieri ogni 40 pazienti, la situazione è allarmante.
Piemonte: urgono infermieri, si stanno attivando ovunque le Asl di tutta la Regione.
Friuli: Cinque operatori sanitari contagiati nelle ultime ore.
Campania 1: Infermieri senza pace. Sei nuovi contagiati, stavolta al Frangipane di Ariano Irpino.
Campania 2: Ci arrivano racconti di turni massacranti anche oltre le 12 ore al Covid Center di Ponticelli. Giovani uomini e giovani donne, con un contratto fino a dicembre, combattono contro la morte.
Sardegna: le notizie riportate da un quotidiano locale, se confermate, sarebbero di una gravità senza eguali. Durante i turni di 8 ore nel reparto malattie infettive del San Francesco di Nuoro, i colleghi infermieri non avrebbero nemmeno il tempo di andare in bagno e molti di loro sarebbero costretti a indossare il pannolone. A meno di uscire dal reparto al decimo piano, liberarsi in modo sicuro e in una zona spogliatoio adeguata della tuta protettiva e anti-virus, fare dieci piani di scale e raggiungere i bagni in uno spazio protetto e a rischio infezioni. Ora urgono accertamenti.