– di Edgardo Ursomando –
È inutile che facciamo gli struzzi, ce ne dobbiamo fare una ragione, siamo in guerra! Quella contro il Covid-19 è una vera è propria guerra, la potremmo definire a giusta causa come una guerra mondiale. Dovremmo cominciare a inquadrare così questo momento storico, e forse le limitazioni che ci vengono imposte a nostra tutela le metabolizzeremmo meglio, più facilmente, identificandole come un’arma contro un nemico comune. Viviamo bombardati da troppa informazione, spesso da cattiva informazione, fuorviante, di parte, volutamente caotica. Troppi sono gli interessi in ballo, ed i numeri urlati dai media, che ci appaiono ancora più grandi di quelli che sono, enormi. Ci stiamo abituando alla morte, la morte ci graffia dentro solo quando ci tocca da vicino, e proprio per questo motivo che l’imponderabilità del virus è una variabile che non riusciamo a sopportare. Eppure, non sopportiamo la mascherina o siamo reticenti alle limitazioni che ci vengono imposte. No, non sono solo i giovani ad essere insofferenti, assolutamente no, facciamocelo tutti un esame di coscienza. Anche chi ha vissuto l’ultimo conflitto mondiale, non può fare confronti o paragoni con questo nuovo tipo di “guerra”. All’epoca i giovani morivano combattendo, lasciando sul campo di battaglia il segno del loro passaggio terreno. Il paradosso è che oggi, invece, chi rischia sono gli anziani, i più deboli, proprio quelli che hanno visto e vissuto le atrocità della guerra, quella tradizionale, quella fatta tra esseri umani a colpi di bombe e proiettili. Il rischio è che magari oggi non comprendano che il nemico è diverso, è infido, è invisibile. Un nemico sleale che si nasconde dappertutto, tra il sorriso di un amico o nell’abbraccio di un nipotino. Albert Camus, Premio Nobel e autore del romanzo La Peste, quanto mai attuale, diceva “Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre; e tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati”, un pensiero questo che trova riscontro anche oggi, nel 2020, nell’era delle auto elettriche, del 5G e della voglia di colonizzazione di altri pianeti … eh già, ci ritroviamo a fare i conti con Madre Natura che inevitabilmente ci bacchetta per la nostra condotta scellerata e poi sogniamo di vivere come Spock in Star Trek “ Spazio: Ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani nuovi mondi …”, ma non vi viene da ridere? Anche se c’è poco da ridere, ad esempio stiamo assistendo, nel silenzio più assordante, allo scioglimento dei ghiacciai, significativo è il dato dell’Antartide, che secondo la prestigiosa rivista Nature, a causa proprio dello scioglimento di quel ghiaccio millenario, è previsto l’innalzamento del livello dei mari per più di 6 metri, questo significherebbe la distruzione delle città di New York, Londra e Tokyo, solo per citarne alcune, ma prepariamoci anche a dire addio alla romantica città lagunare di Venezia. Siamo in guerra, contro un nemico più forte di noi, eppure c’è chi pensa di dominare gli eventi, anzi di lucrarci. Mai come in questo frangente dovremmo fare fronte comune e non farci prendere dalla smania di adorazione del “Dio Denaro” o dei facili obiettivi. Non esiste, infatti, momento migliore del caos o dell’emergenza, per mettere in atto i peggiori propositi che covano negli uomini. Il denaro e il potere, sono i motori su cui viaggia un altro nemico, l’uomo, che è ancora più pericoloso del virus, perché si appoggia a questo per raggiungere i suoi biechi fini, rischiando così addirittura l’autodistruzione. Quella telefonata nella notte, appena dopo la scossa di terremoto che colpì la città di l’Aquila, ancora rimbomba nei ricordi di chi ha perduto i propri cari sotto le macerie, e chissà quante telefonate del genere ci sono state durante l’epidemia. Di operazioni sospette ne abbiamo viste anche in questo frangente, già denunciate più o meno velatamente dagli organi di informazione, oltretutto alcune sono lampanti, come ce ne sono di microscopiche, quasi da dilettanti, fino ad arrivare a quelle complesse, quelle operazioni finanziarie che coinvolgono addirittura insospettabili organizzazioni internazionali. Eh, ma qui ci sono interessi grossi in ballo, come le tenute dei governi arrivando addirittura alle elezioni presidenziali, ci sono gli interessi delle case farmaceutiche e delle piccole o grandi lobby finanziarie che sperano di fare il colpaccio in borsa. Del resto lo diceva anche Socrate che “Le guerre sono combattute per denaro”. Questa volta però la matrice di questo maledetto virus è squisitamente naturale, anzi ecologica, e perciò estremamente intelligente, del resto la Natura sa sempre quello che fa. Il virus si muove con la stessa velocità alla quale noi viviamo, e non basteranno le strategie e le intelligence che riusciremo a mettere in campo per venirne a capo, serve invece un cambio di rotta totale e repentino, verso uno stile di vita che punti più sulla qualità che sulla quantità, uno stile di vita rispettoso verso l’ambiente e verso il pianeta. Di segnali ne abbiamo avuti, sono bastati pochi giorni di lockdown affinché la natura cominciasse a riprendersi i suoi spazi, ne eravamo entusiasti, quella mano tesa da parte dell’ecosistema era un atto di pace, ma sono bastati altrettanti giorni di “normalità” per distruggere nuovamente tutto daccapo? Quale è la soluzione, e chi lo sa? Forse potremmo cominciare a puntare sulla consapevolezza che questo mondo non è il nostro, che lo abbiamo avuto in prestito, e per questo motivo lo dobbiamo lasciare meglio di come lo abbiamo trovato alle future generazioni; mentre per combattere questo minuscolo ma potente avversario, non ci resta che affidarci ai due unici guerrieri in grado di farlo … il tempo e la pazienza.