(f.n.) – C’era una volta il tampone e c’era una volta un laboratorio di analisi ma soprattutto, c’era una volta “l’insostenibile leggerezza” del senso di responsabilità di qualche professionista della sanità privata che, probabilmente, avrà perso di vista il rispetto dovuto a coloro, che si rivolgono alla sua serietà e competenza. I fatti? I fatti. Capita che alcuni giovani atleti vengano informati, che nella loro squadra, vi è un giocatore positivo al Covid 19 e pur non avendo, i ragazzi, avuto alcun contatto diretto con lui negli ultimi tempi, vengono invitati a sottoporsi per precauzione, al tampone. I ragazzi si recano quindi, su indicazione della società sportiva, in un centro diagnostico privato, piuttosto noto in città, per l’operazione di rito. Trascorsi cinque giorni le famiglie dei ragazzi iniziano legittimamente, ad interrogarsi sui tempi…qualcuno tenta di informarsi sui motivi del ritardo ed eventualmente sollecitare…Dopo aver registrato una serie di scuse ed un notevole imbarazzo da parte degli operatori del centro, qualcuno scopre che in quel laboratorio mancano i reagenti, pertanto i tamponi, a distanza di quattro giorni, non erano stati ancora analizzati. E’ appena il caso di ricordare che stiamo parlando di tamponi Covid, quindi è piuttosto evidente, l’urgenza di conoscere l’esito…La prima risposta ufficiale del laboratorio, che risale a sabato scorso è stata: l’apparecchio si è rotto ed i tamponi sono stati dirottati in un altro centro diagnostico…la risposta di ieri, lunedì, confligge con quella di sabato scorso…infatti qualcuno ha detto che stavano aspettando la dottoressa per la lavorazione e per le 16 di ieri sarebbe stato tutto pronto…ma alle 16 di ieri, l’analisi risultava ancora in itinere…”risentiamoci alle 17…se tutto va bene…altrimenti dovrete attendere domani (oggi), perché sono terminati i reagenti”…Morale…Alcuni ragazzi diligentemente, mostrando spirito di sacrificio e senso di responsabilità, da giovedì scorso sono chiusi in casa, in attesa del risultato del tampone…Le cause dell’inconcepibile ritardo che continua a protrarsi, non sono ancora chiare, mentre appare chiaro il disastro che sarebbe successo, se i ragazzi fossero stati degli irresponsabili e per giunta positivi e se ne fossero andati in giro, come “liberi untori”…Proviamo ad immaginare…ed immaginando immaginando, può darsi che riusciamo a mettere insieme un quadro veritiero, di come si veicoli il contagio, riassestando in una sola mossa, il percorso deviato del pensiero collettivo. E …cela va sans dire, che è perfettamente inutile, anche in questo caso, che i diretti responsabili dei ritardi, affastellino proteste o altre scuse…Si diano piuttosto una mossa…Hasta la suerte!