CASERTA AL VOTO, CERCASI NUOVI AUTORI PER “PREMIO LETTERARIO” SI ACCETTANO INEDITI, NO A RISTAMPE ANASTATICHE…

0

    –     di Nicolò Antonio Cuscunà     –             

votos CASERTA AL VOTO, CERCASI NUOVI AUTORI PER PREMIO LETTERARIO SI ACCETTANO INEDITI, NO A RISTAMPE ANASTATICHE…Il rinnovo di Consigli Comunali di grandi e piccole città italiane, Covid19 permettendo, si terranno nella tarda primavera 2021. Oramai la politica parlata, più che praticata, come per i campionati di calcio, compreso l’elezione del Presidente USA, si decide sul WEB. Web utilizzato con tutte le salse e in ogni dove. Con largo anticipo e per strategia studiata, forse nella convinzione di partire prima per prima arrivare, il “TOTO SINDACO” impazza da Torino a Caserta passando per Roma. Le anticipazioni su nomi di: “illusi probabili, possibili, sognabili, trombabili, accontentabili” candidati, alla poltrona più alta, scomoda e pericolosa della città della Reggia, si sprecano. Ci sono gli autocandidati, i candidati incaricati a tempo pieno e supplenti momentanei, sempre suddivisi per categoria: indicati illustri, investiti scalcagnati, sagome d’allodole, stampi e impagliate come gli uccelli acquatici con e senza richiamo acustico. Insomma, Caserta, più di altre città capoluogo di provincia e di regione, è partita largamente in anticipo. Bruttissimo segno. Non ci sono più gli sbarramenti selettivi di uomini, idee e programmi. L’uno vale uno, triste e fallimentare invenzione grillina, sortisce i risultati dell’incompetenza nei posti chiave della “politica italiana”. Dal Parlamento ai Consigli Comunali il degrado è univoco. Ad urne ancora calde (regionali) se chiedi agli elettori i risultati di eletti, programmi e nuove nomine assessorili, pochi riescono a rispondere. Pochi per residuale passione, i più perché interessati a riscuotere. Se chiedi nomi e gruppi presenti nel Consiglio della città il silenzio emerge prepotentemente. La risposta è sempre uguale: “…la politica è sporca ed io non capisco di politica o non mi interessa…”. A questo si riduce, o meglio a questo è stata ridotta la “democrazia partecipativa diretta”.  Ad onore del vero, anche per gli addetti ai lavori, tenere aggiornata la mappa geografica di componenti e compagine dei gruppi consiliari si fa grande fatica. Componenti e gruppi si fondono, cambiano posizione all’occorrenza, si mescolano, si spostano da destra a sinistra e viceversa, oggi qua domani la, dopodomani non si sa, la prossima volta vedremo. Questo lo scenario casertano, questi gli attori pronti a recitare il solito copione al quale, forse, verrà cambiata la copertina. Caserta come Roma e Napoli, le cronache politiche lasciano intravedere una lunga campagna elettorale. Non è un fatto episodico, al contrario, la fine ed il ridimensionamento dei partiti in senso storico, la cosiddetta politica “autarchica” obbliga lunghe fasi di rodaggio.  Una volta le alleanze si realizzavano, almeno in apparenza, oggi non è più così. Le cosiddette alleanze certe diventano le meno probabili, gli accordi nazionali in periferia si trasformano in “carta straccia”. Partiti e leader contano poco, e quando contano fanno fatica a farsi comprendere e accettare. Il governo Conte 2°, sorretto più per interessi di “stipendi, pensioni da maturare e semestre bianco”, a monte si protegge a testuggine contro populisti e sovranisti, a valle si sbraca sostenendo le proprie truppe armate gli uni contro gli altri. Nel centrodestra la storia non è molto differente. Le autorità di partito sono assediate da quelle dei padroni del “voto”. Più scendi a sud, più diventa difficile perseguire progetti con programmi indirizzati alla sana amministrazione pubblica.

Al momento Caserta annovera almeno 3 schieramenti nell’area cosiddetta di sinistra. L’autocandidato Carlo Marino, PD, il fronte antagonista in contrapposizione al “podestà uscente” e la galassia ambientalista, oltranzista e talebana. Nell’area cosiddetta di destra, i movimentisti non mancano e, disgiuntamente dalle indicazioni dei loro leader Salvini, Meloni e Tajani, lavorano ad almeno 10 tavoli distinti e separati.  Generali, sottufficiali e truppa, senza contare l’apporto d’agenti di “servizi d’intelligenza” (apparentemente estranei) lavorano con le forze reazionarie di “destra”.   Un bell’agire considerando che in ballo ci sono le sorti presenti e future nostre, dei nostri figli e nipoti.

Tutto ciò si svolge nell’assoluto silenzio della città chiamata solo a scegliere a giochi fatti ed alle sue spalle. Tutto ciò nell’assoluto silenzio della città della cultura e dell’arte, dell’economia pulita, delle imprese sane e sofferenti, della gioventù annebbiata dalla movida, del mondo studentesco, non in grado d’esprimersi libero da steccati di parte, dei pensionati, delle massaie-mamme e nonne costrette ad accompagnare  figli e nipoti a scuola per l’inesistenza degli scuola-bus, della cultura militare,  accontentata con qualche favore, del mondo sportivo-praticato relegato in spazi di favore, del mondo della fede estraneo quando non connivente.

Caserta s’appresta a dare alle stampe un libro vecchio, un libro già letto i cui risultati negativi sono conosciuti e avversati da tutti. Ciò basterebbe per decidere di sceglierne uno nuovo e più entusiasmante. L’attuale esposizione bibliografica non lascia intravedere nulla di nuovo e valido. Riuscirà qualche talentuoso scrittore a scrivere in un nuovo stile?  Ci sarà una casa editrice disposta a rischiare una nuova stampa? I casertani saranno disposti al nuovo stile letterario?   Da loro e solo da loro dipenderà il futuro di Caserta. Vogliamo sperare di sì.