– di Salvatore Zinno – Ha vinto lui, non ci sono se e non ci sono ma…
Che poi, lui, dietro quel suo sorriso sornione e l’atteggiamento sempre pacioso, occulti uno spirito belligerante, implacabile, feroce e vendicativo, anche su questo, non ci sono se e non ci sono ma…
Lui ovviamente è Gennaro Oliviero, appena riconfermato Consigliere Regionale, più votato nella lista del PD casertano e secondo per voti raccolti solamente a Giovanni Zannini, inarrivabile ed inimmaginabile nel suo exploit elettorale nella lista del Governatore De Luca.
In questi giorni appena seguenti agli scrutini elettorali, senza perderci neanche troppo tempo, per bocca di una certa stampa allineata al pensiero olivieriano, sono partite le prime bordate caricate a sale, per aprire ufficialmente le ostilità.
Nel mirino del consigliere Oliviero troviamo subito coloro che proprio non gli sono mai “scesi” e che in qualche modo hanno ostacolato le sue manovre; attenzione, abbiamo scritto di proposito “manovre” e non scelte politiche!
Oliviero, sulla scorta del risultato elettorale che lo ha beneficiato dell’unico seggio spettante al PD per la circoscrizione di Caserta, ha ordinato il “taglio della testa” – politicamente parlando, ma anche no – di una prima pattuglia di nemici, e vediamoli nel dettaglio chi sono questi nemici.
Il primo… è senza dubbio il segretario provinciale del PD dott. Emiddio Cimmino, il quale non ha mai mostrato una reale simpatia per Oliviero in quanto iscritto al PD. Nelle ultime competizioni elettorali regionali, Cimmino avrebbe accettato senza battere ciglio la candidatura di Massimo Schiavone nelle fila del PD con il chiaro intento di provare a danneggiare proprio la posizione di Oliviero in favore di Stefano Graziano. A Sessa la battaglia, lo sanno tutti, è stata all’arma bianca proprio tra Oliviero e Schiavone, con il secondo disposto a tutto pur di risultare più votato in casa propria non riuscendoci.
Secondo in lista, è Stefano Graziano…oramai ufficialmente ex consigliere regionale, giudicato da sempre da Gennaro Oliviero come un “bastone tra le ruote”, l’inciampo che non gli ha mai permesso veramente di essere egemone nel partito provinciale e soprattutto nella gestione del potere con il controllo totale del sottogoverno; ad esempio l’ASL, nella quale Oliviero si è dovuto accontentare solo di alcune nomine qua e là ed il controllo dell’ospedale – minore – di Sessa Aurunca lasciando al collega ospedali importanti come Caserta ed Aversa. Con la sconfitta elettorale di Graziano, Oliviero sta già reclamando maggiore spazio nel controllo dell’ASL Casertana; ma non finisce qui perché a lui interessa tutto il sottogoverno nelle cui pieghe risultano anche le controllate regionali, le partecipate, il consorzio idrico, la gestione dei rifiuti ed i consorzi di bonifica.
Proprio a proposito di questi ultimi, è stata lanciata un “OPA” politica sul Consorzio di Bonifica del Volturno, in questo momento commissariato e guidato dall’ing. Carlo Maisto, segretario cittadino del PD Frignanese molto vicino a Stefano Graziano. Oliviero vuole anche la testa del commissario Maisto per piazzare un suo uomo al comando del più grande consorzio di bonifica della Campania, nel quale può già disporre di una numerosa pattuglia di dipendenti a lui fedeli che non aspettano altro per tornare a ricoprire i ruoli dirigenziali che ricoprivano nel soppresso consorzio di bonifica di Sessa Aurunca.
I dipendenti dell’ex CAB alla corte di Gennaro Oliviero
Non a caso, il giorno della chiusura della campagna elettorale, Oliviero ha riunito a Sessa operai, impiegati ed ex dirigenti del consorzio aurunco ai quali ha impartito l’ordine di votarlo seccamente senza preferenza di genere femminile.
