(f.n.) – A colpi di frasi fatte, luoghi comuni e stereotipi, sfangheremo anche questa campagna elettorale, ignorando opportunamente le ondate di improvvisa consapevolezza, per non turbare gli equilibri del compromesso, in cui miseramente affoghiamo, rifuggendo persino dallo scendere ad un patto dignitoso con la nostra memoria individuale, che rinneghiamo con la stessa autorità di cui fa mostra il boia, nel suo infame esercizio. E mentre solo i folli non cambiano idea e con precisa e lucida analisi di sé, l’uomo vero, spietatamente racconta l’evoluzione verso un diverso orientamento, che ruota sullo stesso principio di vita e di azione, l’ominicchio, essendo privo di idee, non può cambiarle e si bea e si pasce di un linguaggio volgare, con cui dimostra al padrone di turno, la sua adesione e la sua abiura al precedente. Sarebbe quindi…davvero uno spasso, se qualcuno spargesse in giro per opportuna conoscenza, i curricula della memoria dei nuovi mostri sacri della politica nostrana, e raccogliesse in un diario da leggere nei giorni di pioggia, le crude esternazioni, in aperto e divertente contrasto con i successivi comportamenti, dei vari fighetti dalla parola svelta, di cui troviamo tracce evidenti nella Valle di Suessola…Sembra infatti che il famoso PolPet, non sia l’unico maratoneta del trasversalismo e della contraddizione, e che ve ne siano altri, come quel tipo (caruccio), garantista dell’ultim’ora, che due anni fa dava pubblicamente del “demente, imputato e ridicolo” al figlio di De Luca, e che, dopo essersi opportunamente cosparso il capo di cenere, oggi corre entusiasta nelle liste del Governatore… ma non finisce qui, perché, come sappiamo, la coerenza al pari della classe, non è acqua… infatti…dopo aver girovagato, cercando di accasarsi da Campania Libera in poi, il tipetto, dove va ad approdare?, proprio nella lista creata dall’onorevole Mastella, il cui entourage politico, a causa della disavventura giudiziaria, capitata ad un consigliere qualche anno fa, era considerato dal ciccetto valliggiano, puro come un giglio di montagna, un’associazione mafiosa…E mentre gli uomini cambiano idea e discutono, i fac simile cambiano soltanto l’intagliatore artistico e giocano con le parole, facendosi all’occasione sostenere, conferendo deleghe, concedendo in subappalto la grammatica che inciampa e l’aggettivo che scarrupa. Una dose minore di chiacchiere ed una percentuale maggiore di garbo, andrebbe a favorire quella lucida riflessione, con relativa rinfrescata di memoria, che consentirebbe di evitare figurelle …e proprio in campagna elettorale!…suvvia!…Hasta la precauciòn, companeros!