DOPO LA CELEBRAZIONE IN ONORE DI SAN FRANCESCO SALE LA PAURA TRA IL CLERO SESSANO
– di Salvatore Zinno –
Qualche giorno fa, c’è stato il ricovero di urgenza per Covid-19 di uno dei decani della forania aurunca, il sacerdote Don Franco Alfieri.
Questa notizia, che ha sconvolto non poco i fedeli della Diocesi di Sessa, è arrivata a meno di ventiquattrore dalla celebrazione di una messa “pro-episcopo” tenutasi nel pomeriggio di domenica scorsa 4 ottobre presso la chiesa dell’Annunziata di Sessa, nel giorno dedicato di San Francesco del quale il Vescovo Piazza porta il nome.
A questa celebrazione hanno partecipato una trentina di sacerdoti, quasi tutti i parroci della Diocesi, tra di essi anche don Franco Alfieri che da lì a poche ore sarebbe stato ricoverato per gravi sintomi dovuti alla sua accertata positività a coronavirus.
L’episodio della celebrazione del 4 ottobre sta facendo quindi tremare non poco il clero diocesano, in primis per la positività del sacerdote, ma soprattutto per la stretta vicinanza avuta tra di loro durante la cerimonia.
È pur vero che durante la funzione religiosa tutti indossavano le mascherine facciali ed ai partecipanti tutti – fedeli compresi – era stato richiesto di osservare le norme di sicurezza per il covid, ma il momento di buio c’è stato lo stesso; l’attimo in cui il corto circuito è avvenuto minando tutti i protocolli di sicurezza fin a quel momento attuati, rendendoli praticamente vani.
La segnalazione ci è giunta da uno dei presenti alla cerimonia, il quale alla luce di quanto accaduto a don Franco Alfieri, ha iniziato a porsi dei dubbi sulla reale situazione di rischio corsa tra i sacerdoti ed anche per quella degli altri presenti alla funzione religiosa.
Ma vediamo in dettaglio quale è stata l’azione che ha fatto nascere le preoccupazioni tra i fedeli ed i sacerdoti presenti.
Al momento dell’eucarestia, tutti i sacerdoti presenti – ed abbiamo detto e visto che erano tanti – hanno intinto a turno l’ostia in un unico calice; avvicinandosi inevitabilmente al calice, lo hanno per forza di cose toccato, in alcuni casi stretto, abbassandosi con la testa su di esso a bocca aperta per accogliere il Corpo di Cristo bagnato nel suo sangue.
Questa operazione, eseguita da tutti i presenti, ed anche ovviamente dal sacerdote poi ricoverato ed al momento dell’eucarestia già assolutamente positivo al virus, sta facendo tremare il clero aurunco, Vescovo in testa.
Ma non solo il clero è giustamente preoccupato, anche molti dei fedeli presenti in chiesa quel “benedetto” pomeriggio, tra cui anche il Sindaco Silvio Sasso e parte della giunta.
Il Sindaco, in particolare, armato della sua lucente fascia tricolore, a fine cerimonia è salito sul pulpito ed ha voluto portare il suo saluto e il suo augurio al Vescovo Piazza come da tradizione; per fare ciò, ha ricevuto nelle proprie mani il microfono usato poco prima dai sacerdoti per la celebrazione. Per carità, un giovane e solerte pretino, prima di cedere il microfono al primo cittadino, si era premurato di ripassarlo con una salvietta (speriamo disinfettante), ma il dubbio resta.
Il Sindaco non è sembrato molto preoccupato dall’accaduto, e nonostante tutti i sacerdoti presenti siano stati posti in quarantena fiduciaria come da protocollo di sicurezza, per essere venuti a contatto con soggetto positivo, sta continuando a presenziare normalmente in tutte le circostanze segnate sulla sua agenda.
Intanto sono stati eseguiti già una serie di accertamenti sui parroci presenti, restando in attesa di fare un secondo giro di esami per scongiurare eventuali diffusioni del contagio.
Nonostante tutto, l’allarme resta alto specialmente dopo il decesso di qualche giorno fa del Vescovo di Caserta unitamente all’altissimo numero di positivi – molto spesso asintomatici – che si stanno scoprendo giorno dopo giorno nella nostra regione. In ogni caso, i sacerdoti continuano a restare in isolamento e le celebrazioni giornaliere della santa messa, sono sospese praticamente ovunque all’interno della Diocesi di Sessa-Mondragone-Carinola.