ESCLUSIVA: “A CELLOLE C’È UN CUORE” COLMO DI VELENO…E A FARNE LE SPESE È IL COMANDANTE CASALE

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   –         di Salvatore Zinno    –            

Il teatrino dell’assurdo, al quale difficilmente riusciremo ad assuefarci, è in piena attività a Cellole.
Avevamo deciso di lasciare “campo libero” alla campagna elettorale cellolese, dopo avervi raccontato gli infelici esordi fatti di: incapacità organizzativa, cattiveria e risentimento, odii personali, ricorsi giudiziari, espulsioni, riammissioni, avvocati, sentenze, fino ad azioni meschine come il gesto ignobile di Attilio Compasso nei confronti del defunto sindaco Angelo Barretta.
Lo avevamo deciso, ma visti gli ultimi accadimenti dobbiamo per forza intrometterci.
Cosa ci ha fatto mutare di intenti?
È pervenuta presso la nostra redazione, la copia di una PEC inviata a mezza Prefettura di Caserta, Prefetto in testa, Carabinieri, Polizia di Stato, comune di Roma e per chiudere all’ASL di Caserta. In questa missiva, inviata da un non meglio precisato indirizzo mail della Cisal funzione pubblica che ci stiamo premurando di verificare, ci sono una serie di addebiti nei confronti del comandante dei vigili urbani cellolesi, dott. Pierluigi Casale.
Tra le altre cose, gli si contesta un trattamento di favore nei confronti della lista “Noi per Cellole”. In particolare, lo sforamento di una ventina di minuti sui tempi del comizio tenuto in piazza, che doveva concludersi alle 22:30 e invece sarebbe proseguito sino alle – udite udite – 22:50; e l’aver “tenuto in piazza” la gente per un tempo superiore all’ora prevista per il comizio ha causato un rischio epidemia da covid superiore del cento per cento. Di questa “epidemia colposa” è ovviamente responsabile il comandante Casale, secondo la Cisal funzione pubblica.
Ora, che il comandante Casale non sempre abbia messo in atto azioni ineccepibili, lo abbiamo fatto rilevare più volte come anche abbiamo riconosciuto il suo innegabile impegno a voler migliorare alcuni aspetti della politica amministrativa cellolese, incancreniti ed imbarazzantissimi per i politici ed i funzionari comunali di un recente passato; ma crederlo responsabile di epidemia colposa ci ha fatto davvero rizzare i capelli in testa. Ecco il motivo della nostra narrazione dei fatti in chiusura di campagna elettorale, che arricchiremo di nuove notizie appena raccolte in loco.
Procediamo con ordine…
La nota della Cisal funzione pubblica, nella sua estrosità, ha avuto il merito di far emergere un vero proprio movimento di lotta al Comandante Casale. Nelle settimane scorse infatti, la prefettura di Caserta ed altri uffici, hanno ricevuto diverse lettere anonime che incolpano il Casale dei piu svariati “delitti”. Lettere anonime abbiamo detto, fino all’ultima che reca le firme di Cristina Compasso, Franco Sorgente, Francesco Lauretano e Simona Di Paolo. Questi 4 moschettieri (nemici nella passata legislatura e compagni di cordata in questa competizione al veleno), hanno espressamente chiesto la rimozione del comandante con conseguente rientro alla sua amministrazione di partenza, ovvero il comune di Roma. Le contestazioni della Compasso & soci, rinfacciano al dott. Casale di essere “troppo presente” nella vita amministrativa cellolese, di essere troppo attivo e troppo impegnato nell’esercizio delle proprie funzioni. Insomma, siamo al paradosso che un amministratore locale, sia esso ex o che si propone al popolo come tale, desideri l’allontanamento di un dipendente che ha voglia di lavorare. Follia o semplicemente: odio personale?
Se proprio siamo costretti ad esprimerci, propendiamo più per la seconda ipotesi. Pur restando notevolmente perplessi, perché la venuta a Cellole del nostro solerte ed instancabile vigile urbano è stata determinata proprio dalla Compasso sindaca, l’attribuzione al dott. Casale della delega all’ambiente è stata un’iniziativa proprio della Compasso sindaca. Per cui oggi, la cattiveria riservata al vigile urbano, al dirigente, al Comandante, stillata dalle lettere anonime e da quelle meno anonime proprio non è spiegabile né tanto meno comprensibile.
Tornando alla contestazione della Cisal funzione pubblica riguardante il comizio della lista “Noi per Cellole”, riferiamo anche di un altro fatto particolarmente paradossale. Durante le ultime fasi del comizio, il comandante Casale viene avvicinato da uno dei rappresentanti della lista “Cellole nel Cuore ❤ “, il quale in maniera violenta ed intimidatoria pretende che il Casale stacchi la corrente elettrica al palco di Di Leone, perché il comizio sarebbe durato qualche minuto in più del previsto. Premesso che anche il comizio di “Cellole nel Cuore” di qualche sera prima è durato un quarto d’ora in più senza che nessuno sollevasse questioni o addebiti di responsabilità, il paradosso della vicenda sta nel fatto che la contestazione (e la minaccia) a Casale per chiedere il rispetto delle regole, è venuto da una persona che delle regole ha fatto sempre dispregio. Infatti, pochi mesi fa è stato LICENZIATO dall’Asl della quale era dipendente ed ha tutt’ora in corso un processo per assenteismo e per truffa. Parliamo del sig. Alfredo Myosotis, più noto come uno dei “furbetti del San Rocco”. Eccolo il paradosso, un pregiudicato per reati contro la pubblica amministrazione che minaccia un tutore dell’ordine affinché faccia rispettare le regole…quando il “bue chiama cornuto l’asino”.
Se a Cellole le elezioni le si vogliono vincere abbattendo colui che sta lavorando per il paese e sta tenendo la barra dritta contro l’abusivismo edilizio che ha caratterizzato negativamente la cittadina costiera, agli occhi della regione intera, auguri!
Certamente, al di la di quello che sarà il risultato delle urne, torneremo su questi temi. Ovvero sulle minacce e lettere di manine anonime contro il dott. Casale; colpevole di aver rotto le scatole a tanti, fautori dell’illegalità e dell’abuso edilizio che per decenni hanno avuto importanti profitti dalla filiera dell’illecito.
A proposito, in lista con la compasso, qualche tecnico “esperto” nei condoni ai “pantaneros” c’è…vuoi vedere che le manine anonime…..