“Che si verifichi un evento sfavorevole nella sperimentazione di un nuovo vaccino è un evento assolutamente atteso e in qualche modo “normale” – sottolinea Marcello Tavio, Presidente SIMIT –. Siccome è un evento che accade raramente, può essere intercettato solo su un’ampia popolazione di soggetti sani; ecco perché le tre fasi in cui si compone la sperimentazione sull’essere umano prima della commercializzazione, richiedono tempo e devono essere scrupolosamente rispettate; anche in momenti eccezionali come quelli che stiamo vivendo”.
“Tutto questo è relativamente ‘normale’ e non deve far perdere fiducia nella vaccinazione e neppure nello sforzo titanico che da più parti si sta attuando per raggiungere l’obiettivo. Anzi la gente deve uscirne rinfrancata. Quando il vaccino arriverà infatti saremo sicuri del fatto che avrà superato gli standard di sicurezza e di efficacia indispensabili per far fronte alla formidabile sfida che stiamo vivendo” aggiunge Tavio.
“Senza dimenticare che quello che conta davvero non è la prima dose di vaccino, ma l’ultima; infatti, la data in cui potrà essere celebrato il cambiamento epocale verso Covid-19 sarà quella in cui verrà somministrata l’ultima dose di vaccino all’ultima persona da vaccinare e sarà così raggiunta un’immunità protettiva per se stesso e per gli altri. Solo allora potremo davvero pensare di aver risolto il problema, fino a prova contraria. Fino ad allora, ovvero fino a quando il complicato processo di vaccinazione di massa non sarà stato avviato e concluso, vaccinazione e prevenzione (mani, bocca, distanza) dovranno convivere” conclude il Presidente Tavio.