– di Ciro Esposito –
Ho affrontato il problema della Toponomastica cittadina accennando anche al valore di qualcuno degli, amministratori della città… Quelli da me conosciuti, ovviamente. Ho analizzato le loro capacità produttive, la presenza utile, le iniziative a favore della comunità e l’agire con intelligenza. Ho espresso il mio parere soltanto su alcuni ma vale la pena parlare anche di altri. Chiariamo un concetto: Il primo cittadino è il sindaco ma, a mio modesto parere, il secondo cittadino non è mai il suo vice ma chi ha le chiavi del portone del Municipio, poi vengono il vice, gli assessori e i consiglieri…quelli che sanno farsi rispettare… i cosiddetti tosti, che in 40 anni, li ho contati sulle dita di una mano! Ho conosciuto tre padroni delle chiavi: Bottone, bravissima persona; Arrighi…il mio amico “Toschino” e Campanile, persone a cui potevi affidare la tua vita …A proposito: nessuno di essi ha mai votato per me ma erano amici…la politica è un ‘altra cosa. Gli eletti del popolo, di quei tempi, erano persone che al cospetto degli attuali, nonostante “i lacunosi”, erano dei giganti: con alcuni potevi discutere di varie problematiche mentre, buona parte di essi, dopo aver conquistato il seggio se ne beavano, vivacchiavano, assumevano arie narcisistiche, erano approssimativi e perdevano la memoria del loro status…erano tronfi del potere che non avevano e non contavano un cazzo ma, come l’edera, erano abbarbicati alla “seggia”. Alcuni facevano i galli sulla monnezza, altri erano inconcludenti e boriosi…A mio avviso, l’amministratore deve parlare poco e sentire molto, deve saper discernere il buono dal cattivo, il bello dall’utile, il giusto dall’iniquo, il fattibile dall’irrealizzabile…questione di intelligenza ma, soprattutto, non deve fare promesse a vuoto …solo così arrivano i consensi!!
Il buon 80% degli eletti che ho conosciuto erano soltanto delle comparse; …erano dei signorsì, senza alcuna cultura politica …ho conosciuto, però, anche (pochi) uomini, capaci, eruditi, coraggiosi…
Stavamo trattando della toponomastica e degli errori voluti fatti da chi ha stilato la lista dei “MERITEVOLI” del toponimo; eravamo arrivati alla nuova bellissima strada. Quella che parte da bivio di Tredici e finisce in Viale Lincoln a S. Benedetto. È stata intestata ad una certa Sossietta Scialla, una sconosciuta, sarà stata certamente una persona bravissima, degnissima, intelligentissima, onestissima, una buona mamma come la mia e tantissime altre mamme casertane, però, bisogna ammetterlo; aveva un titolo in più: era la mamma di un consigliere comunale …per questo gli hanno assegnato il toponimo? …Perché non alla mia mamma, che ha avuto in casa due assessori non di ultima fila, di cui uno Sindaco ff. per 100 giorni e Deputato Europeo mancato per pochi voti? La mia mamma era bravissima, cattolicissima, affettuosissima, come tante altre mamme di Caserta a cui è stato negato il diritto regalato alla signora Sossietta. Però, io ho conosciuto la signora e sono note le nostre animate discussioni. Sossietta Scialla aveva dato in fitto al Comune di Caserta, una palazzina di sua proprietà, in Via Sud Piazza D’Armi, ove fu allocato l’Istituto magistrale. Io che ero assessore ai LL.PP. prima e alle Finanze dopo, pretendevo che il proprietario dello stabile, ad inizio dell’anno scolastico, intervenisse per rendere agibile la scuola con la manutenzione ordinaria…appiccecàte che ricordo bene… io difendevo gli interessi della città e la signora soltanto i cazzi suoi ma se volevo il funzionamento della scuola il Comune era costretto a provvedere, ma vi è di più: alla fine della locazione, la signora, pretese dal Comune il ripristino dello stato dei luoghi a civili abitazioni…io non ero più assessore….ci saremmo fatti come il soffritto. Per queste azioni eroiche, le è stata intitolata la strada? Ma a proposito di eroismo devo dire che la più grossa nefandezza, i compilatori dell’elenco l’hanno fatta escludendo il nome di un vero EROE…GRANDE INVALIDO DI GUERRA A VITA, DECORATO CON CROCE DI GUERRA… il combattente, EUGENIO CALAPINO di S. Benedetto di Caserta, sordo, muto, cieco e paralitico per le ferite riportate. La documentazione e la richiesta del toponimo giacciono nel cassetto di qualche distratto amministratore che se avesse saputo espletare con capacità e serietà il mandato per cui è stato eletto avrebbe assegnato quel toponimo a EUGENIO CALAPINO, un eroe che, per salvare il culo dei nonni dell’inutile amm.re finì per 50 anni sulla sedia a rotelle…e come ringraziamento, i suoi concittadini lo ignorano…VERGOGNAMOCI!! Giorni fa mi sono recato, per un documento, nella sede Municipale di Falciano; una cosa indegna per cui mi sono vergognato di essere cittadino di Caserta…perché non prendono quei quattro gatti e li riportano nella Sede Centrale… si dice che vogliano vendere Palazzo Castropignano. Vogliono far soldi per i loro stipendi? Infine, per adesso, gli estensori dell’elenco dei i toponimi, hanno dimenticato amministratori come Galileo Cosentino, Giuseppantonio Luserta, Ferdinando Carafa, Carlo Manzi…e ve ne sono altri che effettivamente meritano!!
Voglio Chiudere ricordando altri frequentatori di Palazzo Castropignano: i ricordi con piacere e con affetto Ferdinando Carafa, Bruno del Vaglio, Pasquale Coronella, Carmine Bevilacqua, Nicola Tronco, il grande Nicola Campanile, Claudio Bernardi, Raffaele Casapulla, Tonino Vitale, Italo Perna…, non potrò mai dimenticarmi di Ovidio Tedeschi …la dimostrazione che signori si nasce…e per adesso chiudo ricordando ai casertani il grandissimo Peppino Corbo.
Per la problematica dell’acqua a Casertavecchia (Il Mattino del 9 Agosto) ne parleremo, con documenti alla mano, nel prossimo appunto.
Condivido , caro Ciro.
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