– di Nicolò Antonio Cuscunà –
Nel febbraio 2018 la giunta di Carlo Marino, su proposta dell’assessora desaparecida, Dora Esposito approvò il cambio di denominazione dell’ex Caserma Sacchi in: “Palazzo dei Vescovi”. Sempre il podestà di Caserta, con enfasi ciarliera, illustrò le motivazioni storiche di tale scelta, promettendo d’inserire, il sontuoso monumento, nel circuito degli attrattori architettonici, utili all’economia turistica della città (uguale a villa Maria Carolina da valorizzare, con privati, con la vendita di panini e porchetta).
La prestigiosa struttura architettonica di via San Gennaro in Falciano, acquisita e restaurata (1998/2006- PIC Urban II- POR Campania 2000/2000 -totale speso Euro 32.071.362,00) ha una gloriosa storia, che ricordiamo.
In origine era la “Regiae Caballeritiae” ospitante la cavalleria di Alfonso I d’Aragona. Nel ‘400 re Ferrante la regalò al vescovo Giovanni de Leone. Dal ‘500 al 1849, con alterne vicende, fu sede vescovile. Successivamente Ferdinando II di Borbone Due Sicilie la fece trasformare in “quartiere militare con Piazza d’Armi”. Successivamente, abbandono e degrado.
La nuova, decentrata, ubicazione degli uffici anagrafe, venne scelta dal sindaco Pio Del Gaudio, costretto e obbligato, per i dissesti, al risparmio sui fitti passivi. Dall’ex sede di via Patturelli, 18 mila euro mensili, (ex sala cinematografica) gli uffici Anagrafe e Stato Civile passarono in via San Gennaro a Falciano. Sempre del sindaco Del Gaudio le ipotesi di trasferimento: ex orfanotrofio Sant’Antonio (ostruzionismo di un gruppo-mercenario della maggioranza); Chiostro di Sant’Agostino (ancora bloccato per contenzioso collaudi); ex Tribunale -via John Andrew Graefer); porticati di palazzo Castropignano (dov’erano in origine) sembrerebbero non agibili. Commissari e successore del sindaco Del Gaudio, si sono guardati bene dal risolvere la ” corretta erogazione di servizi al pubblico” in zona idonea, funzionale e di facile accesso per tutti, in particolare per la popolazione anziana. Ed eccoci agli attuali disservizi, non solo originati dall’errata localizzazione ma anche per la drastica diminuzione della “forza lavoro”. Normali pensionamenti, più quota 100 hanno ridotto al lumicino gli impiegati in questi indispensabili servizi. Pensionamenti che il sindaco Marino ben conosce da anni, per i quali promise, senza realizzare, trasferimenti-comando di personale da altri Enti pubblici. I “servizi a domanda” di anagrafe e stato civile andrebbero riportati al centro della città, in luogo idoneo e facile da raggiungere con mezzi pubblici. Meglio ancora sarebbe attuare il moderno servizio on line, gestito dagli addetti nelle edicole – giornali, come avviene oramai in buona parte di città del nord Italia.
La prestigiosa struttura architettonica del “Palazzo dei Vescovi” di Falciano, il cui restauro è costato milioni di euro dei contribuenti, andrebbe “realmente e concretamente” inserita in rete in progetti organici. Progetti realizzati all’interno del “Distretto Turistico dell’Appia Antica, di cui è parte il Comune di Caserta. Amministrazione Marino, componente non attiva né trainante, visto come gestisce gli attrattori di ricchezza turistica, quali il Belvedere di San Leucio, il Borgo medioevale, villa Maria Carolina e Palazzo dei Vescovi.
L’ex caserma Sacchi-Palazzo dei Vescovi va manutenuta, bene utilizzata e non abbandonata all’assoluto degrado com’è attualmente.
Alla compagine amministrativa che succederà all’attuale, il compito d’assumersene l’onore e onere.