TORNA A FUMARE LA MONNEZZA AURUNCA …SIAMO ANCHE NOI NELLA “TERRA DEI FUOCHI”, È L’URLO DI ALCUNI CITTADINI!
– di Salvatore Zinno –
Nella serata di giovedì scorso, la parte alta di Sessa centro è stata invasa da un acre puzza di plastica arsa; il classico “odore” nauseabondo che ammorba l’aria di mezza provincia di Caserta, quella parte di territorio tristemente nota come “Terra dei Fuochi”, e Sessa Aurunca si sta pessimamente dimostrando parte integrante di essa.
Ad andare a fuoco l’altra sera, è stata una maxi-discarica nata e cresciuta, nella consapevolezza di tutti, sotto il ponte che conduce alla frazione di Tuoro di Sessa; lungo il corso del rio San Sevile – per intenderci, quello che attraversa la “valle dei mulini” che un gruppo di volontari vorrebbe rendere fruibile a tutta la cittadinanza.
È evidente che con la grande quantità di “monnezza” presente, è difficile poter pensare a degli spazi per le passeggiate o per la socialità.
Proprio per questa ragione, abbiamo compiuto noi stessi un sopralluogo sul posto per vedere con i nostri occhi ciò che tutti i cittadini sessani raccontano, senza che nessuna delle autorità preposte si sia mai interessata del problema, per eseguire la dovuta bonifica e per mettere in atto quelle azioni necessarie ad impedire che gli sversamenti illeciti di rifiuti continuino.
Lo spettacolo che ci siamo trovati davanti agli occhi, inutile dirlo, è stato di una indecenza unica; in soli due o trecento metri di stradina sterrata, abbiamo contato oltre una decina di discariche contenenti di tutto: carcasse di elettrodomestici, mobili, sedie, sacconi neri colmi di qualsiasi rifiuto domestico, pneumatici usati, secchi di vernici e calcinacci di muratura, fino alle immancabili lastre di eternit, concludendo il percorso con una carcassa di automobile smembrata – non si sa, se frutto di un furto oppure solo dell’inciviltà del suo ultimo proprietario che ha deciso di abbandonarla li.
Il nostro “munnezz-tour” è terminato nei pressi di una casa di campagna, all’apparenza abitata, ma che all’aspetto assomigliava più ad una discarica che altro.
Questa stradina sterrata che costeggia il rio San Sevile, lungo la quale abbiamo “ammirato” un gran campionario di rifiuti speciali, in alcuni casi molto pericolosi come l’eternit, gli pneumatici o i fusti di vernici, nasce a soli duecento metri dalla caserma che ospita la Compagnia Carabinieri di Sessa e gli zozzoni che vanno a gettare i rifiuti lì sotto devono passare per forza dinanzi all’ingresso della caserma dotata di un moderno impianto di video-sorveglianza. Possibile mai che le telecamere dei Carabinieri non abbiano mai inquadrato un’automobile o un furgone carichi di: divani, frigoriferi, mobilio vario ecc?
Quando abbiamo fatto il nostro giro l’altra mattina, che assomigliava quasi ad una discesa verso gli inferi, una delle enormi cataste di rifiuti ancora fumava e rilasciava un puzzo atroce, irrespirabile. Un tanfo carico di veleni che ammorbava tutta l’area del quartiere Carmine, che vogliamo ricordarlo, oltre alla caserma dei Carabinieri, ospita anche qualche migliaio di abitanti, una scuola media e l’ospedale civile San Rocco, distante solo duecentocinquanta metri in linea d’aria.
Da informazioni raccolte tra gli abitanti del quartiere, nessuno è intervenuto per spegnere l’incendio e limitare la diffusione di fumi tossici; il Sindaco – informato dei fatti – ha cercato di gettare la patata bollente nelle mani del locale drappello di Protezione Civile, che però l’ha prontamente rinviata nelle mani del Sindaco, non avendo le dotazioni di sicurezza necessarie per intervenire in casi simili. Di allertare i Vigili del Fuoco neanche se ne è parlato.
La Protezione Civile, dopo l’esperienza della discarica in fiamme sotto la piazza di San Domenico del mese scorso, non si è voluta assumere il rischio di avvelenare i propri volontari, e sottolineiamo “volontari” (LEGGI).
Insomma, a Sessa Aurunca gli episodi di incendio di discariche abusive, stanno diventando a tutti gli effetti una vera e propria piaga; oltre a questi ultimi episodi di Sessa centro, si sommano a decine gli episodi nelle frazioni e nelle campagne, specialmente nella parte del comune che va verso il mare, tra le località di San Sebastiano-Zacconara-Levagnole-San Limato e la foce del Garigliano.
Il comune di Sessa Aurunca – ed in verità anche quello in esso inglobato, Cellole – va inserito a pieno titolo nel perimetro delle Terra dei Fuochi, in questo modo si può accedere ai fondi previsti per le bonifiche dei siti inquinati ed usufruire della vigilanza che l’Esercito svolge nei comuni interessati dal fenomeno.
Ma a questa possibilità proposta dal Presidente della commissione speciale “terra dei fuochi-bonifiche-ecomafie” Giampiero Zinzi, già nella scorsa legislatura regionale, ci fu la ferma opposizione del potente politico sessano, l’ex presidente della commissione Ambiente, Gennaro Oliviero. Per motivazioni francamente sconosciute e incomprensibili, si nega il problema e si getta la polvere sotto al tappeto; ma vogliano o no i mammasantissima locali, il territorio aurunco è purtroppo a tutti gli effetti Terra dei Fuochi.
Il Sindaco Sasso, in questi ultimi giorni di vita (amministrativa) che gli restano, denunci pubblicamente lo sconcio che affligge il suo territorio in termini di discariche abusive e di disastro ambientale, con centinaia di tonnellate di rifiuti da rimuovere. E provi anche a spiegare – visto che si trova… – alla popolazione per quale motivo il comune di Sessa Aurunca non ha beneficiato dei finanziamenti regionali per l’installazione di sistemi di video sorveglianza come invece accaduto nella vicina Cellole.
Eppure, ad inizio della sua sindacatura, il sindaco Sasso raccontava che grandi cose avrebbe potuto fare grazie alla presenza a Sessa del Consigliere Regionale Oliviero, con il quale allora filava tutto liscio, e decantava la “filiera istituzionale” tra Comune e Regione Campania. Invece, a conti fatti, di beneficio alla popolazione ed al territorio si è visto poco o nulla.
A dirsi “amanti del territorio” si fa presto con la bocca…ma i fatti invece restano a zero e il veleno intanto circola nei polmoni dei Sessani.