– di Francesca Nardi –
Le fake news o presunte tali, continuano a disturbare il sonno di Cristina Compasso e ad imperversare nella sua quieta esistenza di brava massaia della politica con la passione per il photoshop. La gentile ri-candidata al seggio di sindaco di Cellole, ogni tanto annuncia querele e sale sull’impalcatura pericolante della dignità offesa ingiustamente. Ieri, la notizia di una lettera-esposto alla Prefettura di Caserta, contro il comandante dei Vigili Urbani di Cellole, firmata dalla Compasso e da altri tre, ha scatenato nuovamente le sue ire tonanti. Cela va sans dire che, alla vigilia del voto, ogni reazione a salvaguardia dell’immagine del candidato sindaco, nella fredda economia delle scelte strategiche, è addirittura obbligatoria ma… accusare un giornale di diffondere falsità, non è consentito neppure alla signora Compasso, che potrebbe essere denunciata a sua volta per calunnia, qualora non riuscisse a dimostrare che noi di appiapolis.it, siamo davvero quei bugiardi diffusori di fakenews che lei, caruccia, ci accusa di essere. Inoltre…la domanda sorge spontanea…se l’esposto contro il comandante fosse una fake news e la Compasso avesse ragione e il suo sdegno fosse giustificato e lei non avesse mai e diciamo mai, profferito verbo contro il comandante dei Vigili Urbani, peraltro da ella stessa nominato, ai bei tempi in cui si “guarniva il petto” con la fascia tricolore, per quale motivo non ha ritenuto di aggiungere, almeno, una breve formula di cortese solidarietà, al suo post di avvertimento, arido come un fico secco nella vigilia di Natale? Cara signora Compasso e cari tutti, ma caro soprattutto colui che da stamani, sta negando con discreto accanimento, su fb e si badi bene…nessuno esce dai confini di fb, di aver firmato l’esposto in cui, tra le altre, figura anche la sua firma. E’appena il caso di evidenziare che, tra persone serie e civili dovrebbe funzionare così: chi ritiene di essere stato accusato ingiustamente o coinvolto impropriamente, in una vicenda qualsiasi, scrive alla redazione del giornale in questione e chiede formalmente una smentita nei tempi e nei modi previsti, adducendo elementi validi, a sostegno della sua richiesta. Se quella “sporca dozzina” di brutti, zozzi e cattivi, che in genere popola i giornali, non dovesse attenersi alle regole e non dovesse pubblicare la smentita, laddove fosse il caso di farlo, la persona offesa avrebbe il pieno diritto di querelare. Strano che l’avvocato Compasso non sia al corrente di queste piccole cose elementari ma… certo, appunto… siamo al rush finale…il tempo stringe e rischiamo un’altra volta di sforare i tempi stabiliti dalla legge, non è vero?, e questa volta forse, non saremo così fortunati da far girare gli astri, i pianeti e la stella cometa… tutti dalla parte nostra, per mischiare le carte tutti insieme appassionatamente, non è vero?, …e per sostenerci mentre facciamo la voce grossa, rigorosamente nei corridoi e moduliamo come cardellini in amore sui balconi dell’ipocrisia…non è vero? Hasta la suerte senora Compasso!