“Da oggi il costo del lavoro peserà per il 30 per cento in meno sulle imprese del Mezzogiorno. Merito della fiscalità di vantaggio per le regioni del Sud, tra cui anche il Molise, interessato alla misura contenuta nel Decreto Agosto che consiste in una decontribuzione da ottobre a dicembre 2020 su tutti i dipendenti e per i nuovi assunti”.
Lo afferma il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle, Fabrizio Ortis, sottolineando l’urgente bisogno della misura di sostegno al fine di ridurre le carenze infrastrutturali di aree del Paese in cui è necessario rispondere più efficacemente alla crisi generata dalla pandemia.
“La fiscalità di vantaggio – spiega il senatore – nelle intenzioni del governo diverrà una misura stabile e duratura, volta a dare solidità alle imprese del Sud fino al 2029 attraverso sgravi decrescenti. Puntiamo a creare nuove opportunità di lavoro, riportando il Mezzogiorno al centro del sistema produttivo italiano. Ha ragione il ministro Provenzano quando sostiene che fare impresa e lavorare al Sud ha costi maggiori. I motivi? Il deficit di produttività legato a un progressivo disinvestimento di lungo periodo nel contesto formativo, infrastrutturale e istituzionale, aggravato – continua Ortis – dalle politiche di austerità seguite alla crisi precedente”.
Secondo l’esponente pentastellato l’effetto sarà quello di evitare una crescita senza occupazione, rischio certificato dalle ultime stime diffuse dalla SVIMEZ, che segnalano nell’area del Mezzogiorno un calo dell’occupazione di circa il 6%, a fronte del 3,5% al Centro-Nord. Sono i primi segnali dell’asimmetria territoriale con la quale, ripetendo l’esperienza della crisi precedente, si produrranno le ripercussioni economiche e sociali.
“Quello in vigore da oggi non è un bonus una tantum – conclude Ortis – ma un provvedimento strutturale che si affiancherà agli investimenti nell’ambito di una strategia più ampia, fatta di risorse pubblico-private. Effetti indiretti saranno il contrasto del lavoro nero favorendone l’emersione e, a seguire, l’intercettazione del fenomeno del back-reshoring, ovvero delle imprese che tornano in Italia dopo aver spostato l’attività all’estero, fornendo un rilevante vantaggio competitivo alle attività produttive che con la pandemia rivedono le proprie scelte localizzative”.