FACCIAMO IL PUNTO SU QUELLO CHE È SUCCESSO IERI A CELLOLE…ANCHE SE SEMBRA CHE IL GRUPPO COMPASSO “NON NE AZZECCHI UNA…”
– di Giulia Bosco –
“La politica è una cosa sporca”, recita un tipico vecchio adagio qualunquista…
E a Cellole, in questi giorni di sporcizia ne sta venendo fuori parecchia, l’ultima porcheria in termini solamente cronologici, riguarda la rimozione di uno striscione commemorativo del defunto Sindaco Angelo Barretta dai giardinetti della villa comunale in piazza Aldo Moro.
Ne abbiamo trattato appena ieri (LEGGI), ma torniamo sull’argomento a causa dei nuovi accadimenti in corso d’opera; nello specifico: prima la negazione del fatto, da parte del soggetto attuatore, ovvero Attilio Compasso, e poi la retromarcia con le “scuse non scuse”.
Procediamo con ordine e proviamo a mettere in fila i fatti.
Ieri mattina, in municipio a Cellole, si svolge una riunione dei rappresentanti delle liste in corsa per il rinnovo del Consiglio Comunale: Luca Stanziale per la lista “Noi per Cellole”, Pasquale Sangiorgio per la lista “Cellole in Comune e appunto, Attilio Compasso per la lista “Cellole nel Cuore”; alla riunione presiede la Commissaria Prefettizia Savina Macchiarella e partecipano anche i dipendenti comunali: Pierluigi Casale e Pietro Sellitto, oltre la Segretaria comunale Mariangela Terribile – i nomi dei partecipanti li arguiamo dalle dichiarazioni dei signori Sangiorgio e Stanziale, oltre che averli avuti in conferma da un funzionario comunale.
Argomento della riunione erano le regole per la propaganda elettorale, per le quali la Commissaria da comunicazione che sono vietate le affissioni di materiali propagandistici-elettorali fuori dagli spazi consentiti. Il gruppo di “Cellole nel Cuore” aveva iniziato il montaggio di una struttura metallica – senza alcuna autorizzazione – nei pressi del loro comitato elettorale, sulla quale posizionare un enorme manifesto propagandistico.
La cosa viene fatta rilevare al tavolo di discussione e la Commissaria chiede lo stop del montaggio e la rimozione della struttura abusiva. A questo punto – come confermato dai testimoni presenti – l’Avv. Attilio Compasso esclama: “se dobbiamo togliere il nostro striscione, si deve togliere pure quello di Angelo Barretta dalla villa, perché tiene il figlio candidato”!
La Commissaria, da solerte ed imparziale funzionaria di governo, recepisce la richiesta e dà mandato al Comandante dei Vigili Urbani di provvedere il quale, essendo anch’egli un imparziale esecutore, provvede celermente. Lo striscione commemorativo in pochi minuti viene ammainato, ripiegato e consegnato alla famiglia del defunto sindaco.
Ribadiamo la considerazione già avanzata ieri, ovvero: lo striscione sventolava in quella posizione dal giorno dei funerali del povero Barretta (novembre 2017), e c’era anche durante tutta la campagna elettorale del 2018, che vide imporsi la Compasso contro Franco lauretano (ex vice-sindaco proprio di Barretta); in quella competizione Francesco barretta era candidato nella lista della Compasso, e le “mani” sulle spoglie del defunto sindaco, i Compasso, ce le misero abbondantemente – basta ricordare le lacrime sul palco al ricordo dello scomparso sindaco, gli abbracci emozionanti con la vedova – sempre a favore di macchine fotografiche – e l’inserimento del giovane Francesco Barretta in lista, il quale aveva il compito gravoso di raccogliere, per ciò che poteva, i consensi del papà… i consensi arrivarono, e la Compasso fu sindaca anche grazie a quelle “emozioni”.
Torniamo ai fatti.
Già durante le operazioni di rimozione, la voce ha cominciato a diffondersi in paese e non ci vuole poi tanto perché “il paese è piccolo e la gente mormora”, scatenando da subito un’ondata di indignazione tale, trasmutatasi in dibattito on-line, che se i commenti sui social valessero da sondaggio pre-elettorale, Francesco barretta avrebbe già vinto le elezioni comunali; da solo!
Immediata è stata la risposta dell’unico “accusato”, ovvero Attilio Compasso, il quale ha da subito preso le distanze dagli accadimenti, negando che tutto avesse avuto inizio da una sua specifica richiesta.
A seguire interviene Luca Stanziale, della lista “Noi per Cellole” e testimone oculare, il quale scrive: “Quante altre falsità in questa campagna elettorale? Oggi davanti a me è stato chiesto alla commissione composta dalla segretaria, commissario, comandante dei vigili, di togliere lo striscione in quanto avvantaggiava un nostro Candidato. Basta con queste falsità”!
