REALTÀ, TOPONOMASTICA, OPERATIVITÀ

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    –           di Ciro Esposito          –                      racconto caserta ciro esposito scaled REALTÀ, TOPONOMASTICA, OPERATIVITÀ

Avrei dovuto parlare subito dei miei progetti per la normalizzazione idrica dei paesi Alti (Casertavecchia, Sommana, Pozzovetere e Casola) ma alcune domande degne di risposta fanno passare il problema in secondo ordine.

L’argomento toponomastica che io pensavo fosse di secondaria importanza ha suscitato interesse e curiosità, come pure quello sulla mia valutazione per alcuni Amministratori e le domande che mi sono state rivolte sono interessanti.

Quando ho fatto la graduatoria e assegnato le pagelle soltanto per qualcuno che ritengo importante tra gli eletti, considerando inutile discettare sulle qualità dei tanti che, pure se eletti, opino siano stati semplici visitatori di Palazzo Castropignano, ho anche detto che la valutazione l’ho fatta tenendo conto di quello che è stato prodotto dal singolo individuo. Più d’uno mi ha chiesto provocatoriamente notizie sulla posizione che avrei assegnato a Ciro Esposito se non fossi stato l’interessato, cosa pensavo del suo operato e dove lo avrei collocato, sia nella funzione di Sindaco sia in quella di Assessore che di consigliere di opposizione. A queste persone ho risposto nel modo seguente: credo che per 40 anni, in tutti i ruoli che ho rivestito nella pubblica Amministrazione ho fatto quello per cui venivo eletto, ho lavorato, mi sono attivato, mi sono reso utile sperando di riuscirvi.. I posteri, leggeranno gli atti dell’archivio Comunale ed emetteranno la sentenza…! Quando ho iniziato la collaborazione con Appia Polis mi è stato chiesto di portare a conoscenza dei giovani le situazioni, gli avvenimenti e il modo di amministrare di tanto tempo fa…lo sto facendo in modo onesto e con giudizio obiettivo. Una domanda., però, mi ha stupito e meravigliato: ESPO’, nel parlare della toponomastica stai creando i presupposti per una strada intestata a te?! Non ci avevo pensato, però facendo il paragone con quelli che ho citato, una città potrebbe starci.( sono immodesto ?) poi penso: per avere l’intestazione di una strada, necessita essere morti da almeno dieci anni e a me, con tutta la franchezza e sincerità, mi piace leggere le targhe intestate agli altri…lo vorrei fare per tantissimi anni ancora anche se ritengo che il mio tempo sia …quasi…scaduto. Ma veniamo al sodo: al commento dell’articolo de Il Mattino del 9.8. che trattava il problema idrico del Quartiere di Casertavecchia e tra le righe diceva che l’amministrazione IaselliEsposito aveva risolto il problema con un pozzo semi artesiano in loco, e dava i meriti della iniziativa a qualcuno che non conosceva nulla della questione e questo va chiarito immediatamente E’ vero che l’amministrazione era capeggiata da laselli ma quando in Giunta vi erano Ciro Esposito e Peppe Corbo, tutti gli altri non contavano un beneamato nulla ….perché “quei due” avevano il quid in più. Bisogna, però, dare a Cesare quello che è di Casare… vi era un terzo uomo che contava ed era Aldo Magliocca che, più che amministratore, lo consideravo il segretario del partito che monopolizzava la vita del Comune. Prima che sorgano equivoci affermo che Aldo non era cattivo di animo e l’epilogo della sua storia è emblematico a conferma la mia tesi, era intelligente ma aveva qualche limite. Aldo, sia quando era assessore che quando non lo era, aveva l’abitudine di voler governare con arroganza, prepotenza, presupponenza e mania padronale (con chi glielo consentiva), era noncurante di ogni norma e regola, e aveva un limite grossissimo. Si faceva soggiogare, fagocitare e manipolare dalla “Femmina” … un handicap pesante per un amministratore capace, e lui capace lo era, ma non aveva capito che con certi attributi ci si colloquia e il dialogo deve essere intenso, appagante, sostanzioso, convincente, armonioso e soddisfacente per i partecipanti ma non condizionante. La persona che “colloquiava” e che in virtù delle conversazioni governava per interposta persona (sic?) era, Madame, dal pelo copioso e villoso, oserei dire cosmico, che le cresceva sullo stomaco e sulla coscienza. Madame era assetata, affamata, arrapata di potere e guai a contrastarla…pur di avere il potere faceva tutto…tutto…proprio tutto! Adocchiava le prede, le circuiva, le irretiva, le catechizzava e le piegava al suo volere… i deboli abboccavano e diventavano succubi. Ciro Esposito che nella complessa (per altri) materia era sempre molto impegnato, che avendo col potere un approccio molto pragmatico e antisistema non avrebbe mai ceduto o ubbidito…La “problematica” la vedeva e la trattava diversamente: aveva frequentato l’apposito corso di formazione con decenti eccellenti, quindi, per fermarlo le veline anonime si sprecavano. Chiarito questo concetto dedichiamoci all’acqua. Preparai il progetto per il pozzo semi artesiano onde rendere il Quartiere di Casertavecchia autonomo rispetto alla città; affidai le ricerche al geologo Ragozzino di Caserta che individuò l’acqua a 465 metri di profondità in zona comunale S. Rocco a Casertavecchia. Per il finanziamento dei 465 milioni necessari fu reperita la somma prelevandola dal capitolo delle “spese per il personale”, in fase di assestamento di bilancio e la ditta Laugeni di Casagione si aggiudicò la gara di appalto. Cambiò l’amministrazione, come vice sindaco fu nominato Della Valle di Pozzovetere che non solo si fece imporre dal sindaco lo spegnimento della illuminazione Casertavecchia -Mezzano per due anni (solo perché l’aveva fatta Esposito) ma si fece anche scippare i fondi per il pozzo di Casertavecchia che furono dirottati per la costruzione dei pozzi di Briano e Vaccheria. Il Pozzo per Casertavecchia lo aveva proposto e voluto soltanto Ciro Esposito…gli altri erano contrari ma per la incapacità di qualche amministratore che non seppe difendere i diritti dei cittadini del Quartiere, ancora oggi, soffriamo la carenza idrica per svariati motivi tecnici…ci vorrebbe uno specchio …ma sarebbe una offesa per i residenti…quelli che votavano. Ma vi sono altre grosse opere pubbliche scippate al Quartiere; opere da me volute e che furono realizzate anche in altre località: il campo sportivo e il Centro polifunzionale. Li proposi sempre di concerto con Corbo. Ne parleremo nel prossimo numero.