Prima domenica di vera fine estate, forzatamente a casa per rinvio della vendemmia, causa pioggia. Mattinata sonnacchiosa tra un quotidiano e un libro, squilla il telefono, guardi il numero sconosciuto, sei tentato d’annullare poi pensi che la pubblicità molesta non colpisce di domenica, rispondi. Dall’altra parte riconosci la voce cara di un antico amico da Jesolo, l’onorevole Mario Pezzoli. Esordisce col solito: “ciao vecio come stai in terronia, o preferisci in nord-africa?” Inconfondibile accento della laguna, allegro modo d’interloquire di galantuomo, preparato ex amministratore e parlamentare. C’eravamo conosciuti in parlamento, stessa commissione la 10°, Attività produttive, grande lavoratore, competente, poliedrico, severo con se stesso e con gli altri, più giovane di me. La telefonata prosegue tra allegre battute e preoccupati pensieri, rispetto alla strada intrapresa dalla nostra “ex parte politica”, oltre a commentare l’attuale “momento politico”. Entrambi ci definiamo senza casa partitica, sorvoliamo commenti su Fini & C, riconosciamo l’inizio della débacle di A.N. con la morte di Pinuccio Tatarella. Di colpo cambia argomento chiedendomi: “Cuscu, ti seguo a distanza e leggo i tuoi articoli da Appia Polis, l’ultimo quello in cui denunci l’amara triste fine del palmeto morto per il punteruolo rosso. Le quotidiane tue battaglie contro la cattiva amministrazione della bella Caserta, sei certo siano condivise dai tuoi stessi concittadini? Da sempre si dice che tutto il mondo è paese, dal Manzanarre al Reno, anche se ti posso assicurare che qui da me in Veneto, se qualcuno fa morire un viale alberato, anche se nel più piccolo dei comuni, troverebbe viva, forte, feroce protesta di “tutti” gli abitanti a prescindere dai convincimenti politici. Da noi in Veneto, le amministrazioni sono i cittadini e questo i sindaci, assessori e consiglieri lo sanno benissimo. Nulla viene fatto che anche, pur lontanamente, possa non trovare l’attenzione della gente. Spero che altrettanto accada anche dalle tue parti. cioè, che i cittadini, liberi da condizionamenti, siano i primi difensori civici della loro terra. La telefonata si conclude con le sue raccomandazioni, affinché non abbandoni la battaglia di moralizzazione e di sensibilizzazione pubblica che, persone con la nostra storia, hanno sempre portato avanti. Ti sono vicino, ciao vecio, saluta i tuoi cari”. Questa la cara testimonianza di un italiano del Veneto, della prosperosa Iesolo, città a prevalente economia derivata da turismo. Città che non si allaga se viene giù dal cielo una bomba d’acqua, città che cura in proprio il suo patrimonio arboreo verde, che non delega a privati i beni pubblici, che non chiude le scuole al primo acquazzone, che non regala lo stadio di calcio per 90 anni a dei privati.