ROMA – «L’infermiere italiano, l’eroe idolatrato da troppi a parole, ma sostenuto da pochi con i fatti, non rappresenta solo la colonna portante di un SSN pieno zeppo di falle, pronto a tracimare senza il lavoro, la tenacia e la professionalità degli infermieri, ma oggi rappresenta più che mai una figura a tutto tondo che ha dimostrato e continua a dimostrare di essere in grado di occupare, brillantemente, più ruoli in ambito sanitario, nel pubblico e nel privato. In particolare si parla oggi troppo poco della figura dell’infermiere nelle nostre carceri e di quanto il suo impegno abbia contribuito e stia contribuendo tutt’ora alla salute psico fisica dei detenuti e del personale penitenziario in particolare durante questo periodo del Covid».
Esordisce così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Infermieri Italiani subito dopo la conclusione del XXI congresso del Simpse, Società Italiana di Medicina e Sanità nei Penitenziari, che ha affrontato e analizzato il ruolo dell’infermiere nelle carceri italiane durante questa fase di pandemia.
«La condizione contrattuale dei colleghi che operano tra i detenuti dev’essere oggetto di concreta rivalutazione e valorizzazione: questo chiediamo al Ministro degli Interni. Come sindacato ci sentiamo in dovere più che mai, in un frangente così delicato come quello di questa emergenza, in lenta ma costante fase di nuova crescita, di ribadire quanto l’infermiere, ogni giorno, si dimostra capace di reggere l’impatto di diverse responsabilità: conferisce sicurezza e trasmette ogni giorno fiducia ai cittadini-pazienti nella tempesta della sanità pubblica e privata , rischiando la propria vita in condizioni organizzative e contrattuali tutt’altro che ottimali. L’aver contribuito, con il suo impegno, come ha ribadito nei suoi contenuti il recente congresso del Simpse, a tener circoscritto l’effetto del Covid tra quella specifica e delicata popolazione, non è l’unico merito dei nostri professionisti. Per questa ragione come sindacato siamo vicini e sosteniamo a pieno le loro istanze contrattuali, l’impegno, la responsabilità, le difficoltà dei colleghi che si prendono cura dei detenuti, continua De Palma. Si parla troppo poco di loro, delle loro necessità contrattuali e organizzative, dei problemi di tutti i giorni e delle prospettive lavorative che li riguardano. Mettere a fuoco queste problematiche per poi affrontarle insieme è fondamentale. Per questa ragione, essendo noi soggetto sindacale vicino quotidianamente all’infermiere come persona, ovunque egli si trovi a operare, rivolgiamo un appello ai colleghi che prestano servizio nei penitenziari, affinchè scendano con noi in piazza il prossimo 15ottobre, in occasione della manifestazione di protesta che stiamo organizzando al Circo Massimo, sostenendo una battaglia che, per gli obiettivi fondamentali che la ispirano, accomuna tutti gli infermieri italiani», conclude De Palma.