Dopo Cimmino, Maisto e Graziano da abbattere per fare una prima “pulizia” a livello provinciale e ottenere la più confacente a se stesso egemonia totale, Oliviero ha come bersaglio due suoi concittadini; Massimo Schiavone e Silvio Sasso.
Massimo Schiavone – anche se il vero artefice di tutto è il papà Michele Schiavone – è colpevole, ed è per questo già stato giudicato e condannato, per il reato di “lesa maestà”, in quanto ha osato sfidare apertamente lo stesso Oliviero in casa propria, convincendosi di poterlo superare nei consensi solo per l’enorme quantità di denaro da lui posseduta e messa in campo per questa campagna elettorale; a Sessa c’è chi parla di un milione e mezzo di euro per meno di settemila voti. Praticamente ha speso più di duecento euro a voto con la certezza di non essere eletto, infatti è arrivato quarto; FOLLIA! Nonostante ciò, un rigurgito di “normalità” in casa Schiavone c’è stato e qualche loro “consigliori” ha suggerito di fare un minimo di macchine indietro, vergando un comunicato nel quale il giovane Schiavone scrive: “…Tale affermazione è stata la naturale conseguenza del grosso lavoro svolto sul territorio da parte di tutti i candidati e, in virtù dei risultati, dal primo eletto del PD Gennaro Oliviero, al quale faccio un grande in bocca al lupo, con l’augurio di poter portare avanti i numerosi progetti già iniziati dalla prima legislatura del presidente De Luca…”; a leggere questo, qualcuno ha esclamato: “paura eh!” Sempre per esorcizzare la paura della vendetta di Gennaro Oliviero, Michele Schiavone dopo averne accertato la vittoria, è corso a Roma e si è fatto fotografare fuori la porta (chiusa) della sede del PD, quasi a mandare un messaggio al suo “boia” Oliviero: “occhio che io ho le spalle coperte”!
Subito dopo Schiavone e soci, nel mirino di Oliviero c’è Silvio Sasso.
Di Sasso e di tutti i passi sbagliati della sua sindacatura, c’è poco da dire perché ne abbiamo trattato ampiamente per cui ci sembra quasi di sparare sulla croce rossa, ma non è dello stesso avviso Gennaro Oliviero appunto, al quale non è proprio andata giù l’alzata di cresta della sua ex creatura Sasso, quando ha varato una giunta tutta sua senza chiedere il consenso a Oliviero ed ha per di più appoggiato Schiavone alle scorse regionali. Sempre memori della sua vena vendicativa, non ci stupiamo affatto delle manovre messe in atto da Oliviero per spodestare il sindaco di Sessa ad appena otto mesi dalla scadenza naturale del mandato. Infatti, in queste ore la falange sessana olivieriana è in fervente attività per reclutare i nove consiglieri necessari a sfiduciare il sindaco. Sarebbero della partita ovviamente i sei consiglieri del PD – Basilio Vernile compreso – ed i due dell’opposizione Pecunioso e Tommasino. Resterebbero in dubbio gli indipendenti Bevellino e Sasso del Circolo Vassallo, Mario Truglio di Generazione Aurunca, mentre non è disponibile Alberto Verrengia sempre di Generazione Aurunca ma da molti indicato come un legato del gruppo Schiavone per il quale sarà a breve il loro candidato sindaco.
Proprio questa mattina, a conferma di quanto da noi raccontato, il sindaco Sasso sentendosi in precario equilibrio ha pubblicato un suo pensiero nel quale riferisce che “nella giornata di ieri, per interposta persona, sono stato invitato alla luce dei risultati delle elezioni regionali a porre fine all’Amministrazione Comunale con 8 mesi di anticipo sulla scadenza naturale…”, ma lui tiene la schiena dritta e aspetta i suoi cospiratori in consiglio comunale, senza specificare chi fosse questa “interposta persona”.
Il lavoro di bombardamento è appena iniziato, e come dicevamo prima per ora i cannoni sono caricati a “sale”, ma c’è da scommetterci che a breve voleranno proiettili veri.