Dopo stanziale è la volta di Pasquale Sangiorgio della lista “Cellole in Comune”, pure lui presente alla riunione, il quale scrive in risposta proprio al post di Attilio Compasso: “Sono profondamente amareggiato da questa tua contraddizione, Attilio Compasso. Non sto qui a sindacare la tua motivazione ma mi sento di dire che il tuo gesto di far passare la verità come una bugia è a dir poco squallido. La VERITÀ si evince dai testimoni presenti, stamattina, in sala Consiliare tra cui il presentatore della lista NOI PER CELLOLE…Luca Stanziale, il Commissario comunale, il Comandante dei vigili e l’impiegato comunale Pietro Sellitto. Se tu hai voglia di un riscontro sono prontissimo”!
Ovviamente Attilio Compasso non apre nessun confronto, ma in serata, tramite il “solito giornale amico” rilascia un comunicato nel quale spiega la sua versione ed ovviamente scarica le colpe, chiudendo con una netta retromarcia rispetto al suo stesso post del primo pomeriggio, dove dice: “…ad ora non posso che rammaricarmi e scusarmi con la famiglia per l’ingenuità di non aver compreso che magari alcune mie informazioni o richieste di delucidazioni potessero essere estrapolate e strumentalizzate ai fini propagandistici….ovviamente non mi sento di dover chiedere scusa per un’azione da me non svolta…” – per poi chiudere con: “mi rammarico per aver causato dispiacere alla famiglia del nostro compianto sindaco Angelo Barretta”; e qui si tenta di mettere una pezza che come sempre è peggiore del buco. Perché?
Perché prima si scusa con “la famiglia” senza citarne il nome – per cui il dubbio è che si stia scusando con la propria di famiglia, messa elettoralmente in difficoltà dalla sua estemporanea iniziativa – e successivamente dice di non dover chiedere scusa per un azione da lui non svolta, nonostante le testimonianze dei presenti che lo inchiodano, concludendo con un ulteriore tentativo di aggrapparsi alle spoglie mortali del Sindaco Barretta, rammaricandosi per il dispiacere causato alla famiglia, questa volta “nominata”, del NOSTRO compianto sindaco Angelo Barretta; come a dire: anche noi lo amiamo per ciò che ha rappresentato per il paese, voi che lo idolatrate votateci ma lo striscione lo abbiamo voluto far togliere lo stesso perché il figlio è un infame traditore che ci ha mandato a casa prima del tempo…crediamo che si possa tranquillamente riassumere così!
In ogni caso, il comunicato rilasciato da Attilio Compasso non ha trovato il gradimento sperato, gettando ulteriore benzina sul fuoco già ben attizzato; di seguito pubblichiamo uno dei tanti commenti negativi rivolti al comunicato dell’avvocato cellolese.
Abbiamo provato a sentire gli altri partecipanti alla riunione, ma avvalendosi della loro funzione di pubblici ufficiali si sono chiamati fuori cercando di restare super partes, anche se in verità, un timido approccio lo ha fatto il Comandante Casale il quale si è lasciato sfuggire un piccolo sfogo pubblico, nel quale scrive: “bello scrivere quello che si vuole sapendo che chi è interessato non può rispondere perché la legge lo vieta”. Probabilmente, lo sfogo di Casale (che è uomo fatto di carne come tutti gli altri), viene fuori da settimane e settimane di pressioni e scortesie ricevute da alcuni politici o ex-politici cellolesi; secondo i quali il Vigile Urbano starebbe “facendo anche troppo” nello svolgimento del suo incarico, finendo per dare un po’ troppo fastidio in giro; siamo al paradosso che a Cellole chi ben opera non è gradito…ma di questo argomento ci occuperemo nuovamente a breve.
Considerati i fatti sin qui esposti, appare evidente come questa campagna elettorale cellolese stia sfuggendo di mano ad alcuni, rendendola esageratamente ed inutilmente tesa oltre la misura dovuta, facendo venire a galla tutta quella “sporcizia” che nulla dovrebbe avere a che fare con la politica intesa come servizio alla comunità.
Non tutto è perduto però, coraggio amici cellolesi, mutuate le parole del nostro amato Santo Padre Francesco, il quale proprio pochi mesi fa in una delle sue omelie da Santa Marta disse: “La politica non è una cosa sporca, può esserlo come qualunque professione e il popolo di Dio preghi per i governanti, “perché possano mettersi d’accordo e portare avanti la patria”. Ma sembra che “lo spirito patriottico non arrivi alla preghiera”. E chi governa preghi per il suo popolo (commento alla Prima lettera di san Paolo a Timoteo (1Tm 2,1-8).
Pregate cellolesi, pregate, pregate e pregate…..