ELEZIONI CELLOLE: IL VELENO SCORRE A FIUMI

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 –          di Giulia Bosco        –               

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Lo striscione rimosso

La “ridente” cittadina di Cellole sembra un covo di vipere incazzate…

D’altra parte c’era anche un pochino da aspettarselo, dopo la defenestrazione di Cristina Compasso dalla carica di sindaco; la quale fu sfiduciata dai suoi assessori-consiglieri perché non aveva capito che amministrare in squadra una comunità, richiede condivisione, mentre lei non dava spazio a nessuno dei suoi compagni di squadra nonché portatori di voti.

Per cui che la “ridente” cittadina smettesse di ridere era prevedibile ma che dalle risate si passasse direttamente al “vilipendio” della memoria dei defunti non ce lo saremo aspettati neanche noi che di pelo sullo stomaco ne abbiamo più di tre dita.

Cosa è successo. Questa mattina l’Avv Attilio Compasso, fratello della candidata sindaca Cristina e secondo i ben informati il vero “manovratore del vapore”, in una riunione dei rappresentanti delle tre liste in corsa per il rinnovo del Consiglio comunale, ha espressamente chiesto la rimozione di uno struscione commemorativo del defunto sindaco Angelo Barretta, morto nel 2017 mentre era nella carica delle sue funzioni. Un gruppo di suoi affezionati amici, volle posizionare quello striscione a ricordo dell’amato amico prematuramente scomparso…Uno striscione posizionato nella villa comunale in piazza Aldo Moro e presente anche quando ci fu la campagna elettorale del 2018, che vide eletta sindaca proprio Cristina Compasso. Ma allora Francesco Barretta era candidato nella lista della Compasso e la memoria di Angelo Barretta faceva comodo all’economia di casa Compasso. Oggi che il figlio è concorrente, si abbattono le icone.

Niente di male ci sembra, neanche per noi di AppiaPolis che quando ce ne fu occasione non fummo certo teneri con la buonanima per alcune sue iniziative politiche di quando fu sindaco ma anche commissario del Consorzio Aurunco di Bonifica; ma è cosa normale e lecita per un giornale fare le pulci al politico di turno.

La normalità dell’esposizione di uno striscione a memoria di un defunto, a noi pare “cosa innocente “, evidentemente non è stato dello stesso parere l’avvocato Compasso il quale si è impuntato nei confronti della commissaria Macchiarella, pretendendone l’immediata rimozione.

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Francesco Barretta

Ma perché ci chiediamo noi? Forse perché il figlio del defunto sindaco Angelo Barretta, Francesco Barretta, è candidato con la lista avversaria di Guido Di Leone oltre ad essere uno dei firmatari della sfiducia alla “Compasso sindaca”?

Attilio Compasso è preoccupato del fatto che uno striscione commemorativo del povero Angelo – che il Signore lo abbia in gloria – possa in qualche modo avvantaggiare politicamente il giovane figliolo Francesco.

Beh, consentiteci di osservare, che se davvero così fosse, si tratta di una bassezza unica nel genere, che non fa altro che dimostrare che avevamo ragione nei giorni scorsi, quando scrivevamo di “un sentimento di odio e vendetta che anima Cristina Compasso e la sua squadra in questa competizione elettorale“.

Davvero si vuole gareggiare con odio e vendetta?

Abbiamo posto la domanda a caldo in giro per il paese, e le risposte sono state più o meno dello stesso tenore ovvero: Se dovesse vincere la Compasso e la sua squadra, cosa faranno una volta al potere cittadino, ordineranno la riesumazione del defunto sindaco e daranno il daspo alle spoglie mortali solo per fare dispetto agli avversari? Così come partirebbe una “caccia” agli elettori di Di Leone con disparità di trattamento fra i cittadini che votano loro e quelli che votano gli altri… Questi i timori – certamente esagerati – dei cellolesi.

Certo è che la campagna elettorale cellolese ha preso una brutta piega che non lascia presagire niente di buono per il futuro. A Cellole, tra di loro, usano chiamarsi “fratello”, mio fratello Angelo…mio fratello Guido…mio fratello pinco pallino e così via. Per quanto attiene la memoria di Angelo Barretta, il quale era aduso chiamare “fratello” tantissime persone e a sua volta chiamato fratello da molti, pare sia in atto un’azione di revisionismo della sua breve presenza su questa terra, una sorta di “damnatio memoriae” che certamente non sta a noi accertare o negare, e che probabilmente non spetta neanche ad Attilio Compasso.

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Il post di chiara Barretta

Non si è fatta attendere la presa di posizione del giovane Francesco Barretta, il quale ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook, nel quale ci va giù diretto e preciso, come solo un figlio potrebbe fare verso la memoria di un genitore. Di seguito il testo di Francesco Barretta a cui ha fatto eco sua sorella più piccola, che in maniera più esplicita e meno elaborata si è limitata ad un secco: “giù le mani da mio padre, FECCIA”; ed anche questo ci sta…

“Buonasera a tutti.

Mi è giunta notizia che stamane il Sig. Attilio Compasso in una riunione dei rappresentanti di lista abbia chiesto esplicitamente alla Commissaria ed al Comandante della Polizia Municipale la rimozione dello striscione di mio padre.

È chiaro oramai da molto tempo che la famiglia Compasso voglia cancellare il nome di mio padre da questo paese ma non saranno di certo loro a farlo.

Un uomo che ha perso la vita per Cellole, un uomo che amava questo paese ed i suoi cittadini più di se stesso.

Oggi, per l’ennesima volta, dopo tanti attacchi ricevuti sempre dallo stesso in questi due anni, anche quando io ero Assessore dell’allora Sindaca Cristina Compasso, nonché sorella di Attilio Compasso, continuano con questi attacchi gratuiti verso mio padre.

Oggi è toccato allo striscione che è in Villa, un omaggio offerto da tanti amici che hanno passato una vita intera al fianco di mio padre.

Credo, e ve lo dico con il cuore non con la cattiveria che vi contraddistingue.

Vi dovete solo vergognare!

Vergognatevi per tutto quello che avete detto contro mio padre, da due anni a questa parte e che, ancora oggi dite.

Lo avete denigrato, offeso, gli avete dato del ladro, del pescivendolo, gli avete augurato l’arresto.

Manco fosse un criminale.

Quando ero con voi ho dovuto assistere a delle dichiarazioni vomitevoli ma che, per il bene dei miei cittadini ho sempre tenuto dentro di me, soffrendo.

Non avevo neanche la libertà di poter pubblicare una foto di mio padre.

Ma di cosa parliamo?

Questa non è politica, questa è pura cattiveria contro una famiglia ed uomo che ci ha rimesso tutto, anche la vita!

Vergognatevi.

Ed a te papà ti dico: non ti deluderò ❤️”