Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime nuovamente seria preoccupazione per la marcia inarrestabile dei contagi: nella giornata del 1° ottobre si rileva un dato pari a 2.548 nuovi casi, con un totale di 24 morti. Sul versante scuola, l’ANSA ha pubblicato uno studio in base al quale sono 872 gli istituti che in Italia hanno fatto registrare un caso di Covid (LEGGI); più di mille individui tra personale scolastico e studenti (76,4% studenti, 11,3% docenti).
Ad appena due settimane dalla riapertura delle scuole non abbiamo valori confortanti – afferma il prof. Romano Pesavento, presidente CNDDU -; anzi. Evidentemente qualcosa non sta funzionando, indipendentemente dal fatto che siano stati effettuati più tamponi. Gli assembramenti fuori dalla scuola, la condotta sconsiderata di molti giovani, la concentrazione degli spostamenti sui mezzi di trasporto agli stessi orari, i registri relativi ai movimenti dalla classe non semplici da gestire nelle situazioni problematiche, l’igienizzazione dei luoghi e degli strumenti da lavoro non sempre approfondita sono tutti aspetti determinanti nel mancato contenimento del virus. È inutile negarlo: le cose non stanno andando bene. Abbiamo già raggiunto e superato la Germania (“solo” 2.500 casi). L’infezione avanza e il personale scolastico nelle condizioni attuali sarà sempre più colpito dalle conseguenze di una situazione probabilmente da riformulare nella gestione complessiva.
Il CNDDU chiede al Ministero di adottare ulteriori misure di prevenzione per la tutela della salute del personale scolastico e degli studenti; mentre rivolge un appello a tutte le maggiori organizzazioni sindacali e al mondo della scuola intero onde mostrare compattezza e coesione nelle proprie rivendicazioni.
Per esempio, dovrebbe essere attribuita al docente, durante l’emergenza, un’indennità da rischio epidemiologico, in considerazione del numero esorbitante di persone che circolano negli istituti scolastici.
Soprattutto in considerazione della proroga dello stato di emergenza proposto e delle previsioni relative all’andamento dei contagi nei mesi invernali (Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME) dell’Università di Washington), attendiamo risposte e un confronto in merito alle criticità esposte.