“Il dramma di Napoli pone ancora una volta l’accento sul tema della sicurezza digitale, che evidentemente è sempre troppo poca, per non dire assente. Un altro minore ieri, a Napoli, ha perso la vita navigando nel mare di una rete senza rete di protezione. E per ogni minore che soffre in quella rete, le Istituzioni perdono una chance per fare del loro meglio, per non lasciarli soli. Questo è il momento di prendersi ciascuno le proprie responsabilità, il legislatore da un lato e i giganti del web dell’altro, perché i loro interessi non possono valere di più della vita di un ragazzo di 11 anni.
Sono allo studio della Commissione Giustizia in Senato ben sei D.d.L. che riguardano tutti il tema del cyberbullismo, tra questi vi è anche il mio. I temi affrontati nei D.d.L. sono di diversa natura, dalla criminalizzazione dei comportamenti tipici del bullismo e del cyberbullismo, ad un giro di vite sulla responsabilità dei gestori dei siti internet e dei provider. In proposito, sarà più che opportuno un ulteriore atto di coraggio, volto ad imporre a quegli stessi gestori l’ “Age verification”. L’obiettivo è quello di promuovere per tale via il recupero di una responsabilità educativa di tutti gli adulti di riferimento. I genitori devono tornare ad avere il coraggio di educare, per questo lo Stato deve riuscire a costruire un argine che li aiuti a fermare l’onda d’urto del web. Ne deriva una grande conseguenza: minori di 14 anni e social dovrebbero essere due parole da non inserire nella medesima frase”. Lo dichiara la Sen. del Gruppo Misto, Sandra Lonardo.