ROMA – Luca Palamara, ex presidente dell’ANM ed espulso lo scorso 19 settembre, è al centro dell’attenzione di molti dopo la sua rimozione della magistratura. L’ex magistrato risponde così ad alcune domande:
“Dott Palamara, appena radiato dal CSM, la sanzione più possibile, un finale per molti scontato, lei è stupito?
“Amareggiato e dispiaciuto, inutile negarlo. Ma sono determinato a ristabilire la verità e a far luce su quanto accaduto e fino a quando sarà possibile fare ricorso, fino al pronunciamento finale.”
Si fida della giustizia che la sta giudicando?
“Sono un cittadino di questa Repubblica, mi fido della giustizia, mi sono battuto sempre affinché fosse autonoma e indipendente, ho vissuto dall’interno e conosco le strutture del mio mondo, il mio impegno al di là di come andranno le cose sarà quello di chiarire le cose e mi batterò per una giustizia “giusta” ed indipendente.”
Parte la riforma del CSM, ma adesso che lei non c’è più, la Magistratura è salva?
“Non spetta me dirlo, quando affermo di aver pagato io per tutti è mia intenzione non farlo accadere, perchè il sistema delle correnti è un sistema che permea la vita interna della magistratura da circa 60 anni, è caratterizzato, da un sistema di accordi, e come ho già detto più volte, le correnti nascono con il nobile ideale di dare la possibilità a tutti i magistrati di esprimere le proprie idee e opinioni e poi in dubbio, che il sistema delle correnti ha pesantemente condizionato non solo la vita interna della magistratura ma quella del consiglio superiore. Il quel contesto io mi sono trovato ad operare non per la prima volta l’8 e il 9 Maggio ma tante altre volte mi è capitato di avere interlocuzioni con il modo della politica e delle istituzioni, ribadendo un principio fermo, le nomine, come dicevo, sono espressione della volontà e del volere dei rappresentanti della magistratura.”
Il trojan è stato spiegato più volte che non si poteva modificare in corso d’opera, ma che veniva programmato per una registrazione di varia durata (5/8h), per questo a volte si interrompeva, si è interrotto durante una cena con Pignatone, ma cosa vi siete detti con Pignatone?
“Rispetto le opinioni di tutti circa il tipo di difesa che ho fatto, inutile nascondere che ci sono delle strategie processuali, che mi hanno imposto un determinato comportamento, ad esempio una delle eccezioni sollevate fu quella dell’inutilizzabilità del Trojan e delle conversazioni avvenute con i parlamentari, che decideremo in seguito se impugnare oppure no. Non ci sto a farmi “tirare per la giacchetta” a destra e a sinistra, penso di aver ricoperto nella mia carriera delle cariche molto importanti, rispetto alle quali ho avuto una diretta conoscenza di fatti, situazioni e circostanze. Nonostante ciò che mi sta accadendo, il mio obbiettivo non è “tirare giù” qualcuno dal Palazzo, è mio dovere chiarire dei fatti. 25 anni di carriera messi in discussione per una notte, la realtà dei fatti è questa, vorrei fosse chiaro. La mia carriera è a disposizione di tutti, con riferimento a quella notte il tema di fondo, e che è emerso se c’è stato un accordo segreto, occulto per favorire un parlamentare per la nomina a procuratore di Roma, questo lo escludo categoricamente. Il tema degli accordi è un tema che ha caratterizzato la mia esperienza politico-associativa, ci sarà tempo per farei nomi e penso che sia doveroso documentare i fatti. Nonostante il mio telefono è stato messo sotto sequestro, di mia spontanea volontà ho già detto fatti e circostanza emersi dalle intercettazioni. Personalmente vorrei capire perchè non andava bene il nominativo di Lo Vuoi (uno dei candidati) fortemente sostenuto dalla corrente di sinistra così come non andava bene il nominativo di Viola sostenuto dalla corrente di destra, sono domande che ho posto personalmente, e credo sia giusto dare trasparenza e chiarezza, qualcuno deve dare delle risposte, ma non a me agli italiani.”
Lei sta pagando il suo spostamento politico nell’ambito delle correnti?
“La mia attività politico associativa è stata sempre caratterizzata da una forte alleanza con la magistratura di sinistra, è stata la mia esperienza sia come presidente dell’ANM sia come consigliere durante la mia attività dal 2014 al 2018, nell’ultimo periodo sicuramente c’è stato uno spostamento che io ritengo fisiologico nell’ambito delle dinamiche interne della magistratura, fatto sta che questo è un dei problemi emersi, come il funzionamento ad intermittenza del trojan, e non piacerebbe capirlo solo a me come questo nuovo strumento funziona, credo vogliano risposte anche i cittadini.”
Lei questo sistema lo ha condiviso? Oppure voleva in qualche modo provare a combatterlo?
“Posso dire che, quando mi sono avvicinato all’ANM, dall’inizio della mia carriera di magistrato, mi ci sono avvicinato con i più alti valori nobili e ideali. Quando si entra nell’ANM, si entra con la volontà di cambiare e di cambiare il sistema delle correnti, ma non vale solo per me, chiunque faccia parte di questo sistema è consapevole che c’è qualcosa che non va. Nel 2006 viene introdotto per la prima volta il criterio del merito che prevarrà sull’anzianità. La voglia di cambiamento è stata travolta da tutto quello che accadeva intorno. Quello che mi è accaduto, concludo, deve essere un forte momento di riflessione verso tutti coloro i quali di quel sistema non hanno fatto parte.”
Ci dice qual è il suo futuro impegno pubblico adesso?
“Del domani non vi è certezza, comunque la mia determinazione in questo momento è far luce su quanto accaduto. Vorrei una dare una giustizia autonoma e indipendente per combattere le più gravi forme di criminalità. La giustizia ha bisogno di interventi seri ed importanti.”