– di Francesca Nardi –
La morale schizofrenica di una società che rinnega continuamente se stessa, condiziona ed impercettibilmente distrugge e desertifica il territorio della nostra anima, uniformandolo ai perversi meccanismi della fame bestiale del potere …e la cialtroneria del quotidiano, che in un mattino d’estate ti paragona a Madame Curie e in una sera d’autunno ti giudica una volgare scacquaprovette, solo perché non riesci a comprendere che la verità non fa tendenza, ti sfiora e tu scivoli sulla vischiosità dei miserabili esempi…ed a margine della squalificata dimensione elettorale, in cui si parla e si disserta sul voto di scambio a Casagiove…e si apprende della chiusura delle indagini in tal senso e dell’avviso a Danilo D’Angelo… quando Ottavio Chiavaroli ti chiede di ascoltarlo “glissi”…sai che si tratta della persona cui si riferisce Danilo D’Angelo per difendersi, definendola mitomane e tossicodipendente e “glissi” due volte, perché Danilo D’Angelo è un uomo d’onore…e a margine delle dichiarazioni del suo avvocato Bruno Moscatiello che, in merito all’avviso, parla di atto dovuto della magistratura e ribadisce che il suo cliente ancora una volta, è vittima dell’altrui cattiveria, e gli infami saranno costretti a chiedergli scusa… “glissi” per la terza volta, perché Bruno Moscatiello è un uomo d’onore, come suo figlio. D’Angelo e i Moscatiello… tutti uomini d’onore…E allora perché dare credito a Ottavio Chiavaroli?, uno che dieci anni fa faceva abuso di alcool, si faceva le canne ed era dedito alla bella vita dissoluta e senza pensieri…perché dovremmo dare credito ad uno così e perché dovremmo ascoltarlo?, forse perché nei comizi sentiamo sovente parlare di recupero necessario, di solidarietà e di inserimento?, cosa c’entra…quella è solo propaganda …Forse dovremmo ascoltarlo, perché Ottavio Chiavaroli ha scritto un libro in cui parla della sua vita e di come un giorno di nove anni fa a seguito di un terribile incidente, da cui si salvò per miracolo, decise di raccontarla quella sua vita allegra e dissoluta e di affrontare un nuovo percorso, che lo vede tuttora vicino ai più deboli?, perché dovremmo ascoltarlo?, perché gode della fiducia di don Manganiello, perché era molto vicino a don Gelmini prima che morisse?, forse dovremmo ascoltarlo perché lo stesso Danilo D’Angelo, dopo averlo incensato e presentato pubblicamente come una persona speciale, gli aveva detto che avrebbe dovuto essere sempre al suo fianco, nella consiliatura che lo avrebbe visto sindaco?, perché dovremmo ascoltare Ottavio Chiavaroli, se tante persone dabbene, tanti uomini d’onore oggi sembrano coalizzarsi per denigrarlo? Decidiamo di non ascoltarlo e Ottavio Chiavaroli tace…guarda in silenzio verso la strada…sembra seguire il passo della gente… sembra intento ad ascoltare qualcosa che viene da lontano e si ripercuote nell’aria …un sussurro, un segreto pronto a sfuggire di nuovo, un sospiro ed un fremito che spezza il silenzio e che bisogna fermare, imprigionare ed ascoltare. E nel silenzio Ottavio Chiavaroli, accende il cellulare e la voce di Danilo D’Angelo risuona nell’aria…una due, cento volte, si accompagna ad altre voci, sono le voci degli uomini d’onore che impedivano di dare credito a Ottavio Chiavaroli…le voci la cui eco alza uno sbarramento quasi inossidabile, tra la verità e la gente… Voci chiare, parole inequivocabili, definizioni forti, volgari…Un festival di certezze…una sagra rustica e maleodorante, di quelle che non finiscono mai… senza orario d’inizio e senza conclusione …una lunga litania rauca ed irridente, in cui l’impegno si intreccia alla promessa, la richiesta fa seguito all’impegno e la vanagloria si fonde con la disonestà di fondo … Freddo come la vergogna, valore dimenticato, un macigno ti blocca la gola e non fai in tempo a ricordare tutti i post di commento alle dichiarazioni vittimistiche di Danilo D’Angelo, le accorate testimonianze di solidarietà e le condanne contro i presunti calunniatori che …ecco che a sostegno degli audio si aggiunge una lunga teoria di messaggi interessanti che oltre a rendere assordante il silenzio di Ottavio Chiavaroli, sincopano ritmicamente il ripristino di una verità deflagrante, inequivocabile, incontrovertibile. E allora ci si chiede con grande amarezza, dove allochi l’amore per la propria gente, il servizio, la millantata voglia di tornare ad essere un popolo, una comunità…e capisci che siamo al punto di non ritorno e devi fermarti e non puoi andare oltre e che forse domani leggerai il resto ed ascolterai un altro audio…ma non oggi…Oggi l’unica cosa che ci sentiamo di dire è che almeno la sceneggiata della processione del martire infilzato dalla maldicenza, doveva essere risparmiata alla dignità collettiva casagiovese, come risulta oltraggiosa per Giovanni Falcone la sua foto postata sulla pagina fb, in un paragone che sarebbe stato sproporzionato oltre che azzardato per chiunque…Quando si hanno saraghe gigantesche e di questa portata nella tasca della giacca, non si dovrebbe essere così spregiudicati né sfidare la sorte, rasentando l’incoscienza ed il cattivo gusto, nè i principi del foro dovrebbero lasciarsi prendere la mano dalla retorica…E ce la va sans dire che siamo davvero curiosi questa volta… di leggere i commenti…Hasta la verguenza!